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Fallen Legion: Revenants | Recensione, cospirazione annullata

Fallen Legion Revenants prende il gotico e lo trasforma in un JRPG tra intrighi e lotte all'ultimo sangue, non riuscendo però a convincere.

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a cura di Alessandro Palladino

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Fallen Legion è un nome davvero particolare e qualcuno di voi potrebbe ricordarsene più o meno bene. Per chi non lo conoscesse però, la serie di YummyYummyTummy è composta da JRPG sperimentali dove i combattimenti avvengono tramite la pressione di alcuni tasti corrispondenti ai diversi eroi del party. Lo stile ad acquerello e il tratto orientale molto fantasy hanno catturato un pubblico molto vicino alle opere di Vanillaware e Valkyrie Profile, quest'ultimo accomunato più per l'impostazione orizzontale e per le meccaniche che per il vero e proprio stile. Tuttavia la serie ha sempre avuto particolare difficoltà a raggiungere il successo delle produzioni menzionate, soprattutto per via di una brevità abbastanza evidente e un ritmo di gameplay non sempre azzeccato.

Adesso però il team di sviluppo ha voluto cambiare le carte in tavola e provare una nuova ambientazione, insieme a una narrativa più solida e tutta una serie di modifiche volte ad aumentare la longevità del gioco. Fallen Legion: Revenant, di prossima uscita su PlayStation 4 (quindi retrocompatibile per chi ha PlayStation 5) e Nintendo Switch, è un racconto gotico vissuto da due prospettive e dai finali multipli. Per raggiungere uno dei primi finali ci abbiamo messo circa 20-25 ore andando spediti, sebbene il gioco presenti davvero tanti sistemi secondari e una rigiocabilità dovuta alle sue diverse conclusioni, perciò il tempo può davvero variare in base a quelle che saranno le vostre scelte di trama e di gameplay. Purtroppo però, difficilmente vi piaceranno le ore in compagnia di questo mondo tetro.

Intrighi a corte

Fallen Legion: Revenant parte da una premessa di una terra distrutta piena zeppa di mostri e con un unico Eden, si fa per dire, in un castello volante. Purtroppo però quello che è un ritrovo di nobili e uomini di potere è ben presto rivelato come una sorta di prigione per i ricchi sotto il giogo di un potere malvagio. Un inferno in cielo e in terra in senso letterale, contro il quale lottano i due protagonisti del gioco Lucien e Rowena: il primo un nobile che cerca la libertà e il controllo, l'altra una strega in grado di comandare una legione di spiriti e vogliosa di ribellarsi contro quel castello per trovare il figlio perduto. In stile Fallen Legion, questi saranno gli eroi che controllerete in prima persona per le parti di gioco su cui si struttura il tutto: ovvero Lucien per gli intrighi all'interno di Welkin (il castello fluttuante) e Rowena per le battaglie al fronte.

L'idea di base è quindi quella di permettere al giocatore godersi il meglio dei due mondi interconnettendo la narrazione più ruolistica della corte/prigione e portando poi eventuali scelte dettate da Lucien sul cammino orizzontale degli scontri JRPG di Rowena, la quale non ha quindi alcun tipo di potere all'interno di Welkin se non quello di interfacciarsi con Lucien. Sulla carta questa è una combinazione abbastanza vincente e ricorda, appunto, quanto Vanillaware fa per fondere una forte narrativa con il gameplay dei capitoli. Certo, nessuno si aspettava il livello dello studio targato Atlus essendo YummyYummyTummy più nel lato indipendente delle produzioni (sebbene ci sia NIS America dietro), ma Fallen Legion: Revenants semplicemente non convince, anzi.

Partiamo dal combattimento, che è la base della vostra azione come giocatori per la maggior parte del tempo. In battaglia controllerete una legione di Revenants: guerrieri di diversa entità e ispirazione, alcuni più fantasy e altri più europei con tanto di moschetto. Ce ne sono davvero tantissimi, e questo è un punto a favore di Fallen Legion: Revenant se si guarda alla quantità come fattore determinante, e sebbene siano caratterizzati abbastanza originalmente nessuno di essi alla fine riesce a spiccare come dovrebbe, colpa di un sistema di battaglia confuso, lento e ricco di artefici inutili. Ogni personaggio è affidato a un tasto del vostro controller e ognuno di loro, come in passato, può eseguire attacchi una volta atteso il caricamento della barra preposta. Una volta ottenuto un party completo e potenziato un minimo l'attesa si fa via via più corta, ma allo stesso tempo rimane la sensazione di star lottando più contro i limiti del gioco stesso che contro i nemici, specie se quest'ultimi sono delle spugne di danno pazzesche. Anche per abbattere i nemici più innocui e lenti impiegherete una buona fetta del vostro tempo, sempre che non decidiate di grindare un po' di livelli per ottenere un equipaggiamento potenziato al massimo, cosa che andrebbe bene per affrontare un Boss ostico ma non per rendere il titolo più scorrevole.

Come se non bastasse, ogni personaggio – anche qui come da tradizione – può utilizzare delle abilità accumulando dei punti e tenendo premuto il tasto dorsale più quello dell'eroe che compirà l'azione. Altro meccanismo che in teoria dovrebbe funzionare bene ma che sulla carta rallenta ancora di più il combattimento e vi costringe ad aspettare nella confusione di dover attaccare per accumulare punti, parare rapidamente per rimandare in dietro i colpi (e con precisione accuratissima), spostare le vostre unità sul campo di battaglia e mirare alla zona dove si sono posizionati i nemici. Insomma, un bel casino confusionario che rende ogni singolo livello frustrante, affatto godibile e più lungo di quanto dovrebbe essere. Ah sì, c'è anche una funzione di "break" dell'armatura prima di poter far danni ingenti, non ci facciamo mancare davvero niente.

Se sul campo di battaglia la ricchezza di elementi è il vero nemico finale di Fallen Legion: Revenant, sul versante di Lucien la situazione non migliora affatto e questa volta per problemi tecnici da noi riscontrati al momento della nostra prova. Tutto quello che deve fare Lucien è parlare con le persone, indagare, prendere decisioni e forgiare alleanze nel castello. Quando questi meccanismi funzionano, diventano una delle migliori parti di Fallen Legion: Revenant proprio perché forniscono al giocatore informazioni utili al mondo di gioco, gli fanno vivere una credibile atmosfera di corte piena di inganni e danno spessore alla caratterizzazione carismatica di Lucien, elemento su cui la scrittura più mostra la sua qualità. Il problema però è che la maggior parte delle volte ogni interazione diventa lenta e inspiegabilmente rotta.

Parlando con chiunque nel castello, anche nel suo contesto da menù di gioco, sarete vittima di "freeze" in cui vi chiederete se è la console che si sta bloccando o se è il gioco a non funzionare. Si tratta di pause così lunghe da non poter essere definibili in altro modo se non errori grossolani, a cui vanno aggiunte delle animazioni legnose, sezioni stealth approssimative per via di guardie dai sensi robotici e, infine, la scelta scellerata di trasformare i menù di gioco in aree del castello che, anche su PlayStation 5, ci mettono tanto a caricarsi.

Chiude il cerchio una direzione artistica, se non per qualche design, anonima e davvero amatoriale, paradossalmente peggiore perfino dei precedenti Fallen Legion, i quali erano ben più ispirati e artisticamente rilevanti rispetto a Fallen Legion: Revenants. In particolar modo sono gli sfondi a essere approssimativi, sia nella loro parte visiva che in quella degli effetti sonori, spesso riprodotti in un loop fastidioso che alle volte ci ha fatto chiedere se non fossero gli uccelli fuori dalla finestra a essere impazziti.

C'è qualcosa che può essere salvato in Fallen Legion: Revenants? La quantità dei suoi eroi e la scrittura dei dialoghi, comunque degni di nota. C'è anche un discreto sistema di gestione dei personaggi e della loro crescita, sebbene ancora una volta si sia deciso di far crescere i talenti di Revenants facendogli compiere determinate azioni invece di una barra progresso semplice, elemento che in altre circostanze non costituirebbe un problema se non fosse per la confusione intrinseca delle lotte del gioco. Considerati però i problemi tecnici subiti e la fatica con cui abbiamo vissuto l'esperienza di Fallen Legion: Revenants, consigliamo ai più entusiasti di attendere almeno qualche fix prima di approcciarsi al titolo.

Voto Recensione di Fallen Legion: Revenants - PlayStation 4


5.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - La scrittura delinea bene i personaggi e i loro intenti

  • - Diversi finali

  • - Tanti guerrieri da controllare

Contro

  • - Sistema di combattimento confusionario e lento

  • - Diversi problemi tecnici, specie all'interno del castello

  • - Design anonimo e poco ispirato

  • - I nemici presentano parametri poco bilanciati

Commento

Fallen Legion: Revenants è un gioco che a stento riesce a realizzare quello che promette, complice alcune scelte di design conservative e fuori posto, abbinate a una serie di problemi tecnici evidenti nella parte narrative e un'attenzione artistica più amatoriale che professionale, specie guardando a quello che la concorrenza e titoli similari propongono come standard. Cambiando identità, Fallen Legion ha perso molte delle sue qualità e originalità nel tentativo di mordere più di quanto avrebbe potuto. Un peccato, perché è evidente che ci sia dell'ottimo materiale di partenza ma manchevole della necessaria esecuzione per brillare.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Fallen Legion: Revenants - PlayStation 4

Fallen Legion: Revenants - PlayStation 4