Minori e social network: il Garante della privacy apre un fascicolo su Facebook ed Instagram

Il Garante per la Privacy non si è voluto fermare a TikTok ed ha deciso di proseguire le indagini riguardo le modalità di iscrizione ai social in particolare sulla verifica dei minori, aprendo un fascicolo a carico di Facebook ed Instagram.

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a cura di Raffaele Casola

Prosegue la lotta del Garante per la Privacy sulla tutela dei minori online e dopo il caso di cronaca nera, che ha portato al blocco del noto social di origini cinesi TikTok, ha deciso di aprire un nuovo fascicolo con protagonisti altri due social illustri: Facebook ed Instagram.

Sul sito del Garante si può infatti leggere quanto di seguito riportato:"Nei giorni scorsi alcuni articoli di stampa hanno riportato la notizia che la minore coinvolta nel terribile caso di cronaca nera avrebbe diversi profili aperti sui due social network. L'Autorità ha dunque chiesto a Facebook, che controlla anche Instagram, di fornire una serie di informazioni, a partire da quanti e quali profili avesse, qualora questa circostanza venisse confermata, su come sia stato possibile, per una minore di 10 anni, iscriversi alle due piattaforme".

Il Garante ha voluto, forse con poco ragionevole ritardo, richiedere al social di proprietà di Mark Zuckerberg di fornire indicazioni più precise possibili sulle opzioni di iscrizione alle due piattaforme e su quali verifiche relative all'età dell'utente vengano messe in atto per verificare l'età minima necessaria utile a completare l'iscrizione ed accedere a queste piattaforme.

A seguito di queste richieste, la società statunitense potrà attendere massimo 15 giorni prima di fornire una risposta ufficiale al Garante, che nel frattempo, ha tenuto anche a precisare che ulteriori verifiche saranno effettuate anche sugli altri social usufruibili sulla rete ed avranno tutti un focus sulle modalità che tali piattaforme adottano per la verifica dei dati da parte dei nuovi utenti ed in particolare, delle accortezze messe in campo affinché venga verificata la maggiore età o meno della persona interessata ad utilizzarli.

Non si è fatta attendere la replica di Facebook attraverso le dichiarazioni rilasciate da un suo portavoce che ha così commentato la vicenda: "Voglio anzitutto esprimere le mie condoglianze alla famiglia della vittima ma allo stesso tempo voglio rassicurare tutti che al centro delle priorità di Facebook ed Instagram c'è il rispetto della privacy e la tutela dell'integrità fisica e morale di tutti gli utenti. Sarà nostro compito collaborare, in piena sinergia, con il Garante delle Privacy per far luce sulle presunte problematiche emerse".

Una serie di vicende che stanno spingendo sempre più l'intera società attuale a domandarsi che legame ci sia tra tre aspetti cardine: la tecnologia, il mondo di internet ed il modo in cui i minori li stanno utilizzando. A seguito di ciò, sono emerse diverse ipotesi, avanzate da alcuni esponenti politici, come la possibilità di introdurre il divieto di utilizzo degli smartphone per i ragazzi fino ad una determinata età o in alternativa, l'obbligatorietà di autenticarsi sui social attraverso il sistema di SPID (il sistema pubblico di identità digitale per i servizi online messo a punto per la pubblica amministrazione e per tutti i privati che ne hanno fatto richiesta).

Inutile ribadire che ci troviamo difronte ad un vero e proprio periodo nero, se consideriamo che solo negli ultimi giorni, dapprima WhatsApp è finita nell'occhio del ciclone per la modifica alle condizioni di utilizzo dell'app di messaggistica e notizia delle ultime ore, la vendita illegale attraverso un bot di Telegram dei dati personali di ben 533 milioni di utenti trafugati dalla falla alla sicurezza di Facebook scoperta nel 2019.

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