Nel panorama sempre più affollato delle iniziative commerciali legate al marchio Trump, che spazia dalle sneaker dorate alle Bibbie, si aggiunge ora un nuovo, ambizioso capitolo: la telefonia mobile. La Trump Organization, guidata dai figli dell'ex presidente, Donald Jr. ed Eric Trump, ha annunciato il lancio di Trump Mobile, un nuovo operatore wireless che promette non solo un piano tariffario dal sapore politico, ma anche uno smartphone proprietario: il T1 Phone 8002, versione oro.
L'annuncio, fatto da Donald Trump Jr. a Trump Tower, delinea un'offerta apparentemente aggressiva. Il piano The 47 Plan, un chiaro riferimento alla sua seconda presidenza (la 47ª, dopo la 45ª), costerà 47,45 dollari al mese per chiamate, testi e dati illimitati, con l'aggiunta di benefit come assistenza stradale e telemedicina. Ma il vero protagonista è lo smartphone: un dispositivo dorato da 499 dollari, preordinabile con un acconto di 100 dollari e con consegne previste per settembre. Per quanto riguarda la rete, le condizioni d'uso online di Trump Mobile dicono che è “powered by Liberty Mobile”, un operatore di rete mobile virtuale (MVNO) che utilizza la rete T-Mobile.
Sulla carta, le specifiche tecniche del T1 Phone 8002 sembrano ricalcare praticamente qualsiasi dispositivo Android di fascia media esistente. Il sito ufficiale parla di un display AMOLED da 6,78 pollici con una frequenza di aggiornamento di 120Hz, una tripla fotocamera posteriore con un sensore principale da 50MP, 256GB di memoria interna e ben 12GB di RAM. A completare il quadro ci sono una batteria da 5.000mAh, sensore di impronte digitali sotto lo schermo, sblocco facciale, porta USB-C e, sorprendentemente, un jack per cuffie da 3,5mm, una caratteristica ormai quasi estinta nei dispositivi moderni. Il sistema operativo? Android 15, quindi arriverà con un sistema vecchio di un anno.
E qui iniziano le perplessità, che sono tanto numerose quanto le promesse. La prima, e più audace, è l'affermazione che lo smartphone sia "progettato e costruito negli Stati Uniti". Si tratta di una dichiarazione che stride fragorosamente con la realtà della produzione globale di smartphone. Persino giganti americani come Apple, il cui CEO Tim Cook ha più volte spiegato le complessità della filiera, assemblano la quasi totalità dei loro dispositivi in Asia. L'idea che una startup come Trump Mobile possa aver creato dal nulla una catena di produzione statunitense in grado di competere su prezzo e tecnologia è, a detta degli esperti, quasi fantascienza. È molto più probabile che si tratti di un dispositivo di manifattura asiatica, forse personalizzato con un logo, piuttosto che di un autentico prodotto "Made in USA".
Le incongruenze non si fermano alla produzione. L'analisi delle specifiche tecniche rivela una serie di campanelli d'allarme. La più clamorosa è l'assenza di un dettaglio fondamentale: il processore. Il sito ha una sezione dedicata, ma è vuota. È come descrivere un'automobile di lusso senza menzionare il motore. Inoltre, la combinazione di specifiche è bizzarra. Un dispositivo con Android 15 e connettività 5G appartiene tipicamente alla generazione più recente, che ha però abbandonato quasi universalmente il jack per le cuffie. Trovare queste tre caratteristiche insieme è estremamente raro. La stessa documentazione sul sito appare raffazzonata, arrivando a definire la RAM come "storage" e la batteria come "fotocamera a lunga durata da 5000mAh" (quest'ultimo errore è stato poi corretto), errori che suggeriscono una fretta e una scarsa attenzione ai dettagli tecnici.
L'immagine promozionale dello smartphone non fa che alimentare i dubbi. Appare come un rendering frettoloso, quasi un collage mal eseguito in Photoshop, con le fotocamere posteriori spaziate in modo innaturale e un design che sembra un incrocio poco armonico tra un iPhone e un generico dispositivo Android.
Di fronte a questa montagna di incertezze, la domanda sorge spontanea: cosa riceveranno davvero i clienti a settembre? Gli analisti del settore tech, come quelli di The Verge, hanno già affibbiato al T1 l'etichetta di "vaporware", un termine usato per descrivere prodotti annunciati con grande fanfara ma che rischiano di non materializzarsi mai o di essere profondamente diversi dalle promesse iniziali.
Al di là degli aspetti tecnici, l'operazione solleva anche questioni di opportunità e potenziale conflitto di interessi. L'ingresso della famiglia di un presidente in carica in un settore pesantemente regolamentato come quello delle telecomunicazioni, supervisionato dalla Federal Communications Commission (FCC), crea uno scenario a dir poco delicato.
Trump Mobile T1 Phone 8002 sembra essere più un'operazione di marketing politico che un serio tentativo di entrare nel mercato della telefonia. È un prodotto che vende un'idea – quella di un lusso nazionalista e tecnologicamente avanzato – ma che, a un'analisi più attenta, si rivela un castello di carte pieno di incongruenze. Resta da vedere se a settembre verrà spedito uno smartphone vero e proprio o se, come molti sospettano, questa si rivelerà solo l'ennesima, e forse più audace, "cinesata" dorata dell'era Trump.