Nel mondo delle competizioni automobilistiche estreme, dove la tecnologia più avanzata spesso fa la differenza, due giovani sviluppatori romani hanno scelto una strada completamente diversa: trasformare una vecchia Fiat Panda del 2002 in un concentrato di innovazione per affrontare una delle sfide più folli del pianeta.
Matteo e Roberto, armati di passione per l'informatica e una buona dose di follia creativa, hanno dato vita al Cyberpandino, un progetto che mescola ironia, ingegno e spirito maker in una formula vincente. La loro missione è partecipare al Mongol Rally 2025, un'impresa che li porterà a percorrere 14.000 chilometri da Praga alla Mongolia senza alcuna assistenza tecnica e con un budget ridotto all'osso.
L'ispirazione per questa avventura è arrivata in modo del tutto casuale attraverso un post sui social media. Un gruppo di appassionati cercava compagni di viaggio per quella che viene considerata una delle gare più assurde del mondo automobilistico: il Mongol Rally, dove la regola principale è utilizzare veicoli completamente inadatti all'impresa. I due amici romani non hanno esitato un attimo e hanno acquistato la loro Panda usata per soli 800 euro, dando il via a sei mesi di lavoro intenso nel garage di casa.
La trasformazione della citycar torinese ha dell'incredibile se si considera il punto di partenza: un'auto con 140.000 chilometri sulle spalle, carrozzeria e interni consumati dal tempo, priva di aria condizionata e spinta da un modesto motore Fire da 1.100 cc. Eppure, questa base apparentemente inadeguata è diventata il terreno di sperimentazione per un restomod che fa impallidire molte produzioni commerciali più blasonate.
L'aspetto esteriore del Cyberpandino vuole rendere omaggio al tanto chiacchierato Cybertruck di Tesla, ma con un approccio decisamente più ironico e artigianale. La carrozzeria presenta linee spigolose che richiamano il veicolo di Elon Musk, realizzate con lamiera grezza verniciata con comune vernice per cancelli, inserti neri e dettagli che tradiscono l'ironia di fondo del progetto. Ogni elemento, dai loghi rivisitati alle campagne di supporto online, racconta la storia di chi ha scelto di divertirsi senza prendersi troppo sul serio.
I fari a LED con protezioni stampate in 3D rappresentano solo la punta dell'iceberg di un lavoro certosino che ha trasformato ogni componente della vettura. La silhouette modificata mantiene il carattere inconfondibile della Panda pur assumendo un aspetto futuristico che non passa inosservato. Il tutto è stato realizzato con componenti aftermarket acquistati online a prezzi contenuti, dimostrando che l'innovazione non ha necessariamente bisogno di budget milionari.
Ma è nell'abitacolo che il Cyberpandino rivela la sua vera natura tecnologica. La plancia ospita un display centrale da 14 pollici che richiama lo stile Tesla, affiancato da una strumentazione completamente digitale. Il cuore del sistema è il Panda OS, un sistema operativo proprietario sviluppato interamente dai due creatori, che gestisce mappe, musica, giochi e tutte le funzioni dell'infotainment. I controlli sono affidati a toggle switch degni di un caccia militare, mentre l'interfaccia grafica proprietaria rappresenta il frutto di notti passate a programmare e sperimentare.
Nonostante l'approccio apparentemente ludico, la preparazione tecnica del veicolo non lascia nulla al caso. Il motore Fire è stato completamente smontato e rettificato, l'assetto è stato irrobustito per affrontare i terreni impervi del percorso, mentre l'aggiunta di taniche di benzina di scorta garantisce l'autonomia necessaria per attraversare regioni remote. L'impianto di illuminazione a LED e le ruote offroad, che verranno montate una volta raggiunta la Turchia, completano la trasformazione meccanica.
Una delle caratteristiche più sorprendenti del progetto è il sistema di connessione internet globale, fornito da Leonardo e Telespazio. Questa soluzione permetterà ai due viaggiatori di rimanere connessi ovunque nel mondo, documentando la loro avventura in tempo reale. La collaborazione con queste aziende rappresenta un esempio perfetto dello spirito che anima il progetto: tutto è stato realizzato con approccio da maker, contattando direttamente le aziende e ottenendo spesso risposte incredibilmente positive.
Il successo sui social media ha contribuito significativamente alla popolarità del Cyberpandino. I post su Instagram e TikTok che documentavano l'evoluzione della macchina hanno conquistato migliaia di appassionati di meccanica e informatica, trasformando quello che era nato come un progetto personale in un fenomeno che coinvolge una community sempre più ampia. La natura open source di tutte le soluzioni tecnologiche adottate riflette la filosofia di condivisione che caratterizza l'intero progetto.
L'itinerario originale del Mongol Rally prevedeva il passaggio attraverso Praga, Turchia, Russia e Asia Centrale, con tappe pianificate anche in Iran e Afghanistan. Tuttavia, i recenti sviluppi geopolitici potrebbero richiedere alcune modifiche al percorso. La partenza ufficiale da Praga, comunque, segnerà l'inizio di un'avventura che promette di regalare emozioni e sorprese a ogni chilometro.
Il Cyberpandino rappresenta anche un progetto partecipativo che coinvolge direttamente la community di fan che si è affezionata al veicolo. Con una donazione di appena un euro è possibile "acquistare" uno spazio sulla carrozzeria della Panda per far viaggiare un messaggio personalizzato o una foto attraverso mezzo mondo. Questa formula innovativa di crowdfunding crea un legame diretto tra i viaggiatori e la loro community, trasformando ogni sostenitore in un compagno di viaggio virtuale.
La documentazione dell'avventura continua quotidianamente sui canali social @cyberpandino, dove Matteo e Roberto condividono ogni aspetto del loro "road trip". Dai dettagli tecnici delle modifiche apportate alla vettura fino agli imprevisti quotidiani del viaggio, tutto viene raccontato con lo stesso spirito ironico e appassionato che ha caratterizzato la nascita del progetto. Questa narrazione in tempo reale rappresenta forse l'aspetto più innovativo dell'intera iniziativa, creando un nuovo modello di storytelling automobilistico.