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Pro
- Ottima resa acustica con tutti i generi
- Equalizzatore
- ANC
- Autonomia batteria
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Contro
- Ergonomia limitata per chi porta gli occhiali
- Prezzo
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto

Sony WH-1000XM6
È possibile migliorare all’infinito un prodotto? La risposta più onesta che posso darvi è “no”, anche se molto dipende dalla tipologia di prodotto. Meno di un anno fa pubblicavo un video intitolato “Questo è il problema della cuffie moderne” (lo trovate qui sotto), e in quell’occasione denunciavo il fatto che le cuffie, così come gli auricolari, hanno raggiunto un livello di sviluppo tale che fare la differenza è quasi impossibile.
E ora mi ritrovo a parlarvi, dopo più di una settimana di prova, delle nuove Sony WH-1000XM6, le nuove cuffie circumaurali top di gamma, con ANC, di Sony. E vi dico subito che non ho cambiato il pensiero che esprimevo in quel video, ma nonostante non siamo davanti a una rivoluzione, abbiamo per le mani un’evoluzione e un prodotto che dovrebbe essere considerato da chiunque sia alla ricerca di una cuffia di fascia alta.
Se non avete voglia di ascoltare tutto il video, il concetto che esprimevo è abbastanza semplice: le cuffie moderne hanno raggiunto un livello di evoluzione che migliorare la qualità dell’audio e dell’ANC è sempre più difficile, e anche se è possibile farlo e i miglioramenti possono essere misurati, percepirli nella vita reale è sempre più difficile se non impossibile. Di conseguenza la corsa alla nuova cuffia è rallentata e chi possiede un modello non più di primo pelo, non dovrebbe disperare.
Vediamo come è andata la mia prova delle WH-1000XM6, cosa cambia rispetto al modello precedente e chi dovrebbe acquistarle.
Recensione in 1 minuto
Le Sony WH-1000XM6 rappresentano un’evoluzione intelligente del modello precedente: nessuna rivoluzione, ma un miglioramento mirato dove conta. Il design è simile ma le differenze permettono di distribuire meglio il peso; l’ergonomia è buona, anche se chi porta gli occhiali potrebbe avvertire fastidio dopo lunghe sessioni.
Il suono è equilibrato: bassi presenti ma non invadenti, medi ben controllati, alti buoni ma mai taglienti. Non è una cuffia “spinta” su uno spettro preciso, e questo la rende perfetta per ascoltare qualsiasi genere musicale — dalla classica al rock, passando per elettronica e pop — anche senza equalizzazione. Se si vuole il massimo, però, l’equalizzatore aiuta a tirare fuori ancora più dettaglio.
L’ANC è tra i migliori sul mercato, con 12 microfoni e un sistema adattivo che si regola in base alla testa dell’utente. L’autonomia è ottima: 30 ore reali con ANC attivo e 3 ore di carica in soli 3 minuti. Ottime anche nelle chiamate vocali.
Il prezzo è alto (449€ su Amazon), ma se cercate una cuffia wireless top di gamma, questa è una delle migliori scelte possibili oggi. Se invece avete già una XM4 o XM5, il salto non è obbligatorio.
Come sono fatte
Come ho accennato non siamo davanti a una rivoluzione, piuttosto a un’evoluzione, ma nonostante ciò le nuove XM6 sono facilmente distinguibili dal modello precedente per via di un design un po’ più ingombrante, con padiglioni più pronunciati e un archetto più ampio che permette di distribuire il peso sulla testa in maniera migliore.
L’archetto non segue il disegno della testa, quindi si appiattisce all’apice, ed integra un’imbottitura molto morbida che pone veramente poca resistenza alla pressione. Lo stesso vale per l’imbottitura dei padiglioni. In molte altre cuffie il materiale usato, rimanendo pur sempre soffice, pone un po’ più di resistenza alla pressione, mentre in questo caso serve veramente poco per “schiacciare” completamente il padiglione contro la testa, comportamento che mi ha preoccupato fin da subito, soprattutto perché l’archetto fa abbastanza pressione schiacciando i padiglioni ai lati della testa. Il risultato di comfort, come vedremo più avanti, è un mix: va bene per la maggior parte delle persone, ma se siete molto sensibili e portate gli occhiali, dopo un po’ vorrete toglierle per avere un po’ di sollievo.
I padiglioni ruotano di (quasi) 180 gradi, mentre l’archetto si allunga per adattarsi a tutte le teste in maniera libera, quindi senza un meccanismo a scatti. Tutto attorno alla copertura esterna destra e sinistra possiamo vedere le feritoie dietro a cui si nascondono i microfoni, mentre la porta USB-C per la ricarica della batteria è nella parte inferiore del padiglione destro. Su quello opposto troviamo un connettore jack da 3.5mm, il tasto di accensione / abbinamento bluetooth, un LED di stato e il tasto per l’attivazione dell’ANC / modalità trasparenza.
La superficie del padiglione destro è sensibile al tocco e permette di attivare / disattivare la musica, rispondere alle chiamate o regolare il volume. Coprendo l’intero padiglione con il palmo della mano si attiva la modalità di trasparenza che usa i microfoni per catturare la voce esterna, compresa la nostra, e permette di parlare con una persona senza dover togliere le cuffie.
La parte finale dello stelo, poco prima dell’attacco dei padiglioni, si ripiega su se stessa, così da ridurre l’ingombro e facilitare il trasporto per coloro che cercano il minimo ingombro.
Le cuffie usano il Bluetooth 5.3 per la connessione senza fili, con Fast Pair e Swift Pair, e possono connettersi a due dispositivi in contemporanea.
Autonomia
Sony parla di 30 ore di autonomia con ANC attivo, un valore molto vicino alla realtà, ma in ogni caso grazie alla funzione Quick Charge è possibile ottenere 3 ore di autonomia con soli 3 minuti di ricarica, di conseguenza la batteria non sarà assolutamente un problema. Inoltre è possibile continuare l’ascolto anche con la batteria in carica.
Prova di ascolto
I driver alla base di queste nuove XM6 sono stati riprogettati da zero, pur rimanendo un modello a 30 mm. Sono dotati di una cornice interna basculante che gestisce meglio le vibrazioni per ottenere un timbro sonoro migliore, secondo ovviamente gli obiettivi di Sony. Driver e software sono stati realizzati assieme a Mike Piacentini, master engineer che ha ricercato una resa audio analoga ai master che ha realizzato nel corso degli anni. Lo scopo non era offrire un suono neutro ma un suono che bilanciasse al meglio medi, bassi e alti, e restituisse una pasta analoga a quella delle produzioni di Piacentini (le cui esperienze spaziano da Rage Against The Machine, passando per Bob Dylan, fino a Lady Gaga). Per mostrare come il risultato sia stato ottenuto, lo stesso Piacentini ha condiviso una playlist di brani (di generi notevolmente diversi) per far ascoltare come le XM6 possano gestire, senza equalizzazione opzionale, una notevole varietà di generi musicali.
Il processore audio utilizza algoritmi di IA per upscalare i brani a bassa risoluzione e garantire un ascolto ottimale anche a quegli utenti che sfruttano YT o sorgenti a bassa risoluzione. Il risultato è generalmente convincente, ma un orecchio attento percepisce che nella maggior parte dei casi si tratta di un incremento del volume, con annessa una leggera distorsione, rispetto a un “remix” generato dall’IA in tempo reale. I codec supportati sono il LDAC e il DSEE Extreme.
Vediamo come se la cavano alla prova d’ascolto con i brani di riferimento che solitamente uso. Baby Plays Around di Anne Sofie von Otter è una traccia molto “sporca” ma che mette in risalto la fantastica voce femminile ed è possibile capire quanto una cuffia sia precisa sugli alti ascoltando tutte le piccole imprecisioni della cantante. Le XM6 se la cavano bene, anche se è chiaro come, senza equalizzazione, si sia preferito non spingere la resa troppo in alto. In altre parole, c’è una componente media, medio bassa che fa perdere quel poco di precisione in più che si può notare su cuffie di fascia ancora più alta.
Uh Uh dei Thundercat mette a dura prova il controllo dei bassi, le variazioni tonali e serve un altoparlante / cuffia molto veloce per riprodurla come si deve. Le XM6 se la cavano bene, ma è chiaro come si sia cercato di evitare anche un'estensione nella parte più bassa dello spettro. Sembra si sia cercato un equilibrio estendendo il più possibile la resa senza che venga estremizzata.
Das Spiegel dei Chemical Brothers è un altro brano non semplice da gestire con i suoi attacchi e interruzioni repentine, ma in questo caso le XM6 se la cavano bene, l’estensione nella parte alta dello spettro è ottima e c’è un buon supporto della medio bassa e bassa, anche se non vanno troppo in basso.
L’ascolto di alcune colonne sonore di musica classica e cori, che dovrebbero far capire la dinamica e apertura delle cuffie restituisce il risultato immaginato: un’ottima resa, un precisione e velocità adeguata, ma manca sempre un po’ di freschezza negli alti.
Ho proseguito l’ascolto con “The National Anthem” dei Radiohead, una traccia molto “confusa” che mette a dura prova il controllo su praticamente tutto il range di frequenze, e il risultato è buono, ma non ottimo, con una sensazione di “impasto” generale all’apice della traccia. Con Spoon (Can) manca sempre qualcosa nella parte alta dello spettro.
Devo specificare che per un prodotto di questo genere ho voluto essere “severo”. Molte di queste tracce di controllo le ho ascoltate con cuffie e impianti audio di livello superiore, di conseguenza mi sono concentrato nell’identificare le mancanze riscontrate con le XM6. Tuttavia, non sarebbe corretto dare un giudizio con un confronto del genere, ma quanto vi ho raccontato definisce la differenza rispetto alla perfezione. Detto questo, le XM6 se la cavano molto bene e sono alla pari di moltissime cuffie di fascia alta, posizionandosi nella parte alta della classifica. Dire quali tra queste, le Bose, le Sonos o altri modelli della stessa fascia di prezzo siano le migliori è probabilmente una questione di preferenza timbrica personale. Inoltre, agendo sull’equalizzatore è possibile migliorare la resa con generi musicali specifici. Ed è proprio in questo ambito che le Sony XM6 probabilmente fanno la differenza: la capacità di offrire un’ottima resa praticamente con qualsiasi genere. Per riuscirci Sony ha dovuto stare in una sorta di “zona sicura”, sacrificando la massima estensione e senza gonfiare troppo la parte bassa dello spettro, enfatizzando un ottimo controllo delle medie frequenze.
Il risultato è soddisfacente, se siete amanti di generi specifici sappiate che per ottenere il massimo dovrete agire sull’equalizzatore, ma anche se non lo farete, avrete una resa più che soddisfacente con praticamente tutti i generi musicali.
Cancellazione attiva del rumore
La cancellazione attiva del rumore è migliorata rispetto alle XM5, grazie anche ai 12 microfoni presenti nelle cuffie, quattro in più rispetto agli 8 del modello precedente e ai 4 delle XM4. Via software, inoltre, l’ANC viene gestito in maniera continua, rilevando la posizione delle orecchie, e delle cuffie, e migliorando la cancellazione in base alla conformazione della testa di chi le utilizza.
In breve, sono tra le migliori cuffie con cancellazione attiva del rumore e se la giocano con le Bose QuietComfort Ultra (che potete acquistare su Amazon).
Chiamate telefoniche
Durante le chiamate telefoniche ho sempre sentito molto bene i miei interlocutori e non ho mai ricevuto lamentele sulla qualità della mia voce. Anche in questo ambito, quindi, sono promosse.
Verdetto
Le Sony WH-1000XM6 si posizionano facilmente al vertice della categoria e sono adatte a tutti coloro che cercando un paio di cuffie circumaurali con cancellazione attiva del rumore, nonostante il prezzo di 449 euro le posizioni nella fascia alta del mercato. Rispetto ad altri modelli concorrenti, queste cuffie Sony sono adatte per coloro che vogliono usarle con differenti generi musicali e non solo, se le userete anche per guardare film o serie TV, otterrete il massimo dal vostro investimento. Il motivo è che se la cavano bene con qualsiasi genere, grazie a una scelta di equalizzazione che non predilige un genere anziché l’altro. La resa è equilibrata, enfatizza la fascia media, offre basse frequenze presenti e ben controllate, senza essere troppo vibrante, e un’ottima medio alta, senza estremizzare lo spettro audio. Il risultato è quindi una cuffia tuttofare con un’ottima cancellazione del rumore, al vertice della categoria.
Nonostante questo, devo essere sincero, se già avete un modello precedente (XM4 / XM5) e vi trovate bene, sia per resa qualitativa che ANC, a meno che non vogliate farvi un regalo costoso ha poco senso che passiate a queste XM6. Mentre se la vostra vecchia cuffia ha ormai fatto il suo tempo, con le Sony WH-1000XM6 sarete certi di acquistare un paio di cuffie che probabilmente saranno in grado di servirvi per gli anni a venire senza farvi rinunciare a niente.