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Pro
- Idea di fondo originale e brillante
- Altissima rigiocabilità
- Gameplay strategico, coinvolgente e ben bilanciato
- Progressione roguelike ben integrata
- Conversione console ben riuscita
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Contro
- Curva d’apprendimento iniziale ripida
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto

Against The Storm
Against The Storm è un gioco che sfida le convenzioni fin dal suo nucleo. D'altronde, l'idea di base di un city builder è costruire qualcosa che duri, un rifugio permanente dove la vita fiorisca per sempre. Eppure, Eremite Games ci lancia in un mondo dove ogni singolo insediamento che creiamo, frutto di attenta pianificazione e amorevole cura, è destinato a essere spazzato via da un'inesorabile tempesta. Questa premessa, inizialmente disorientante, si rivela essere il fulcro di uno dei giochi del genere gestionale più brillanti e coinvolgenti degli ultimi anni, e il suo arrivo su console permette finalmente di portare questa esperienza unica a un pubblico ancora più vasto.
Nel mondo di Against The Storm, difatti, un cataclisma magico ha trasformato la campagna idilliaca in una landa desolata e flagellata dalla pioggia, dove tutto ciò che si trova al di fuori della Città Bruciante, la capitale magicamente protetta, viene annientato annualmente da venti di forza uragano. Nei panni di un viceré della Regina, il nostro compito è quello di avventurarci durante le brevi finestre di tregua, fondando insediamenti produttivi che ci avvicineranno a una serie di misteriosi sigilli. Completando questi sigilli, allungheremo permanentemente il ciclo della tempesta e ci avvicineremo a comprendere ciò che è accaduto a questo mondo.
Recensione in un minuto
Against The Storm è una sorprendente reinterpretazione del genere gestionale, capace di sfidare le regole scritte e riscrivere il concetto stesso di city builder. La scelta di rendere ogni insediamento effimero, pur mantenendo una progressione a lungo termine, dona al gioco una freschezza rara, che si traduce in un’esperienza intensa, gratificante e profondamente strategica.
La sua anima in stile roguelike si intreccia con una gestione delle risorse e delle priorità sempre serrata, creando un ciclo di gioco appagante che non si limita mai a replicare la stessa formula. Ogni run è un nuovo puzzle, un campo minato di scelte difficili e compromessi, il tutto reso ancora più stimolante dalla varietà delle razze, dei biomi e dei modificatori ambientali.
Nonostante una complessità iniziale che può intimorire, soprattutto su console, l’ottimo lavoro di adattamento garantisce un’esperienza solida e appagante anche con il controller in mano. Insomma, chi cerca un gestionale profondo, originale e capace di sorprendere a ogni partita troverà in Against The Storm un titolo capace di tenerlo impegnato per decine e decine di ore.
La danza del caos controllato
In questo atipico gestionale dimenticate le lunghe sessioni di costruzione di infrastrutture che vi portano a riutilizzare sempre le stesse strategie. Qui, ogni spedizione è un'esperienza fresca e imprevedibile, una sfida che vi costringe ad adattarvi costantemente. Ogni nuovo sito di insediamento presenta un set variegato di modificatori positivi e negativi, che vanno da presenze spettrali che uccidono casualmente i villici senza casa a specie di alberi inquietanti che, oltre al legno, vi procurano anche carne (sì, è esattamente strano come sembra). Mantenere acceso il fuoco del focolare centrale a tutti i costi è, però, la vostra priorità assoluta, mentre inviate i vostri intrepidi umani, castori, lucertole e altre creature antropomorfe che abiteranno nel vostro insediamento a tagliare gli alberi, scoprire nuove radure e raccogliere risorse per costruire case, laboratori e decorazioni.
Nonostante le silhouette marcate e la bassa conta poligonale dei suoi modelli, edifici e alberi possano evocare un'atmosola fiabesca e luminosa, i pericoli che si annidano tra i rami sono più simili alle storie originali dei Fratelli Grimm. Chiaro, non parliamo di un titolo horror o cupo, ma può essere comunque estremamente impegnativo gestire le sue pressioni contrastanti; al centro di tutto ci sono due indicatori cruciali: la grazia della Regina e la sua impazienza. Riempire prima il misuratore della grazia significa aver essenzialmente vinto la mappa, permettendovi di spingervi più a fondo nella desolazione e iniziare un nuovo insediamento. Ma se la sua impazienza raggiunge il massimo, la spedizione è considerata un fallimento e richiamata, e il tempo che avete trascorso lì non vi avvicinerà minimamente a un sigillo.
L'impazienza sale semplicemente con il tempo, ma la grazia può essere guadagnata solo completando missioni semi-randomizzate e mantenendo felici i vostri abitanti: tutti hanno bisogno di cibo e di una casa, ma ogni razza di Against The Storm ha anche desideri più specifici man mano che si sale nella gerarchia dei bisogni. Questo non solo crea un interessante equilibrio, ma aggiunge anche un tocco di personalità a ogni razza. I castori, ad esempio, sono tipi sofisticati che amano i tè e un buon vino d'annata, e sono piuttosto difficili da accontentare. Le lucertole, d'altra parte, si dilettano a sgranocchiare carne secca e a impegnarsi in combattimenti ricreativi. È raro riuscire a soddisfare tutte le specie nel vostro insediamento, quindi di solito dovete scegliere quali favorire. Ma più un gruppo viene viziato, più diventa difficile soddisfarlo nel tempo.
La randomicità è la vostra migliore amica (e peggior nemica)
Soddisfare queste esigenze diventa un avvincente puzzle di risorse, soprattutto perché i progetti che ricevete per laboratori ed edifici industriali sono anch'essi semi-randomizzati. Per esempio, tutte le specie amano torte e biscotti, ma se non avete un mulino per fare la farina in questa sessione... c'è ben poco che potete fare per quanto riguarda il reparto prodotti da forno. Alcune cose possono essere ottenute in quantità limitate da commercianti di passaggio, ma è impossibile basarsi solo su quello – non solo perché non saprete cosa sarà disponibile, ma anche perché le vostre risorse di scambio saranno a loro volta limitate. Insomma, Against The Storm vi sfida costantemente ad adattarvi, e questa è una delle sue maggiori forze.
Allo stesso tempo, addentrandovi man mano più a fondo nei boschi e scoprire nuove zone – il che è necessario per mantenere il carburante nel focolare, trovare cibo e completare gli obiettivi – aumenterà l'ostilità della foresta. Questa minaccia incombente della natura selvaggia, che innervosisce un po' tutti gli abitanti, aumenta anche passivamente più a lungo si rimane in un posto, rendendo più difficile mantenere tutti al sicuro e soddisfatti. Anche aprirsi un varco in una nuova radura aumenta, quindi, leggermente l'ostilità della regina, aggiungendo anche un'ansia relativa alla velocità con cui si è necessario espandersi per non fallire la propria missione.
C'è da dire, però, che anche quando non riuscirete a cavarvela sarete ricompensati per il vostro tempo in qualche piccolo modo. La Città Bruciante offre un imponente albero di progressione a lungo termine in cui si utilizzano le risorse ottenute da ogni spedizione, vincente o perdente, per sbloccare benefici che vanno da piccoli aumenti percentuali a statistiche come la velocità dei villici, a nuovi progetti che possono cambiare completamente il modo in cui impostate un'economia. Questa ridotta quantità di progresso incrementale, che vi assicura che la vostra prossima spedizione sarà sempre un po' meglio equipaggiata della precedente e trasforma l'opera quasi in un roguelike, rappresenta senza dubbio una grande motivazione per continuare anche se avete avuto un momento di stasi.
Equilibrio e profondità
Come avrete capito, Against The Storm non è solo un city builder, bensì rappresenta un'amalgama brillante di strategia casual e meccaniche roguelike. I suoi obiettivi sono chiari e, nonostante la complessità apparente, riesce a catturare l'attenzione senza sforzo, essendo al contempo abbastanza semplice in superficie da attrarvi e sufficientemente complesso da tenervi incatenati al suo gratificante ciclo di gioco rischio/ricompensa.
Il merito del titolo risiede nel suo straordinario equilibrio: la casualità non è mai fine a sé stessa, ma è sempre bilanciata dalle informazioni che il gioco vi fornisce in anticipo. Prima di intraprendere una nuova spedizione, siete a conoscenza dei punti di forza e di debolezza del bioma in cui entrerete; allo stesso modo, una volta arrivati nel nuovo luogo, conoscerete i bonus e le difficoltà specifici che modelleranno il vostro piano a lungo termine.
Eremite Games ha svolto un lavoro encomiabile anche per quanto riguarda la nuova versione console, compito non sempre facile quando si parla di gestionali. Sebbene la ricchezza di informazioni a schermo possa inizialmente risultare soverchiante, in realtà è un sistema ben congegnato e molto comodo dopo qualche ora di gioco, e la transizione dal mouse e tastiera al DualSense di PS5 (questa la versione che abbiamo provato) è sorprendentemente fluida. La navigazione tra i menu e la gestione delle risorse sono intuitive, e le diverse opzioni di automazione e le impostazioni di autopausa estese aiutano a mitigare la necessità di microgestire ogni singolo aspetto, rendendo l'esperienza accessibile anche a chi non è abituato ai giochi di strategia su console. D'altra parte, il gioco, con la sua grafica semplice ma efficace, si presta bene all'hardware di PS5, garantendo prestazioni fluide anche nelle fasi più concitate.