La scorsa settimana l'acquisto da parte di Apple dell'azienda di progettazione di microprocessori P.A. Semi ha destato qualche perplessità. Dapprima negli addetti ai lavori, straniti per un'operazione imprevista e poi nel Pentagono, che era in affari con P.A. Semi e che sembra non abbia gradito l'acquisizione, tanto che potrebbe mettere il veto.
L'aspetto più interessante riguarda tuttavia il senso dell'acquisizione, su cui Apple - e in particolare Steve Jobs - ha voluto fare chiarezza. Il rapporto con Intel non è assolutamente in gioco in tale operazione, tanto che Steve Jobs ha confessato che spera "duri per sempre".
Secondo il numero 1 di Apple, l'azienda desiderava avere tra le sue fila degli esperti in grado di mettere la loro esperienza al servizio della progettazione di chip a basso consumo per iPod e iPhone. Ciò non vuol dire che Apple progetterà processori, ma solo che avrà delle menti in grado d'indirizzare i propri partner sulla strada da seguire durante la progettazione. Insomma, l'azienda di Cupertino si è portata a casa molte conoscenze e un gran numero di brevetti, particolare da non sottovalutare in questo genere di vicende. L'operazione P.A. Semi, tuttavia, darà i suoi frutti solo negli anni a venire, e quindi oggi a Cupertino sono concentrati solamente sul secondo atto della loro avventura nel mondo dei cellulari: l'iPhone 3G.
Come abbiamo già avuto modo di riportare, il cellulare di Apple potrebbe arrivare in Italia con un business model differente rispetto a quanto fatto finora da Apple, ma non sarà solo un chip a cambiare il volto del cellulare di Cupertino. Le ultime indiscrezioni parlano infatti di case in plastica nera lucida al posto del rivestimento in acciaio del modello EDGE e di un chip GPS che doterà il telefono della tanto chiacchierata funzionalità di navigazione satellitare. La versione 3G potrebbe arrivare tra giugno e luglio, le voci in tal merito sono contrastanti.