Brawl In(side). Per forza, l'online arranca

La recensione di Brawlout per Switch, l'apprendista di Super Smash Bros. al debutto in casa del maestro. Un'ombra della sua musa ispiratrice o qualcosa di più?

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a cura di Jacopo Retrosi

Da veterano delle serie dai tempi del Nintendo 64 il sottoscritto però ha rimpianto diverse volte la duttilità del combat system di Super Smash Bros, al cui confronto quello di Brawlout appare un tantino limitato: una vera e propria guardia, un sistema di prese, la spazzata "giù+B" per allontanare la calca, una distinzione più marcata tra (passatemi i termini) tilt e smash, sono tutti particolari assenti dal parco mosse del titolo Angry Mob Games e che contribuirebbero a dare maggior spessore (e varietà) agli scontri, sopratutto le mischie che coinvolgono più di due personaggi.

Le hitbox sono generose, ma spesso è impossibile difendersi su due fronti contemporaneamente e il prolungato stordimento tra un ceffone e l'altro trasformano delle normali schermaglie mordi e fuggi in brutali pestaggi a senso unico. La barra del Rage, che si carica quando colpiamo o veniamo colpiti, è uno stratagemma interessante per spezzare la sequenza in corso e contrattaccare, ma è troppo inaffidabile per fare la differenza, anche perché tutti i partecipanti possono sfruttarne i vantaggi a comando. A vincere insomma è l'abilità... e un buon posizionamento in campo.

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Ma quanta gente da sbloccare. Ah no, scusate, Pit Oscuro insegna...

I tempi di risposta in compenso sono eccellenti e i controlli si adattano perfettamente ai due Joy-Con o a qualunque periferica preferiate adottare (pad del GameCube compresi), inoltre possono essere completamente rimappati dal menù delle opzioni. Prendere confidenza con i vari combattenti è intuitivo e appagante, le comode e colorate interfacce consentono di allestire match in pochi, semplici gesti e i tempi di caricamento sono abbastanza contenuti, rendendo Brawlout un passatempo eccellente per sessioni veloci, da soli oppure in compagnia sullo stesso divano o tramite rete locale.

Il divertimento dura finché si ha voglia di menare le mani, tuttavia la penuria di modalità non stuzzica a passare molte ore sul titolo: abbiamo gli immancabili Quick Match, Arcade e Practice, poi... il nulla. Ci sarebbero un sacco di orpelli da sbloccare, tra nuovi lottatori (cloni di quelli già esistenti), skin alternative, arene, avatar e altro ancora, ma è tutto bloccato dietro un sistema di level up e loot box lento e macchinoso.

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In pratica usando un certo personaggio accumuleremo punti esperienza che saranno convertiti in crediti e gemme, entrambe valute da investire nella rispettiva "pignatta" per ottenere qualcosa pescato a caso dal mucchio dei contenuti che ci mancano. Un po' di grinding non dispiace, ma qui il rischio è scocciarsi ancor prima di avere libero accesso a tutte le arene (per le quali dovremo portare l'intero cast al livello 10).

L'online e le sue missioni giornaliere (come prendere parte a tot match in rete o eseguire tot k.o. con un certo lottatore) aiutano a sbarcare il lunario, ma su Switch l'esperienza è altalenante, a voler usare un eufemismo. Buone le lobby private tra amici e la possibilità di continuare a giocare contro la CPU durante il matchmaking, meno i duelli al rallentatore; colpa dei server peer-to-peer?

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L'intermezzo dedicato a Paco al termine della modalità arcade. Ogni lottatore vanta un epilogo tutto suo.

Più convincente il comparto tecnico, che anima lo stiloso e coloratissimo motore grafico a 60 fotogrammi al secondo senza l'ombra di incertezze, sia in modalità fissa che portatile e a prescindere dal numero di lottatori e randellate a schermo. Unica nota dolente un curioso fenomeno simile a lag che ogni tanto, a caso, comporta la perdita di diversi frame (sì, perdita, non cali, l'immagine scatta saltando un bel po' di fotogrammi), con stalli fino ad alcuni secondi. Ignoriamo da cosa sia provocato, tuttavia i ragazzi di Angry Mob Games sono al lavoro su una patch che dovrebbe risolvere il problema, assieme ad altre migliorie e l'introduzione di nuove feature, di cui si avverte un disperato bisogno.

Un figlio d'arte illegittimo di carattere ma ancora acerbo, Brawlout è un titolo dalle meccaniche perlopiù valide, macchiato da un combat system non troppo raffinato e un repertorio modesto. Il team di sviluppo ha però promesso un flusso costante di aggiornamenti, che dovrebbero progressivamente espandere e irrobustire l'offerta di gioco. 

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Propongo Shovel Knight e Isaac come prossimi ospiti. 

Allo stato attuale difficilmente Brawlout gode delle credenziali per lenire la voglia di Super Smash Bros. su Nintendo Switch, ma in alcuni mesi potrebbe farci ricredere. Un roster più corposo (magari impreziosito da ulteriori guest star) e un ventaglio più ampio di opzioni farebbero davvero miracoli a un picchiaduro-platform tutto sommato solido e perfettamente a suo agio in quel di Switch.

Se amate il genere acquistatelo senza remore: sfidare avversari online non sarà il massimo, ma con un amico o due il divertimento è assicurato. Gli altri attendano futuri sviluppi, magari in vista di uno sconticino; il potenziale c'è, tuttavia fatica ad esprimerlo.