Lo smartphone diventa ufficialmente persona non grata anche nei corridoi dei licei e degli istituti tecnici italiani. La decisione del ministro Giuseppe Valditara di estendere il divieto già in vigore per elementari e medie rappresenta un cambio di paradigma nell'approccio educativo nazionale, basato su evidenze scientifiche che collegano l'uso scorretto degli smartphone a problematiche di salute e rendimento scolastico tra gli adolescenti, studi spesso confrontati da risultati diametralmente opposti. La circolare ministeriale inviata ai dirigenti scolastici segna così una svolta definitiva verso un ambiente educativo sempre più "disconnesso" durante le ore di lezione.
Il provvedimento trova le sue radici in una crescente preoccupazione documentata da organismi internazionali di primo piano. Tre rapporti specifici hanno guidato la decisione ministeriale: quelli dell'OCSE, dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'Istituto Superiore di Sanità italiano. Questi studi convergono nel delineare un quadro allarmante sui rischi derivanti da un utilizzo inappropriato dei dispositivi mobili da parte dei giovani, con ripercussioni sia sul benessere psicofisico che sulle performance accademiche.
La strategia di Valditara non si limita però al territorio nazionale. Lo scorso maggio, durante il Consiglio Istruzione dell'Unione Europea, il ministro ha formalmente richiesto alla Commissione europea di raccomandare l'adozione del divieto di smartphone in tutte le scuole dell'Unione. Un'iniziativa che potrebbe trasformare l'Italia in apripista di una rivoluzione educativa continentale, dove la tecnologia viene regolamentata piuttosto che semplicemente integrata.
Sanzioni su misura e responsabilità condivisa
L'implementazione pratica del divieto viene affidata direttamente agli istituti scolastici, chiamati ad aggiornare i propri regolamenti interni e i patti di corresponsabilità educativa. La circolare ministeriale stabilisce che ogni scuola dovrà definire sanzioni disciplinari specifiche per chi trasgredirà il nuovo regolamento, creando un sistema flessibile che si adatta alle diverse realtà educative del territorio. Questa decentralizzazione delle misure punitive riflette la volontà di rendere ogni comunità scolastica responsabile dell'applicazione della norma.
Il documento ministeriale chiarisce che il divieto si estende non solo alle ore di lezione tradizionali, ma all'intero orario scolastico. Una precisazione importante riguarda anche l'utilizzo didattico: anche quando proposto dai docenti per attività educative, lo smartphone rimane bandito dalle aule del secondo ciclo di istruzione. Questa scelta marca una netta distinzione rispetto ad altri dispositivi tecnologici che continuano ad essere benvenuti nell'ambiente scolastico.
Computer, tablet e lavagne elettroniche mantengono infatti il loro status di strumenti didattici privilegiati. La filosofia sottostante sembra essere quella di distinguere tra tecnologie specificamente progettate per l'educazione e dispositivi di comunicazione personale che, per loro natura, tendono a generare distrazione e dipendenza.
Flessibilità per i bisogni speciali
Il nuovo regolamento prevede tuttavia importanti eccezioni che testimoniano un approccio attento alle diverse esigenze educative. Gli studenti con disabilità o disturbi specifici dell'apprendimento potranno continuare ad utilizzare lo smartphone quando questo sia previsto nei loro Piani educativi individualizzati o nei Piani didattici personalizzati. Una salvaguardia fondamentale che garantisce il diritto all'inclusione e all'accessibilità dell'istruzione.
Analogamente, gli istituti tecnici specializzati in informatica e telecomunicazioni potranno mantenere l'uso dei cellulari quando strettamente funzionale alle attività didattiche specifiche del settore tecnologico. Questa deroga riconosce la peculiarità di percorsi formativi dove la tecnologia mobile rappresenta oggetto stesso di studio e apprendimento professionale.
Le motivate necessità personali rappresentano un'ulteriore area di flessibilità, anche se la circolare non specifica nel dettaglio quali situazioni possano rientrare in questa categoria. Presumibilmente, emergenze familiari o questioni di salute potrebbero giustificare un utilizzo temporaneo del dispositivo, sempre sotto il controllo del personale scolastico.
Consapevole delle possibili critiche relative ad un approccio esclusivamente proibitivo, Valditara ha voluto bilanciare il divieto con un impegno educativo più ampio. Il ministro sottolinea infatti la necessità di rafforzare l'educazione all'uso responsabile della tecnologia digitale, trasformando la scuola da semplice custode di regole a promotrice di consapevolezza digitale. Particolare attenzione viene riservata alle tematiche legate all'Intelligenza Artificiale, riconoscendo come questa tecnologia emergente richieda una preparazione specifica per essere utilizzata efficacemente nei processi di apprendimento.
La strategia ministeriale sembra dunque articolarsi su due binari paralleli: da un lato la regolamentazione rigida dell'uso personale degli smartphone, dall'altro la promozione di una cultura digitale matura e consapevole. Un approccio che riflette la complessità del rapporto tra giovani e tecnologia nell'era contemporanea, cercando di coniugare protezione e formazione in un unico quadro normativo coerente.