Parental control obbligatorio sulle SIM per minori, ecco perché la norma è fatta male e non servirà

Nuovo parental control Agcom automatico su SIM minori, blocca 8 categorie di siti con attivazione via PIN o OTP. Non funzionerà nella forma attuale.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Di recente, l'Agcom ha introdotto nuove linee guida per proteggere i minori dai rischi del cyberspazio attraverso l'adozione di sistemi di parental control che ritiene essere più efficaci.

Nonostante gli sforzi degli operatori telefonici dal 2020, la necessità di proteggere i giovani dai contenuti inappropriati persiste, portando l'Autorità garante delle comunicazioni a intervenire con una delibera incisiva, anche se crediamo che essa non otterrà i risultati sperati.

Parental control: una difesa contro i rischi online

Il parental control è un meccanismo attraverso il quale i genitori possono supervisionare l'attività online dei loro figli, bloccando l'accesso a siti non appropriati. Sebbene alcuni sistemi integrati siano già presenti su sistemi operativi e app, l'Agcom ha sottolineato la necessità di un approccio più pervasivo per garantire una maggiore sicurezza.

Come funziona il nuovo sistema di controllo parentale?

L'Agcom ha identificato otto categorie di siti considerati inappropriati per i minori. 

  • Contenuti per adulti - Siti web riservati ad un pubblico maggiorenne, siti che mostrano nudità totale o parziale in un contesto sessuale pornografico, accessori sessuali, attività orientate al sesso. Siti che supportano l'acquisto online di tali beni e servizi.
  • Gioco d’azzardo/scommesse - Siti che forniscono informazioni o promuovono il gioco d'azzardo o supportano il gioco d'azzardo online e/o scommesse.
  • Armi - Siti che forniscono informazioni, promuovono o supportano la vendita di armi e articoli correlati.
  • Violenza - Siti che presentano o promuovono violenza o lesioni personali, comprese le lesioni autoinflitte, il suicidio, o che mostrano scene di violenza gratuita, insistita o
    efferata.
  • Odio e discriminazione - Siti che promuovono o supportano l’odio o l'intolleranza verso qualsiasi individuo o gruppo
  • Promozione di pratiche che possono danneggiare la salute alla luce di consolidate conoscenze mediche - A titolo di esempio siti che promuovono o supportano l'anoressia e/o la bulimia, l’uso di sostanze stupefacenti illegali, di alcol o di tabacco.
  • Anonymizer - Siti che forniscono strumenti e modalità per rendere l’attività online irrintracciabile.
  • Sette - Siti che promuovono o che offrono metodi, mezzi di istruzione o altre risorse per influire su eventi reali attraverso l'uso di incantesimi, maledizioni, poteri magici o essere soprannaturali.

L'Autorità ha deciso di intervenire imponendo che i blocchi siano attivati automaticamente al momento dell'acquisto di una SIM per minori o, in caso di SIM già attive, che vengano attivati successivamente. Il sistema vale anche per SIM intestate agli adulti (i genitori), per le quali sarà possibile richiedere l'attivazione del blocco direttamente all'operatore.

Il parental control non sarà un blocco monolitico. I genitori potranno personalizzare i filtri, sbloccando specifiche categorie o disattivandoli completamente. Gli operatori offriranno anche la possibilità di attivare blocchi temporanei , limitando l'accesso solo in determinati orari. Inoltre, il servizio potrà essere disattivato quando il figlio raggiunge i diciotto anni di età.

Come attivare il nuovo parental control

Gli utenti potranno attivare il parental control attraverso diverse modalità, tra cui l'utilizzo del PIN di attivazione ottenuto al momento dell'acquisto della SIM, un codice riservato di attivazione OTP tramite SMS o email, SPID o attraverso l'area riservata sul sito dell'operatore.

Ci sono alcuni problemi fondamentali

Nonostante i blocchi imposti dall'Agcom, rimangono ancora diverse lacune in questo genere di controllo parentale. Uno di questi riguarda la pubblicità. L'Autorità non può intervenire sulla pubblicità utilizzata dai siti in questione al di fuori dei loro canali ufficiali. 

L'Agcom si impegna inoltre a comunicare i criteri per identificare specifici siti da bloccare anche se, al momento della stesura di questo articolo, non è stata ancora pubblicata una lista ufficiale su cui gli operatori possono basarsi. Di fatto, in questo preciso momento, essi dovranno basarsi su liste di siti ottenute da terze parti oppure compilare le proprie in autonomia.

Un altro ostacolo a questo genere di controllo parentale viene in mente se pensiamo che molti dei contenuti proibiti possono essere facilmente condivisi e reperiti per vie traverse. Vengono in mente sicuramente i social network, alcuni dei quali non hanno infatti una politica stringente (e quelli che ce l'hanno non sempre riescono ad applicarla) riguardo ai contenuti erotici, violenti o per il gioco d'azzardo. I canali e i gruppi sulle app di messaggistica sono un altro vettore di contenuti che potrebbero facilmente essere categorizzati nella lista proibita di Agcom.

Qual è in quest'ultimo caso la soluzione? Non è di certo possibile bloccare completamente il traffico proveniente da app come WhatsApp, Telegram, Facebook o X (ex Twitter), come non è possibile filtrare tutti i contenuti di tali app per bloccare solamente quelli ritenuti inopportuni.

Il modo in cui molti operatori hanno deciso di gestire il blocco è poi altrettanto discutibile. Magari in qualche modo efficace, ma certamente opinabile.

Iliad, per fare un esempio, ha stretto una partnership per offrire gratuitamente ai propri utenti McAfee Safe Family, un sistema prodotto dunque da un'azienda terza che monitorerà l'uso dello smartphone del minore. Si tratta quindi di un controllo che avviene a livello di smartphone e non di rete, come dovrebbe essere.

Vodafone, sempre per fare un ulteriore esempio, permette di disattivare il controllo parentale dall'applicazione My Vodafone, applicazione che sicuramente i minori vorranno sul proprio smartphone per monitorare le soglie di utilizzo delle proprie offerte. Se si ha accesso ai dati relativi a costi e consumi tramite l'accesso all'account personale dall'app, si può quasi certamente accedere tramite la stessa app al controllo parentale. Non sembra una grande idea.

WindTre ha un approccio leggermente diverso ma a nostro parere altrettanto inefficace. Richiede come per Vodafone l'utilizzo di una delle due applicazioni proprietarie, chiamate Family Protect e Junior Protect, che perlomeno sono separate dall'applicazione principale per il controllo di soglie e offerte. Come Iliad, però, si tratta di un controllo a livello di smartphone e non di rete.

TIM offre il proprio servizio di parental control tramite l'app Navigazione sicura, nella quale viene offerta addirittura una VPN per proteggere i dati dei minori sui Wi-Fi pubblici. La delibera Agcom scrive però chiaramente che dovrebbe essere vietato l'accesso a "strumenti e modalità per rendere l’attività online irrintracciabile". Tra questi dovrebbero essere incluse per l'appunto anche le VPN che mascherano il traffico online, stando alla definizione data dal garante.

Siccome è certamente possibile fermare l'esecuzione di tutte queste app o usare la rete dati su un dispositivo terzo (hotspot Wi-Fi collegando un laptop o tablet, per esempio?) questo genere di blocco ha davvero poco senso.

Il panorama attuale è più confuso che mai.

E anche se questa opzione può sembrare abbastanza ovvia, la possibilità stessa di disattivare il blocco, per quanto lecita, costituisce un ulteriore fattore di rischio. Per questo è sempre e comunque fondamentale un controllo attivo da parte dei genitori.

La delibera, per concludere, non prevede una sanzione pecuniaria in caso di non ottemperanza degli obblighi in capo agli operatori telefonici.

Si tratta comunque di un primo passo verso la direzione giusta, non fraintendeteci, ma sembra quasi di essere davanti ad una delibera pensata frettolosamente e senza un ragionamento approfondito sulle sue conseguenze, sui metodi di applicazione e sui possibili modi in cui i minori potrebbero aggirare questi controlli parentali.

Non so voi, ma io credo che i teenager attuali siano molto più svegli di quanto gliene si dia atto e siano perfettamente in grado di trovare strade alternative a cui i genitori (e a quanto pare i legislatori) non hanno minimamente pensato.

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