Fate/Samurai Remnant | Recensione
Fate/Samurai Remnant è l'ultimo episodio della saga ambientato in Giappone durante l'epoca Edo: scoprine di più nella nostra recensione.
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
Se amate il mondo nerd e, più in particolare, la cultura nipponica molto probabilmente avrete già sentito il nome di Fate. La saga di Type Moon nei suoi circa vent’anni di storia, iniziati con la visual novel Fate/Stay Night, ha infatti raccolto nel corso del tempo sempre più adepti, grazie a una lunga serie di videogiochi, manga, anime e molto altro ancora. Un franchise a tutto tondo, quindi, che ha raggiunto il proprio apice a livello economico con Fate/Grand Order, titolo mobile in grado di generare ricavi da capogiro.
Una storia di successo che si arricchisce ora di un nuovo tassello con Fate/Samurai Remnant, titolo in uscita domani, 29 settembre, su PC, PS4, PS5 e Nintendo Switch. Avrà saputo mantenere alto il nome che porta?
Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
La guerra non cambia mai
Così come tutte le varie opere appartenenti al vasto franchise di Fate, anche Fate/Samurai Remnant si concentra attorno a una battaglia per il controllo del Sacro Graal e alla conseguente possibilità di vedere un proprio desiderio esaudito. Delle guerre leggendarie, combattute da potenti guerrieri, che prendono il nome di master, e dai loro servant, ossia degli eroi del passato evocati per uscire appunto vincitori da tali scontri. Un leitmotiv assolutamente avvincente, che ha saputo nel corso degli anni regalarci delle avventure decisamente niente male.
In Fate/Samurai Remnant ci immergeremo quindi proprio in una di queste epiche battaglie. A fare da palcoscenico all’opera è in questo caso il Giappone durante il periodo Edo, più precisamente nel quarto anno dell’era Keian. Protagonista del titolo è Miyamoto Mori, giovane guerriero in erba che si ritrova suo malgrado immerso nel bel mezzo di tale guerra, scoprendosi però in grado di evocare potenti alleati dal passato. A sostenerlo in questa caccia al Sacro Graal è infatti Saber, una ragazza tanto all’apparenza dolce quanto fenomenale e spietata sul campo di battaglia. Uno strano duo chiamato a confrontarsi con altre sei coppie; il tutto mentre un misterioso rituale che prende il nome di Waxing Moon, ossia luna crescente, prende piede sullo sfondo.
Un incipit intrigante, che si arricchisce sempre più nel corso del gioco, andando a tessere una novella che merita di essere raccontata e scoperta. Pur partendo da una base comune, Fate/Samurai Remnant riesce infatti a offrire una trama degna di nota, che, per quanto non certo trascendentale, convince e avvince. Il tutto grazie anche a dei filmati di primo livello, che tradiscono una cura che non è sempre facile trovare nei titoli nipponici di non primissimo piano.
Un’ottima longevità, tante quest narrative secondarie e contenuti inediti nelle run successive concorrono infine ad arricchire uno scenario già particolarmente ricco, perfetto per tutti coloro che vogliono immergersi nella narrazione di Fate/Samurai Remnant. Preparatevi in ogni caso a dialoghi testuali fiume: nell’opera di Koei Tecmo ne troverete infatti veramente tanti, molti dei quali ahimè spesso fini a sé stessi.
Tra digressioni e conversioni poco curate
A sostegno di tale riuscito impianto narrativo è un gameplay che spinge particolarmente sull’esplorare e sul completare quante più attività secondarie possibili. Dedicarsi a scoprire qualcosa di più su qualche personaggio, attraverso delle quest che prendono il nome di digressioni, consente infatti, oltre ad appunto aggiungere qualche tassello a livello narrativo, anche di poter utilizzare altri servant e ottenere svariati vantaggi.
Il tutto attraverso anche un’esplorazione soddisfacente, per quanto oltremodo tradizionale e non in grado di nascondere i limiti di budget del gioco. In Fate/Remnant Samurai è infatti possibile gironzolare per diversi paesi nipponici, scovando quest e cercando anche piccoli tesori nascosti in qualche anfratto. Paesi e villaggi tutti molti accattivanti dal punto di vista stilistico, con anche qualche scorcio niente male, ma non certo da quello meramente tecnico. Seppur limitate a livello spaziale, le ambientazioni del titolo non stupiscono infatti a livello grafico, mostrando anzi il fianco a più di una critica sotto tale aspetto.
La presenza su PC di un’unica impostazione dedicata alla grafica, ossia la scelta binaria tra la modalità prestazioni e quella dedicata alla bontà visiva, non aiuta poi decisamente a riguardo, risultando anzi decisamente inaccettabile su PC a oramai fine 2023. Possiamo capire fino a un certo punto il non inondare qualsivoglia titolo di miriadi di impostazioni tecniche, ma limitarsi a questa è un vero e proprio affronto, che macchia decisamente l’esperienza complessiva su PC.
Un vero e proprio peccato, anche perché, come precedentemente citato, passare da cinematic di primissimo livello ad ambientazioni talvolta spoglie e non al passo coi tempi risulta a dir poco anticlimatico. Per fortuna che stilisticamente ci siamo e che il framerate è tutto sommato solido, ma per il resto era a dir poco lecito aspettarsi qualcosa di più.
Fate/Samurai Remnant: non un semplice musou
Passando alle fasi più concitate, Fate/Remnant Samurai prende però una marcia in più, riuscendo a offrire un buon sistema di combattimento. Nonostante la fama di Koei Tecmo, con il publisher che ci ha regalato negli anni opere come i Dynasty Warriors o i Samurai Warriors, Remnant Samurai non è infatti un musou, bensì un action GDR con tutti i crismi del caso. Certo, non mancano delle piccole derive musou che tornano utili quando si è costretti a battagliare con decine di nemici in contemporanea, ma è evidente come l’ultima opera di Koei Tecmo sia anche molto altro.
Tra diverse posture, in grado ad esempio di ridurre i danni subiti o di massimizzare le abilità di Mori negli scontri con nemici multipli, combo e quant’altro sono infatti diverse le frecce nella faretra di Fate/Remnant Samurai. A rendere il tutto ancor più intrigante è il fatto che, man mano che si avanza nel gioco, sempre più dinamiche e abilità vengono introdotte, arricchendo ancor di più un piatto già di per sé ricco.
Il tutto senza considerare il fatto come, oltre a Miyamoto Mori, sia possibile di tanto in tanto utilizzare anche Saber, con la potente servant che in combattimento è in grado di far saltare letteralmente il banco. Saber è infatti nettamente più potente, veloce e pericolosa del giovane master, risultando ben differente da usare sul campo di battaglia. Ovviamente non è sempre possibile mettersi nei panni di Saber, con l’utilizzo della servant che è limitato a determinati frangenti o riempendo una barra dedicata.
Insomma, Koei Tecmo ha trovato il modo giusto per far coesistere i due personaggi senza sbilanciarsi troppo su uno dei due. Da non dimenticare è poi il fatto che di tanto in tanto è possibile prendere il possesso anche di altri servant, arricchendo ancora di più la varietà del gioco.
A render ancor più allettante tale già di per sé roseo scenario tutta quella serie di elementi che ci si aspetta di trovare in un action RPG. Presenti, quindi, gli immancabili skill tree, tramite i quali potenziare e sbloccare le abilità dei vari personaggi, e anche la possibilità di modificare, sia a livello meramente estetico che di caratteristiche tecniche, le katane di Miyamoto Mori.
Voto Recensione di Fate/Samurai Remnant
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
Buon gameplay
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Narrativamente riuscito
-
Tante cose da fare
Contro
-
Non per tutti
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Tecnicamente non è un granchè