Obsolescenza programmata: TAR accoglie il ricorso di Samsung ma non quello di Apple

Samsung e Apple hanno fatto ricorso al TAR per la multa ricevuta rispettivamente di 5 e 10 milioni di euro. Il TAR del Lazio ha accettato il ricorso dell'azienda sudcoreana fissando un'udienza di merito il prossimo 17 Luglio. Rifiutato quello del gigante di Cupertino.

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a cura di Lucia Massaro

Lo scorso ottobre, l’Antitrust aveva comminato una multa di 10 milioni di euro ad Apple e di 5 milioni di euro a Samsung. L’accusa era di obsolescenza programmata, ossia i due colossi sono stati accusati di rallentare volutamente i propri dispositivi tramite gli aggiornamenti firmware per accelerare il ciclo di sostituzione degli smartphone.

Come abbiamo avuto modo di raccontarvi nello specifico in un nostro precedente articolo, ciò che veniva contestato era - per Samsung - il rallentamento del Galaxy Note 4 a seguito dell’update ad Android Marshmallow e - per Apple - l’usura della batteria che inficiava le prestazioni. In entrambi i casi, gli utenti non erano stati informati delle conseguenze derivanti da alcuni aggiornamenti.

Se Samsung ha pagato la multa e ha pubblicato la sentenza sul suo sito per un mese, come stabilito dal giudice, non è chiaro se Apple abbia pagato quanto gli è stato comminato. Entrambe, però, hanno fatto ricorso al TAR del Lazio. Il produttore di Seul ha chiesto di avere un’udienza di merito nella speranza di un’assoluzione che porterebbe all'annullamento della multa.

Alla luce dell’ordinanza pubblicata dal TAR, si legge che il ricorso di Samsung è stato accettato con l’udienza di merito fissata per il 17 luglio 2019. Mentre, è stata completamente respinta quella del gigante di Cupertino. Non è di certo il primo tribunale in cui Apple deve difendersi da quest’accusa. Lo scorso gennaio, è partita un’inchiesta preliminare da parte della Procura di Parigi dove, però, si tratta anche di una violazione del codice penale, punita con la reclusione fino a due anni.

Apple è sotto accusa pure negli Stati Uniti, dove gli avvocati – nella giornata di ieri – hanno affermato che l’azienda non può essere citata in giudizio per i rallentamenti causati dagli aggiornamenti iOS paragonando Apple a un imprenditore edile che non può essere ritenuto responsabile per il danno inflitto in nome di un miglioramento.

Una teoria giuridica piuttosto bizzarra che confermerebbe quanto affermato nel 2017 – dopo la serie di accuse emerse su Reddit – quando l’azienda guidata da Tim Cook si era difesa dichiarando che “le batterie agli ioni di litio diventano con il tempo sempre meno capaci di fornire i picchi di corrente richiesti, oltre ad avere una bassa capacità di ricarica nel tempo. Aspetti che possono causare uno spegnimento anomalo dei dispositivi al fine di prevenire danni alle componenti". Tuttavia, potrebbe non essere la linea difensiva adeguata dato che Apple non ha mai informato i suoi utenti di rallentamenti volontari per “offrire la migliore esperienza utente”.

Insomma, una questione che continuerà a far parlare nei prossimi mesi e non solo. L’obsolescenza programmata è un tema che si fa sempre più insistente e a cui l’utente si interessa sempre di più dato anche il continuo aumentare dei prezzi degli smartphone di ultima generazione.

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