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Devil May Cry 3 - Special Edition | Recensione

Devil May Cry 3 arriva su Nintendo Switch, con nuove modalità esclusive e alcune aggiunte al gameplay davvero ben realizzate.

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a cura di Andrea Maiellano

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In sintesi

Devil May Cry 3 arriva su Nintendo Switch, con nuove modalità esclusive e alcune aggiunte al gameplay davvero ben realizzate.

Dopo un sorprendente battesimo su Nintendo Switch, delineato da una versione “in streaming” di Resident Evil 7 che gettava le basi su una collaborazione dal retrogusto futuristico, Capcom ha intrapreso un percorso completamente diverso sulla nuova ammiraglia del colosso di Kyoto, costellato da riedizioni di glorie passate proposte a un prezzo, decisamente, poco concorrenziale. Devil May Cry 3 - Special Edition rappresenta l’ennesima release di questo, oramai, nutrito gruppo di titoli, nonché il terzo capitolo delle avventure di Dante a giungere su una console di Nintendo. Una produzione che, indubbiamente, non ha bisogno di presentazioni e che, a distanza di quindici anni dalla sua prima uscita, si presenta con alcune novità che, seppur di poco conto, provano a giustificare il prezzo di venti euro richiesto per questa nuova versione di Devil May Cry 3.

Il Risveglio Di Dante

Devil May Cry 3 è stato, per molteplici fattori, il capitolo che consacrò il brand delineando, finalmente, la storia alla base del dualismo fra Dante e Vergil, nonché caratterizzando le varie “Femme Fatale” che divennero presenze fisse nei capitoli successivi del franchise. Una trama pensata anche per esasperare i tratti caratteriali di Dante e donargli quella dimensione tanto amata dai fan di tutto il Mondo. Narrativamente parlando non siamo di fronte a una trama ricca di spessore, o costellata da elementi indimenticabili, ma la direzione artistica di Devil May Cry 3 sopperisce queste lacune con un mix adrenalinico di situazioni improbabili e combattimenti in grado di entusiasmare il giocatore, rivelandosi convincente e godibile, tagliando nettamente i ponti con le tematiche maggiormente serie del primo capitolo e la “tamarraggine” priva di senso della seconda iterazione del franchise. Per chi non avesse mai avuto modo di giocare a Devil May Cry 3, indubbiamente è un capitolo imprescindibile se avete amato il quarto e il, recente, quinto capitolo e per capire al meglio le dinamiche iniziali della storia di Dante. Difatti, pur essendo un sequel, gli avvenimenti trattati nel gioco illustrano le origini del cacciatore di demoni, fungendo da ponte narrativo alle vicende proposte nel primo Devil May Cry e, soprattutto, da incipit narrativo per i due capitoli rilasciati nelle ultime due generazioni videoludiche, ad esclusione del tanto chiacchierato DMC a opera dei talentuosi Ninja Theory.

Edizione Speciale

Per dovere di cronaca, la dicitura “Special Edition” di cui si fregia questa edizione di Devil May Cry 3 non è dovuta alle novità realizzate per questa versione ibrida del titolo ma risale a 14 anni fa, quando Capcom decise di realizzare una nuova edizione del titolo bilanciandone maggiormente la difficoltà, e aggiungendo qualche simpatico extra. In primis fu rimossa la peculiare meccanica che imponeva al giocatore di dover acquistare delle, costose, sfere gialle per poter proseguire, in caso di morte, dall’ultimo checkpoint rinvenuto durante i livelli. La seconda sostanziale modifica consisteva in un abbassamento generale del tasso di sfida, realizzando una nuova modalità facile e riducendo la difficoltà dei livelli medio e difficile, per offrire una sfida appagante ma non eccessivamente frustrante. Ora le sfere dorate giustificano il loro costo offrendo la possibilità al giocatore di ripartire dal punto esatto in cui si morirà, mentre i checkpoint mantengono il loro concept originale, garantendo al giocatore la sicurezza di non dover ricominciare dal principio i livelli in caso di morte. 

In termini di extra, invece, la Special Edition di Devil My Cry 3 inseriva la possibilità di giocare l’intera storia con Vergil. Un’aggiunta che, seppur divertente, risulta ancora oggi parzialmente “buttata lì”, senza  la cura che avrebbe necessitato per risultare un contenuto di effettivo spessore. Una breve campagna single player, similare a quella realizzata da Ninja Theory con DMC per intenderci, avrebbe indubbiamente reso più gradita quest’aggiunta che, a distanza di quattordici anni, mostra pesantemente il fianco agli anni passati e alla superficialità riservatagli da Capcom. Un’ulteriore extra, divenuto in seguito un punto fermo della serie, fu il celebre Palazzo di Sangue che esordì nella Special Edition di Devil May Cry 3 con i suoi 9999 livelli di puro massacro.

Devil May Cry 3 su Nintendo Switch

Seppur la qualità intrinseca di un’opera come Devil May Cry 3 sia oramai assodata dal successo che ebbe all’epoca della sua prima uscita, ha senso spendere venti euro per rimetterci mano ancora una volta? La risposta è “ni”, o meglio, dipende da quanto vi interessino le novità introdotte da Capcom, unite alla duplice natura, casalinga e portatile, di cui Switch si fregia. Rispetto ai due capitoli usciti precedentemente sull’ammiraglia Nintendo, Devil May Cry 3 è il primo capitolo della serie a introdurre delle novità studiate appositamente per questa versione: innanzitutto è stata introdotta la possibilità di cambiare stile di combattimento utilizzando le frecce direzionali, una variabile che, seppur vi possa sembrare di poco conto, cambia radicalmente l’approccio che il giocatore potrà avere nei confronti dei combattimenti. Questa gradita novità, infatti, non permette solamente di inanellare combo maggiormente intricate e aumentare il dinamismo delle battaglie, allineandolo alle produzioni più recenti del franchise, ma permette anche uno sviluppo omogeneo dei vari stili di combattimento offerti, snellendo massivamente le meccaniche originali, decisamente più macchinose e figlie di un’epoca differente. 

Alla stessa maniera, modificando le opzioni di gioco, sarà possibile associare il cambio di armi alle frecce direzionali, definendo uno stile di gioco completamente differente e, per certi versi, più simile all’originale. Oltre a questo snellimento delle meccaniche di gioco, inoltre, è stata inserita una modalità co-op locale inedita, che permetterà a due giocatori di impersonare Dante e Vergil all’interno del Palazzo di Sangue. Molto interessante la possibilità di avere un file di salvataggio dedicato alla modalità in cooperativa, così come si è mostrata convincente la nuova modalità anche se abbassa particolarmente la difficoltà offerta originariamente dalla peculiare modalità orda di Devil May Cry 3. Ad esclusione delle aggiunte inedite, realizzate da Capcom per questa edizione, ci troviamo di fronte a una versione di Devil May Cry 3 che contenutisticamente, e tecnicamente, è identica a quella proposta nelle collection uscite nelle due precedenti generazioni videoludiche. Siamo di fronte a una versione che, pur mostrando texture in alta risoluzione, e garantendo un frame rate granitico, mostra il fianco a una pigrizia generale nella rimasterizzazione dei contenuti. Fra fastidiose bande nere, alcune cinematiche a bassa risoluzione e una moltitudine di dettagli poco curati, Devil May Cry 3 per Nintendo Switch non convince assolutamente sul versante tecnico, trovandosi nella condizione di riuscire a conquistare ancora i giocatori grazie al suo gameplay superlativo, alla buona longevità e a un livello di sfida che, seppur meno ostico rispetto al passato anche grazie alle modifiche apportate alla selezione degli stili di combattimento, risulta ancora appagante e in grado di garantire un’esperienza più che soddisfacente. 

Voto Recensione di Devil May Cry 3 - Special Edition - Nintendo Switch


7.8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Devil May Cry 3 in versione portatile.

  • - Aggiunte al gameplay interessanti e ben realizzate.

  • - Uno dei migliori Hack ’n’ Slash mai realizzati.

  • - Longevo, divertente e adeguatamente impegnativo.

Contro

  • - Prezzo leggermente elevato per l’offerta proposta.

  • - Restauro del versante tecnico pigro e altalenante.

Commento

A distanza di ben 15 anni dalla sua uscita, quattordici se consideriamo che stiamo parlando della Special Edition, Devil May Cry 3 si rivela ancora un Hack ’n’ Slash sopraffino, in grado di mostrare chiaramente le motivazioni dietro al grande successo che ottenne nel 2005 e riuscire a divertire oggi, come allora. Le novità introdotte da Capcom, unite alla natura ibrida di Nintendo Switch, la rendono, indubbiamente, la versione migliore disponibile, al momento, sul mercato. Peccato che una rimasterizzazione del versante tecnico, pigra e poco convincente, non riesca a far superare completamente la prova del tempo a Devil May Cry 3, rendendo il biglietto d’ingresso richiesto per questa edizione, un pelo eccessivo ,specialmente considerando il fatto che, con lo stesso prezzo, potete acquistare la compilation comprendente i primi tre capitoli per qualsiasi altra console concorrente. Il voto, quindi, è da considerarsi solo per l’opera di rimasterizzazione, e ammodernamento, operata da Capcom in relazione al prezzo a cui il titolo viene proposto. Per una valutazione delle qualità di Devil May Cry 3 vi suggeriamo di tener conto delle molteplici recensioni uscite in passato e, soprattutto, se non avete mai avuto l’opportunità di giocarlo, ve ne consigliamo caldamente l’acquisto senza considerare il mero numero posizionato al termine di questa analisi… non ve ne pentirete.

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Devil May Cry 3 - Special Edition - Nintendo Switch