Alcune delle protagoniste più toste dei videogiochi

Un piccolo viaggio nelle storie delle grandi protagoniste, le combattenti che abbiamo accompagnato nel corso di importanti titoli videoludici,

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a cura di Valentina Valzania

Molti dei viaggi videoludici che avete e che abbiamo avuto il piacere di provare nel corso degli anni sono contraddistinti da personaggi forti, uomini o donne che scoprono mondi, combattono mostri, demoni, portano sulle proprie spalle il peso del mondo intorno a loro e, in effetti, la bellezza epica di racconti è una di quelle che rimane maggiormente impressa nel cuore e nella memoria. L'articolo di oggi vuole portare alla luce, ricordare e apprezzare nuovamente, alcune delle protagoniste più toste dei videogiochi, delle donne che hanno combattuto duramente all'interno della narrazione e si sono guadagnate la definizione di combattenti.

Ci teniamo a precisarlo, prima ancora di entrare nella descrizione di questa piccola ma intensa lista che abbiamo steso, non si tratta di un top, non stiamo parlando delle uniche eroine che abbiano dimostrato il loro valore in game, ma è l'inizio di una retrospettiva sulle protagoniste che ci hanno incuriosito e trasportato maggiormente con la loro forza: d'animo o fisica non fa alcuna differenza. Come vedrete, si tratta di volti che associamo a titoli profondamente drammatici e violenti quali Horizon Zero Dawn di Guerrilla o il meno recente Beyond: Two Souls di Quantic Dream, un breve viaggio per valorizzare le complesse eroine che abbiamo avuto l'onore di servire, fianco a fianco.

Abby in The Last of Us Parte II: la furia distruttiva

Come iniziare, effettivamente, questo articolo se non con l'emblema della forza bruta femminile, l'ira funesta in persona, capace di distruggere senza armi, direttamente con le sue stesse mani e con le sue imponenti spalle che, tristemente, hanno fatto discutere la community mondiale. Si parla di Abby che in The Last of Us Parte II è prima la nostra nemica numero uno e poi, lentamente, si tramuta nell'ennesima vittima di un mondo immerso nella violenza, nella sopravvivenza e nell'egoismo; è tenace, forgiata nella sua drammatica infanzia, allenata più dei suoi compagni e, il che non guasta, l'equivalente di un marine nel mondo desolato, e desolante, di The Last of Us.

Con il suo corpo scolpito, la sua destrezza nella lotta e, perché no, anche con le armi, la rendono profondamente letale fin dal primo momento in cui la incrociamo nella baita innevata in cui sfoga anni di sofferenza su Joel; insegue Ellie inesorabilmente ed è difficile non notare quanto non solo sia preparata alle situazioni più estreme, in cui si è immolata fin dall'adolescenza, ma anche quanto sia un punto di riferimento per la comunità che si è creata a Washington, tra le mura di uno stadio adibito a gigantesco edificio abitativo per migliaia di uomini, donne e bambini. Il suo essere protagonista al fianco di Ellie lo scopriamo dalla seconda parte dell'opera firmata Naughty Dog ma, da quel momento, secondo dopo secondo, è innegabile la forza con cui Abby si impone nel mondo di gioco: amica, compagna, lottatrice esperta, doveva necessariamente essere inclusa nel pezzo di oggi.

Aloy in Horizon Zero Dawn: una combattente verso l'ignoto

Un mondo di macchine che padroneggiano la natura, il mondo per come l'umanità lo conosce; fazioni che si schierano differentemente, con credi e ideologie che portano a guerre e scontri di ogni genere; un segreto nascosto nelle macerie di una civiltà perduta, pronto a essere scoperto e, ipoteticamente, a cambiare la concezione del mondo per come è stato sempre pensato: Aloy vive tutto questo in Horizon Zero Dawn ma non da personaggio secondario, che punta a sopravvivere come chiunque altro, è un'emarginata che non conosce nulla del suo passato, che perde l'unica figura paterna mai avuta e si ritrova a percorrere un viaggio terribilmente difficile, alla scoperta di una verità che mia avrebbe potuto immaginare.

Aloy lotta, con le macchine e con gli umani, giunge in luoghi oscuri in cui nessuno è mai riuscito ad arrivare e alla fine è l'unica a sapere la verità sulle macchine e su quello che la terribile, ed egoista, civiltà che li ha preceduto ha causato all'intero pianeta. La sua forza è un fantastico mix tra psicologico e fisico, una donna in grado di portare il peso di una realtà fin troppo dura da accettare anche per noi giocatori. Si forza a salvare il mondo, a darsi uno scopo mentre scopre sempre di più su se stessa e sua sua madre, Elizabeth Sobeck. L'esperienza al fianco di Aloy è tra le più travolgenti e da brividi, un applauso per una qualsiasi ragazza adolescente che, improvvisamente, si ritrova a dover sacrificare tutto per dare una chance al pianeta.

Jodie in Beyond: Two Souls: l'arma letale dell'aldilà

La donna tramutata, fin da giovanissima, in un'arma letale in grado di salvare il mondo contro qualcosa di molto più complicato delle armi e delle guerre: il mondo dei morti. Jodie nasce nel mondo comune ma viene immediatamente abbandonata dalla propria famiglia che non sa come trattare una figlia "anormale" come lei, si trasferisce in un centro scientifico dove passerà tutta la sua infanzia e la sua adolescenza prima di diventare un vero e proprio asso nella manica dell'esercito degli Stati Uniti. A differenza di altre eroine è costretta a una vita che detesta e serve il proprio Paese a lungo prima di rendersi conto che non è ciò che vuole. Viene trascinata da una parte all'altra, fugge, si perde continuamente nel tentativo di capire cosa può fare di se stessa e del legame con Aiden, un'entità ultraterrena, che la rende unica al mondo.

Su di lei grava il peso di tutta la società, si sente responsabile di se stessa e degli altri e non sa come gestire rapporti umani, in quanto non lo è stato mai insegnato. Jodie è una protagonista che fallisce, e anche questo ci piace. Nella sua forza, nel suo essere un membro dell'esercito specializzato, è comunque profondamente fragile e noi, in quanto giocatori, la seguiamo lungo il suo complesso pellegrinaggio, in fuga da tutti. Un personaggio messo alla prova da ogni avversità e comunque profondamente, reale.

Samus Aran in Metroid: poche parole per la cacciatrice di taglie

Emblema della saga storica Metroid, cacciatrice di taglie che non deve chiedere mai, l'unica e assolutamente inimitabile Samus Aran che, a distanza di tanti anni, non ha mai trovato una protagonista nemmeno lontanamente simile o paragonabile. Si tratta della protagonista "nata" prima di tutte quelle che abbiamo citato precedentemente, un vero e proprio simbolo del prodotto Nintendo che, come famosissimo plot twist, ha rivelato di essere una donna solo dopo averci fatto affezionare alla sua forzuta - e robotica- figura. Si tratta di un personaggio apparso per la prima volta nel 1986, su Nintendo Entertainment System, e da allora rimasto come stemma delle protagoniste più toste di tutti i prodotti videoludici di sempre.

Samus Aran condivide con tutte le altre eroine un passato straziante e una vita in continuo subbuglio: cacciatrice di taglie intergalattica, rimasta tragicamente orfana in tenera età, cresciuta e allenata dai Chozo - alieni simili a uccelli - a cui deve anche la sua famosa Tuta Energia, simbolo della sua forza, andava indubbiamente aggiunta a questo articolo e, alla sua veneranda età, meritava di essere la chiusura d'onore della nostra retrospettiva a tema combattenti.