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God of War versione PC, Kratos non invecchia mai | Recensione

Nel 2018 Santa Monica Studio rilasciava, in esclusiva per Playstation 4, uno dei titoli più importanti della generazione e, a conti fatti, una delle saghe più significative per il videogioco contemporaneo: God of War. Dopo quattro anni, una nuova generazione di console e tanti altri giochi sul mercato, God of War sbarca anche su PC.

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a cura di Lorenzo Quadrini

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In sintesi

Nel 2018 Santa Monica Studio rilasciava, in esclusiva per Playstation 4, uno dei titoli più importanti della generazione e,  a conti fatti, una delle saghe più significative per il videogioco contemporaneo: God of War. Dopo quattro anni, una nuova generazione di console e tanti altri giochi sul mercato, God of War sbarca anche su PC.

Nel 2018 Santa Monica Studio rilasciava, in esclusiva per Playstation 4, uno dei titoli più importanti della generazione e, a conti fatti, una delle saghe più significative per il videogioco contemporaneo: God of War. Dopo quattro anni, una nuova generazione di console e tanti altri giochi sul mercato, God of War sbarca anche su PC, rivelandosi giovane e pimpante esattamente come nel 2018 ed imprescindibile forse più di prima, anche in virtù di un biennio segnato da grosse problematiche per il mercato dei tripla A (soprattutto dal punto di vista quantitativo).

Come sempre quando affrontiamo un porting di questo livello, prima di approfondire le eventuali differenze tra le due versioni, è d’obbligo rispolverare alcune delle feature più interessanti del videogioco in quanto tale, ricordandovi però di leggere la nostra recensione del 2018 per un punto di vista completo al 100%.

Un gioco immortale

God of War si pone cronologicamente dopo la famosa trilogia “greca” (nonché dopo i vari spin-off), narrando le gesta di un redivivo Kratos spostatosi nelle terre del Nord a seguito della mattanza di divinità conclusasi proprio con God of War 3. Non un reboot quindi, ma un vero e proprio sequel, che non nasconde le sue origini (né come gioco, né come trama) ma che al tempo stesso vuole segnare un solco tra le due saghe. Il giocatore si ritrova catapultato a Midgard, insieme a Kratos ed al figlio Atreus, in cordoglio per la morte della sposa e madre rispettivamente dei due. Questa figura femminile, la cui richiesta in punto di morte segnerà lo scopo del viaggio del rimanente nucleo familiare, rappresenta in apparenza l’unico vero legame tra Kratos e Atreus. Il viaggio, però, riuscirà ad avvicinare i due, nonché a svelare trame ben più complesse, nelle quali il vecchio Dio della Guerra si ritroverà invischiato. Nonostante i ben quattro anni dall’uscita del titolo su PS4 non vogliamo rischiare spoiler, considerato anche quanto sia importante la narrazione per l’esperienza globale di God of War.

Al netto dei grandi pregi tecnici infatti, il gioco si presenta come un punto di massima per quanto riguarda la compenetrazione narrazione/gameplay. Invece che scimmiottare gli stilemi classici della cinematografia (un rischio che corrono tantissime produzioni blasonate, con effetti a volte più negativi che positivi), God of War tiene sempre a mente che il fil rouge della giocata rimane quanto materialmente compiuto dal giocatore. In tal senso ogni cutscene, ogni dialogo, ogni elemento narrativo confluisce all’interno di un racconto “materiale”, forgiato dal fruitore attraverso l’esplorazione e i combattimenti, finendo per inserirsi in un risultato perfettamente amalgamato ed omogeneo.

Al contrario dei precedenti titoli del brand, quest’avventura norrena presenta poi un gameplay più ragionato, meno legato all’action puro e più in linea con lo stile contemporaneo del genere. Pur non rinunciando a sessioni di azione concitata ed adrenalinica, God of War introduce una mappa aperta esplorabile (si potrebbe definire un open world, ma siamo comunque dentro confini di gioco ben definiti e fortunatamente poco dispersivi), delle missioni secondarie (in un numero non troppo corposo, ed anche questo è un elemento di pregio) e un nuovo sistema di skill ed equipaggiamento. Si tratta di innovazioni che rivoluzionano senza stravolgere, ponendosi quindi in linea con il mood della serie ed al tempo stesso rivitalizzando un gameplay che altrimenti sarebbe risultato vecchio e stantio.

Il punto principale dell’esperienza è legato quindi alla crescita delle abilità, collegate ad un semplice accumulo di XP e facilmente sbloccabili con il prosieguo del gioco. Più difficile risulta accumulare risorse e denaro per l’equipaggiamento, che in maniera simile ad altri titoli odierni rappresenta il vero valore delle nostre statistiche (quali difesa, ricarica delle abilità runiche, ecc). Anche in questo caso l’esplorazione comporta una maggiore o minore disponibilità di materiali, sebbene l’avventura possa essere finita tranquillamente anche evitando una ricerca certosina di questi ultimi. Il feedback del combattimento, come dicevamo indubbiamente più lento e “riflessivo” è ottimo, ancora oggi divertente come nel 2018. Un sistema basato su parata, deviazione, schivata e utilizzo di alcuni pattern di attacco non troppo complicati ma nemmeno banali. Il lato platform - che nei titoli precedenti si rifaceva alle mode dell’epoca, concentrate su salti, doppi salti, arrampicate funamboliche e simili - si rivela semplificato a vantaggio di un maggiore realismo e di una migliore compenetrazione dei puzzle con l’ambiente di gioco. Nel complesso si tratta di un approccio forse meno impegnativo ma anche molto più amalgamato con l’esperienza, la quale ne giova in termini di coerenza e fluidità.

Porting tecnicamente impeccabile

Nel complesso, e consigliandovi una letta alla recensione originale qualora non abbiate mai toccato questo God of War, siamo di fronte ad un titolo eccezionale ieri ed eccezionale oggi, che rinnova un brand storico grazie ad una narrazione profonda, una caratterizzazione più mirata dei personaggi ed un gameplay che si rifa ad alcuni titoli più recenti senza perdere la propria identità.

La versione PC, un vero e proprio porting dal sistema PS4, mantiene alte le aspettative e gli standard di qualità del gioco originale, presentando un software che gira in maniera egregia e che anzi migliora alcuni aspetti tecnici. Un primo elemento di pregio, appena installato sul nostro fidato computer, è stato la mancanza di tempi di caricamento: all'interno di un titolo mastodontico come questo, e senza tagliare in termini di qualità, rappresenta il segnale di un lavoro di ottimizzazione da manuale. I comandi sono completamente personalizzabili, ed è presente una più che discreta implementazione del mouse e tastiera (sebbene sia caldamente consigliato l’utilizzo del pad). La User Experience si rivela capace ancora oggi di gestire le esigenze del videogiocatore, grazie a dei menu profondi ma di utilizzo immediato, tutorial pop-up mai invasivi ed in generale una struttura di aiuti che accompagna sempre il gamer senza mai assillarlo.

Graficamente il gioco ha rappresentato forse il punto più alto della scorsa generazione grazie ad una qualità delle texture incredibile, unita ad una innegabile fluidità dell’esperienza. Dal volto dei personaggi (espressivo e d’impatto), fino alla bellezza delle gigantesche strutture della mitologia norrena, God of War era un piacere per gli occhi. Siamo felici di confermare che lo è ancora oggi, grazie all’implementazione delle ombre dinamiche, del 4K (sui dispositivi capaci di reggere e rendere questa definizione) e dello sblocco degli FPS. Con un PC performante siamo di fronte ad un gioco di ultima generazione, senza altri mezzi termini.

Grazie inoltre a dei requisiti non banali ma nemmeno esagerati, il titolo gira liscio come l’olio, gestendo senza problemi anche le sessioni più impegnative ed esose in termini di prestazioni. A questa qualità tecnica si aggiunge anche la presenza sia del Deep Learning Super Sampling, o DLSS, sia della tecnologia AMD FidelityFX Super Resolution. Semplificando, il tutto si traduce nella capacità di gestire immagini più nitide senza cali di framerate e garantendo un’esperienza (soprattutto in combattimento) priva di lag o cali di frequenza, al netto di un comparto grafico eccezionale e di un design di altissimo livello.

Voto Recensione di God of War PC


9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • -Grafica migliorata e immagini ancora più nitide. -Gameplay senza neanche una ruga. -Narrazione ancora al top.

Contro

  • -Spostamenti tra la mappa un po' farraginosi. -Incipit troppo lento rispetto al resto della narrazione.

Commento

Nel complesso questa versione PC è un gioiello all’interno di un gioiello ancora più grande quale risulta essere God of War. I quattro anni di attesa sono quindi più che giustificati e, soprattutto, non pesano minimamente sulla resa del videogioco. God of War non è invecchiato, anzi è forse migliorato e contribuisce a rimpolpare il già enorme parco giochi degli utenti PC. Attraverso un lavoro di porting di fino, e grazie a delle basi di eccellenza, parliamo di un videogioco che non dovrebbe mancare nelle librerie di nessun appassionato.

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God of War PC