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Vivo V23 5G recensione, tutto oro quello che luccica?

Arriva anche in Italia il Vivo V23, con scocca fotocromatica e doppia fotocamera selfie: come se la cava nell'uso quotidiano?

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a cura di Francesca Fenaroli

È arrivato da poco anche in Italia il Vivo V23 5G, uno smartphone pensato per l'intrattenimento e la multimedialità che si promette di diventare da subito l'anima della festa e conquistare il pubblico più giovane.

Sebbene negli ultimi anni i produttori stiano sperimentando con colori e texture, il settore resta sempre dominato da design anonimi e schede tecniche sempre più uniformi. Il Vivo V23 si distingue dalla concorrenza non solo per il materiale fotocromatico che fa cambiare colore alla scocca sotto alla luce del sole, ma anche per la doppia fotocamera anteriore pensata per selfie e vlog.

Dopo aver riscosso un grande successo in Asia, riuscirà il Vivo V23 a trovare il suo posto nel nostro mercato o le sue feature più caratteristiche verranno messe in ombra dalle performance nell'utilizzo quotidiano? Per scoprirlo abbiamo messo alla prova un Vivo V23 nella configurazione da 12/256GB: ecco com'è andata.

Uno smartphone che non passa inosservato

Il Vivo V23 presenta un design sottile e compatto che già dai primi minuti di utilizzo si rivela davvero funzionale e confortevole. Nel progettarlo Vivo si è ispirata senza ombra di dubbio agli ultimi iPhone, adottando bordi piatti e cornici di alluminio metallizzato.

Sul lato destro troviamo il rocker del volume e il pulsante di accensione, mentre sul lato superiore è posizionato uno dei due microfoni; sul fondo troviamo invece il singolo speaker, il secondo microfono, il carrello SIM e il connettore USB tipo-C. Mancano il jack da 3,5 mm e lo slot per le schede microSD.

Dove Vivo mostra il suo carattere è la scocca. Così come sul recente realme 9 Pro, il retro del Vivo V23 nella colorazione Sunshine Gold è realizzato in vetro satinato Fluorite AG con microcristallini, trattato in modo da non assorbire le inevitabili ditate. La sua vera peculiarità è però la fotocromia, cioè la capacità di cambiare colore se esposto alla luce dei raggi solari.

Sotto la luce artificiale lo smartphone presenta una colorazione oro abbastanza calda, mentre in seguito all'esposizione ai raggi UV la scocca assume nel giro di pochi secondi una tinta blu marino. Se invece ci si trova in condizioni d'illuminazione mista il Vivo 23 presenterà tinte cangianti, oscillando tra l'uno e l'altro colore a seconda dell'angolazione.

Questa particolarità non si applica invece alla colorazione Stardust Black: un vero peccato, dal momento che mi sarebbe piaciuto vedere la fotocromia in azione anche su tinte più scure per un effetto più sofisticato, magari ispirato alla confezione stessa dello smartphone a tema "cielo stellato".

All'interno di quest'ultima troviamo una quantità di accessori che ormai sono un tuffo nel passato. In un mercato dove i grandi produttori sacrificano anche il caricabatterie, insieme al Vivo V23 troviamo addirittura:

  • Cavo USB e caricabatterie con ricarica rapida a 44W
  • Cover trasparente
  • Auricolari con jack 3,5 mm
  • Adattatore jack/USB tipo-C.

Display

Il Vivo V23 presenta un display da 6,44 pollici dai bordi quasi piatti: complici le cornici in alluminio, non si nota l'impercettibile curvatura in prossimità dei bordi, che sono leggermente più spessi nella parte alta e bassa dello schermo rispetto ai lati.

Per continuare, anche se involontariamente, le somiglianze con un iPhone è presente una nocca di dimensioni importanti al posto del foro pinhole che ormai domina nel mondo Android: d'altronde, come vedremo nei prossimi paragrafi, le due fotocamere anteriori meritano un certo spazio.

Il pannello a bordo del del Vivo V23 è un AMOLED con frequenza di aggiornamento dinamica da 90Hz certificato HDR 10+ e protetto da vetro Schott Xensation Up, un diretto competitor del ben più famoso Gorilla Glass 5.

Durante l'uso quotidiano il display del Vivo V23, con la sua luminosità massima di 435 nit, si è rivelato più che adeguato in interni o all'ombra, mentre ho riscontrato non poche difficoltà sotto alla luce del sole.

La calibrazione dei colori presenta tre modalità: Standard, Professionale e Luminoso; quest'ultima è la più soddisfacente se come me prediligete le tinte più vibranti. C'è la possibilità di tarare il punto di bianco, che però attenua senza mai annullare l'impercettibile sottotono blu del display.

Mi ha stupita invece l'Always-On Display, che soffre delle traduzioni dell'interfaccia FuntouchOS in italiano oscillando tra "Sempre su schermo" e "Modalità fuori schermo" ma si dimostra per fortuna impeccabile nell'utilizzo dello smartphone.

Positiva anche l'esperienza d'uso del sensore d'impronte digitali posizionato sotto allo schermo, che si attesta su 8/10 tentativi di sblocco riusciti con una velocità relativamente rapida, nella media per un dispositivo mid-range come il Vivo V23.

Fotocamere

Sul retro del Vivo V23 troviamo quella che ormai è divenuta la configurazione standard per gli smartphone di fascia media di questi anni: sono presenti un sensore principale da 50MP, una fotocamera ultrawide da 8MP e una macro da soli 2MP.

Si tratta di una combinazione già vista a bordo di diversi smartphone, che presenta compromessi ormai noti ai più: la fotocamera principale è sicuramente la più interessante, con il suo sensore proprietario JNV con tecnologia ISOCELL 3.0 e stabilizzazione elettronica dell'immagine.

Le immagini ottenute sono discrete, anche se ho riscontrato una certa "pigrizia" nella messa a fuoco non proprio ottimale.

Manca abbastanza prevedibilmente un teleobiettivo, ma lo zoom digitale 2x produce comunque risultati pienamente fruibili; potete proseguire a vostro rischio e pericolo fino a 10x, con la consapevolezza che si perderanno sempre più dettagli.

Si può fare di meglio anche nell'ottimizzazione AI e HDR delle scene, che aumenta il contrasto e la resa dei colori con poca convinzione rispetto ai software di altri produttori. D'altronde è anche questione di gusti: in molti preferiranno ottenere scatti più realistici e intervenire nella fase di editing.

La modalità Ritratto invece mi ha stupita: funziona anche su soggetti non umani e la rilevazione software è molto precisa e soddisfacente. Anche in condizioni di scarsa illuminazione la fotocamera del Vivo V23 si rivela buona ma non eccellente, con una buona resa dei dettagli, in particolare in modalità Notte, ma una tendenza a sovraesporre eccessivamente le fonti di luce.

Molto più modesta è invece la fotocamera ultrawide da 8MP, che fa il suo dovere a patto di trovarsi in condizioni d'illuminazione ottimale ma sacrifica l'accuratezza cromatica, che già nel sensore principale stenta ad avvicinarsi ai livelli di bilanciamento del competitor realme GT 2.

In ultima posizione troviamo come sempre la fotocamera ultramacro da 2MP, che presenta oltre ai limiti del focus fisso ormai noti ai più anche un leggero effetto "vignetta" (dovuto probabilmente all'anello metallico che la circonda) e una resa cromatica ai limiti del bianco e nero che la posizionano al di sotto anche di altri sensori pensati per lo stesso scopo.

L'interfaccia utente della fotocamera proposta da Vivo a bordo del V23 richiede una certa curva di apprendimento, in quanto ffetti e ottimizzazioni software sono sparsi in tutti gli angoli della schermata.

Questa confusione però è almeno parzialmente motivata dal vero protagonista del Vivo V23: il comparto fotografico anteriore, che prevede ben due sensori, l'aggiunta di illuminazione LED e infinite possibilità di scatto.

Selfie sorprendenti (ma non solo)

Il vero cavallo di battaglia del Vivo V23 è infatti la presenza di ben due fotocamere anteriori, rispettivamente un sensore principale da ben 64MP con autofocus e una fotocamera ultrawide da 8MP con campo visivo di 105 gradi.

In aggiunta a ciò, sulla parte superiore dello schermo possiamo trovare inoltre ben quattro flash LED capaci di illuminare ancora di più l'inquadratura, con un effetto non troppo dissimile da quello di una ring light. Questi ultimi si possono modulare in modo da ottenere una luce calda, neutra o fredda.

Il Vivo V23 è ovviamente uno smartphone pensato per chi ha interesse a scattarsi foto e fare riprese, sia per divertimento che per lavoro. Le feature che presenta faranno sorridere i fotografi professionisti e indignare gli utenti più inflessibili, ma il produttore ha compiuto una scelta settoriale che non posso che ammirare, anche se si tratta di frivolezze.

Non deve dunque stupire la presenza, nella sezione Ritratto, di molteplici ottimizzazioni software che permettono di ottenere selfie e vlog a prova di caricamento sui social. Queste ultime spaziano dall'effetto bokeh software e dai classici filtri (alcuni dei quali molto particolari, specialmente i più retro) fino a funzionalità di light painting e doppia visuale.

Anche in questo caso il sensore principale offre prestazioni di gran lunga superiori al grandangolare: manca purtroppo la stabilizzazione ottica, ma l'autofocus permette comunque di ottenere risultati molto soddisfacenti sia in foto che in video. La combinazione tra l'alta definizione il sistema di flash LED è perfetta per evidenziare il make-up o mettere in evidenza il viso anche con scarsa illuminazione.

C'è solo un appunto che ritengo necessario fare: sebbene sia presente un timer che permette di realizzare fotografie e riprese senza mani appoggiando il Vivo V23 a un supporto, manca la possibilità di richiamare lo scatto con una gesture, così come una modalità a scatto continuo che avrebbe di sicuro beneficiato i creatori di contenuti più perfezionisti.

Prestazioni

A bordo del Vivo V23 troviamo il SoC Mediatek Dimensity 920, un chip di fascia medio-alta che rivaleggia direttamente con lo Snapdragon 778, insieme a una CPU octa-core e alla GPU Mali G-68.

Smartphone Geekbench 5 Geekbench ML 3Dmark PCMark Work 3.0 Speedometer 2.0 Jetstream 2
Single core Multi core CPU GPU NNAPI Wild Life Wild Life Stress Test Performance Battery - -
Vivo V23 5G 721 2141 230 Crash Crash 2300 (13,8 fps) 2319 - 2311 (99,7%) 7157 15:33 19,2 (±2,5) Crash
realme GT Neo 2 1003 3197 428 1353 774 4232 (25,30 fps) 4242 - 4212 (99,3%) 14706 13:41 57,92 (±0,20) 86753
Oppo Reno6 717 2066 210 544 939 2022 (12,20 fps) 2020 - 2010 (99,5%) 8062 10:42 35,5 (±1,9) 51249
Honor 50 783 2974 391 931 613 2508 (15,00 fps) 2514 - 2486 (98,9%) 12349 10:04 61,04 (±0,59) 86044

Nel 2022 c'è da aspettarsi una frequenza di aggiornamento superiore ai classici 60Hz anche sui top di gamma, promessa mantenuta da Vivo con il refresh rate di 90Hz del V23, ma è l'ottimizzazione software a fare la differenza. Purtroppo, se la navigazione dell'interfaccia utente non mi ha causato problemi di sorta, non posso dire altrettanto della navigazione sul Web.

Anche correggendo l'alternanza tra 60 e 90Hz impostando la frequenza più alta, ho riscontrato spesso brevi rallentamenti e lag nello scrolling sul browser o sui social network.

Si tratta molto probabilmente di un problema di ottimizzazione software, come evidenziano i risultati ottenuti nei benchmark di Browserbench: Speedometer rileva un valore molto più basso rispetto ai diretti competitor, mentre Jetstream si "arrende" dopo pochi minuti.

In altri ambiti il Vivo V23 con il suo Dimensity 920 gioca nella stessa lega della concorrenza: uno di questi è il gaming, che si è rivelato sorprendentemente piacevole nonostante le difficoltà incontrate con processi molto meno impegnativi.

Aiuta di molto la modalità Ultra-Gioco, che potenzia CPU e GPU a patto di causare un battery drain non indifferente: la mia consueta sessione di Asphalt 9, anche con le grafiche impostate al massimo, si è svolta senza problemi, così come la partita al casual game Magic Tiles, a riprova che la temporanea mancanza di reattività nella navigazione Web non è affatto un problema strutturale dello smartphone.

Il Vivo V23 supporta la ricarica rapida FlashCharge 44W, che risulterà utile a ricaricare completamente la sua batteria da 4200mAh in poco più di un'ora. In condizioni d'uso standard, come evidenziato dal buon risultato di PCMark, lo smartphone arriva senza problemi a fine giornata, ma se imposterete al massimo il refresh rate e userete la fotocamera anteriore con flash lo scaricamento sarà appena più veloce di quanto ci si aspetta da uno smartphone recente.

Funtouch OS 12, un ritorno al passato

Purtroppo Vivo non offre al mercato italiano il meglio delle sue interfacce Android: la nuova OriginOS, più innovativa e coerente dal punto di vista grafico e basata sull'utilizzo dei widget, sembra almeno per il momento confinata alla Cina, mentre in Europa anche sul nuovo Vivo V23 è presente l'interfaccia Funtouch OS, in questo caso per fortuna basata su Android 12.

L'interfaccia di Vivo mi ha ricordato la EMUI degli smartphone Huawei di qualche anno fa: c'è la possibilità di cambiare i temi (spesso esteticamente discutibili, ma tant'è) in uno store proprietario e persino di cambiare il font preimpostato con una manciata di altre opzioni. C'è inoltre poca coerenza nelle forme, con le icone che passano da tondeggianti all'interno del drawer a squadrate nel pannello notifiche.

Purtroppo però il 2016 è passato ormai da anni e nel frattempo la Funtouch OS fatica ad allinearsi del tutto con le potenzialità di Android 12 al pari dell'altra interfaccia del gruppo BBK, ossia l'ottima ColorOS di Oppo.

Manca infatti la "firma" del linguaggio Material You, ovvero la possibilità di personalizzare l'interfaccia utente estraendo i colori dallo sfondo, mentre sono per fortuna presenti le nuove feature dedicate alla privacy e ai permessi accordati a fotocamera e microfono.

Vivo decide infine di dedicare un grande spazio alla personalizzazione di animazioni e transizioni, modificabili tramite un menù dedicato. Si tratta sicuramente di un modo intelligente per valorizzare la frequenza di refresh a 90Hz dello smartphone, ma avrei preferito, solo in questo caso, meno funzionalità esclusive e una maggiore attenzione alle potenzialità di Android 12.

In ogni caso la policy di Vivo riguardo agli aggiornamenti si sta adeguando a quella di altri brand: per il Vivo V23 sono previsti tre anni di aggiornamenti Android e altrettanti di patch di sicurezza, una previsione che lascia ben sperare per il futuro.

Conclusioni

C'è un'affermazione che ormai è diventata una vera e propria rarità, ma mi sento di fare una volta conclusa la prova d'uso di questo dispositivo: il Vivo V23 è uno smartphone divertente.

Certo, potrete obiettare che è progettato per le frivolezze, i TikTok, i post di Instagram e molte altre abitudini che in molti additano come i mali del mondo, ma come ho già fatto notare ci vuole un certo coraggio per un brand nel posizionarsi fuori dagli schemi e dedicarsi così spiccatamente all'intrattenimento, come invece Vivo ha scelto di fare anche sul mercato italiano con questo smartphone.

Purtroppo, nell'esperienza utente di tutti i giorni, il Vivo V23 è un device di certo utilizzabile ma ancora acerbo rispetto ai "fratelli" Oppo, OnePlus e realme, complice soprattutto la differenza tra l'interfaccia Funtouch OS e la ColorOS.

Confido dunque nel prossimo aggiornamento per restare davvero stupita da questo brand e spero che l'esperimento condotto con la scocca e le fotocamere del V23 non si concluda con questo modello.

Voto Recensione di Vivo V23 5G



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • + Sistema di fotocamere anteriori e LED flash unico

  • + Opzione da 12/256GB

  • + Design eccentrico ma confortevole

Contro

  • - Pannello AMOLED poco luminoso

  • - Frequenza di aggiornamento dinamica poco precisa

  • - Batteria sottotono rispetto ai competitor

  • - Interfaccia di Android ancora acerba

Commento

I due "party trick" del Vivo V23, ovvero la scocca fotocromatica e la doppia fotocamera anteriore, lo collocano senza ripensamenti nella nicchia dell'intrattenimento. Nell'uso quotidiano le prestazioni risentono però di un'ottimizzazione software ancora acerba, e la FuntouchOS 12 ha ancora della strada da fare per arrivare al pari di altre skin Android.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Vivo V23 5G