Con la Nintendo Switch 2 finalmente disponibile sul mercato globale, le analisi approfondite e i benchmark dei primi utenti e della stampa iniziano a delineare un quadro prestazionale chiaro e ricco di contrasti. La nuova console ibrida di Nintendo si conferma un gigante nel comparto grafico, ma rivela inaspettate debolezze sul fronte della CPU, evidenziando una precisa filosofia di design basata su importanti compromessi.
Dopo un'attesa spasmodica, la Switch 2 è arrivata portando con sé il suo nuovo e potente chip Tegra personalizzato, sviluppato in collaborazione con NVIDIA. Se l'obiettivo era quello di offrire il silicio più avanzato in ambito portatile, i test confermano che Nintendo ha centrato il bersaglio per quanto riguarda la potenza grafica. Tuttavia, la console presenta un'anima a due velocità, dove la forza della GPU è controbilanciata da un processore centrale che, in determinati scenari, fatica più del previsto.
Uno dei test che ha fatto parlare di sé di recente proviene dall'utente X @tofu_mkw. L'analisi mette a confronto diretto la Nintendo Switch 2 con il suo predecessore, un laptop di fascia media (con Intel Core i7-1165G7) e, sorprendentemente, un Google Pixel 7a. Utilizzando Minecraft, è stata avviata una simulazione di una massiccia esplosione di TNT, un'operazione notoriamente intensiva per la CPU a causa della complessa fisica delle particelle da calcolare in tempo reale.
I risultati sono stati illuminanti. Mentre il PC ha gestito la scena con agilità, la nuova Switch 2, pur rappresentando un netto passo avanti rispetto alla prima Switch, ha mostrato evidenti segni di affanno. Il dato più sorprendente è che il Google Pixel 7a, uno smartphone di fascia media equipaggiato con il chip Tensor G2 di due generazioni fa, ha superato la Switch 2 in questo specifico compito, mantenendo un framerate più stabile. Questo benchmark dimostra che, quando isolata e messa sotto massimo sforzo, la CPU della nuova console non è in grado di competere con processori anche meno recenti del mondo mobile.
Questa debolezza della CPU non è una svista, ma una scelta progettuale deliberata e coerente con la storia di Nintendo. L'azienda di Kyoto ha chiaramente privilegiato l'efficienza energetica e la gestione del calore per garantire il vero punto di forza della console: una lunga autonomia in modalità portatile. Un processore meno potente consuma meno batteria e scalda meno, permettendo di mantenere un design compatto e leggero senza la necessità di sistemi di raffreddamento ingombranti e rumorosi.
Nintendo ha sacrificato la potenza di picco della CPU per offrire un'esperienza di gioco bilanciata e duratura, un approccio che si discosta nettamente dalla corsa alle prestazioni pure che caratterizza altri segmenti del mercato.
Se la CPU solleva interrogativi, la GPU li spazza via con una performance strabiliante. È qui che il nuovo chip Tegra mostra i muscoli. Il salto generazionale rispetto alla prima Switch è immenso e tangibile. Un esempio emblematico è Batman: Arkham Knight, un titolo tristemente noto per la sua disastrosa conversione sulla prima console, che sulla Switch 2 rinasce, girando in modo fluido, con una risoluzione più alta e dettagli grafici enormemente superiori.
Questa potenza grafica è ciò che la maggior parte dei giocatori noterà nell'immediato. Permette agli sviluppatori di abbandonare i pesanti compromessi del passato e di portare sulla piattaforma ibrida esperienze visive complesse e moderne, più vicine a quelle delle console domestiche. Nei giochi dove l'impatto visivo è preponderante, la Switch 2 non teme confronti nel panorama dei dispositivi portatili.