Rischio ban per Oppo, OnePlus, Vivo e realme in Europa: cosa sta succedendo? | Aggiornato

Cosa sta succedendo? Si prospetta un ban europeo per questi brand come accaduto per Huawei negli USA? Verranno coinvolti altri produttori?

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Aggiornamento del 22/08/2022 alle ore 13:49 - Sono state aggiunte in fondo all'articolo le dichiarazioni ufficiali di alcuni dei brand coinvolti.


Le guerre commerciali nel mondo dell'hi-tech spesso si combattono anche a colpi di cause in tribunale. È proprio quello che sta accadendo in questo momento in Germania, dove Oppo e OnePlus sono state obbligate a cessare la vendita dei propri smartphone dopo essere state citate in giudizio dal gigante delle comunicazioni Nokia (diverso dalla Nokia che produce smartphone e controllata da HMD Global).

Cosa sta succedendo? Si prospetta un ban europeo per questi brand come accaduto per Huawei negli USA? Verranno coinvolti altri produttori?

La guerra dei brevetti

Partiamo dallo spiegare cosa sta effettivamente accadendo sul territorio tedesco. Nokia si è rivolta al tribunale competente di Mannheim per una violazione di alcuni brevetti in ambito telecomunicazione da parte di Oppo e OnePlus, che ricordiamo ora sono un tutt'uno.

La vicenda ha inizio nel 2021, quando Nokia ha deciso di portare in tribunale Oppo (e di conseguenza OnePlus) e Lenovo (con il proprio brand Motorola) per la violazione di alcuni brevetti legati alle tecnologie di comunicazione 4G e 5G, brevetti depositati dal brand finlandese nel 2018. Nokia ha richiesto il pagamento delle royalties di 2,50 euro per ogni smartphone venduto che ha infranto il brevetto e, mentre con Lenovo è riuscita ad accordarsi, Oppo ha deciso di fare ricorso al tribunale di Monaco.

La situazione è precipitata nei giorni scorsi, quando Oppo e OnePlus hanno perso il ricorso e dal 5 agosto 2022 hanno dovuto fermare la vendita dei propri smartphone in Germania.

Le prime conseguenze

Gli smartphone già venduti continueranno a ricevere supporto post vendita, come sottolineato nelle pagine web localizzate dei due brand.

I principali rivenditori di elettronica come MediaMarkt (il nostro MediaWorld e marchio a capo anche dei negozi Saturn), Amazon e i vari operatori di rete potranno continuare la vendita degli smartphone presenti in magazzino, ma non potranno acquistarne di nuovi dalle aziende coinvolte. Sembra sia per loro possibile importarne di nuovi dalle proprie sedi estere, anche se Nokia potrebbe intervenire causando problemi alla dogana.

Cosa potrebbe accadere in futuro?

La situazione non è delle migliori per le aziende del gruppo BBK. Oppo potrebbe decidere di lasciare completamente la Germania, non essendo uno dei mercati principali in cui opera e in cui ha venduto solamente 2 dei 150 milioni di smartphone che è riuscita a consegnare nelle mani dei propri clienti in tutto il mondo. OnePlus, che ha probabilmente una quota minore ma è comunque legata ad Oppo più che mai, seguirebbe.

La seconda opzione potrebbe essere quella di decidere di pagare le royalties a Nokia per ogni prodotto venduto. Il problema è che si tratterebbe di cifre indubbiamente importanti, in quanto si dovrebbe pagare una percentuale non solo sugli smartphone distribuiti in Germania, ma su ogni smartphone Oppo a livello globale.

Il pericolo è in tutta Europa, anche per Vivo e realme

Nokia non si è accontentata di citare in giudizio solamente Oppo e OnePlus e tantomeno si è limitata ai confini della Germania. Ha preso di mira anche realme e Vivo in Francia, Finlandia, Svezia, Spagna, Regno Unito e Paesi Bassi, minacciando in pratica di eliminare da alcuni dei mercati europei più importanti tutti i brand del gigantesco gruppo cinese BBK.

L'Italia al momento non è coinvolta da questa diatriba internazionale. Tuttavia, se questi brand decidessero di lasciare l'Europa a causa delle guerre sui brevetti, il mercato degli smartphone perderebbe alcuni dei migliori prodotti ad oggi disponibili ed entrerebbe in un'era in cui i consumatori finali avrebbero meno scelta a disposizione. E si sa, la minore concorrenza va solo a danneggiare i consumatori finali...

Oppo ha rilasciato una comunicazione ufficiale su quanto accaduto in Germania che vi riportiamo di seguito:

"In quanto proprietaria di numerosi brevetti 5G, Oppo attribuisce grande valore al ruolo della proprietà intellettuale nell'innovazione. Abbiamo una storia di accordi di cross-licensing con molte aziende leader e ci impegniamo a promuovere un ecosistema di proprietà intellettuale corretto e fondato su sani principi. Il giorno successivo alla scadenza del contratto 4G tra Oppo e Nokia, quest'ultima si è immediatamente rivolta al tribunale dopo aver richiesto un compenso irragionevolmente alto per il rinnovo.

Il nostro impegno a lungo termine per il mercato tedesco rimane invariato e stiamo lavorando in modo proattivo con le parti interessate per risolvere la questione in corso. Fatta eccezione della sospensione delle vendite e della commercializzazione dei prodotti in questione sui canali di proprietà di Oppo, quest'ultima continuerà a operare in Germania. Nel frattempo, gli utenti possono continuare a utilizzare i prodotti Oppo, accedere ai servizi post-vendita, ricevere i futuri aggiornamenti del sistema operativo e altro ancora".

Anche OnePlus ha voluto dire la sua riguardo la guerra dei brevetti in corso, dichiarazione che trovate più in basso:

"OnePlus rispetta diligentemente le leggi e i regolamenti in tutti i mercati in cui opera. In qualità di marchio leader nel settore tecnologico, riconosciamo l'importanza della proprietà intellettuale e crediamo sia fondamentale un accesso equo ai brevetti essenziali. La richiesta di Nokia di una tariffa irragionevolmente alta è dannosa in tal senso. Stiamo lavorando attivamente con le parti interessate per risolvere la questione legale in corso.

Mentre le vendite e la commercializzazione dei prodotti in questione sono sospese, OnePlus rimane impegnata nel mercato tedesco e continuerà le sue attività. Nel frattempo, gli utenti di OnePlus in Germania possono continuare a usufruire dei nostri prodotti e dei servizi correlati esattamente come prima, come i regolari aggiornamenti software e il servizio after-sales.

L'ingiunzione è limitata solo alla vendita e alla commercializzazione di determinati prodotti in Germania e nessun altro mercato europeo è interessato".

Vivo, al contrario, ha così risposto alla nostra richiesta di un commento:

"Purtroppo non possiamo commentare i procedimenti legali in corso. Grazie per la comprensione".