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Recensione

Monster Hunter Rise | Recensione – Brava Capcom, i porting li sai fare bene!

Monster Hunter Rise ritorna a far parlare di sé grazie ad un porting per console current gen ben fatto e ricco di contenuti. Un'occasione imperdibile per (ri)visitare la città di Kamura!

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Sono passati 2 anni dall'arrivo di Monster Hunter Rise su Nintendo Switch e, nel mentre, l'ultimo titolo Capcom dedicato alla caccia grossa di mostri e affini ha consolidato, non poco, la forza del brand nell'immaginario collettivo dei videogiocatori, anche al netto della mediocrità di un film che, uscito nel mentre, pareva voler minare quanto di buono fatto negli ultimi anni dal brand, più che l'opposto.

Il motivo (non quello per cui il film faceva schifo) è semplice: potenziando, ma al contempo snellendo, la formula di Monster Hunter World, che aveva fatto da apripista al mondo di Monster Hunter per un mucchio di nuovi giocatori, Rise si è proposto senza dubbio come uno dei titoli della serie più accessibili per i nuovi giocatori, pur restando decisamente gratificante anche per i giocatori più stagionati, che hanno avuto in Rise non solo una sfida degna della serie, ma anche e soprattutto tante attenzioni che hanno reso il gameplay più moderno e fresco, pur restando vincolati ai molti canoni tipici della saga.

Ora, dopo tanta attesa, il villaggio di Kamura, così deliziosamente cesellato su di un'estetica squisitamente nipponica, apre finalmente i suoi spessi bastioni ai cacciatori di ogni altra piattaforma, con un passo che era decisamente molto atteso, soprattutto dopo lo strabiliante (e meritatissimo) del succitato World. Motivo per cui siamo qui a chiederci: com'è questo Monster Hunter Rise “current gen”?

L'ho giocato su PS5 e, ve lo dico subito: continua a spaccare di brutto... ossa dei mostri e non.

Il colpo d'occhio fa la differenza

Anzitutto chiariamo una cosa: quello che stiamo valutando qui è un porting, sì di pregio, ma comunque relativo ad un titolo originariamente concepito per Nintendo Switch che, giocoforza, perde inesorabilmente il confronto tecnico con qualsiasi piattaforma. Questo lo diciamo solo per sottolineare che, per quanto riccamente ripulito, Monster Hunter Rise è, alla nascita, un titolo che ha dovuto confrontarsi con delle limitazioni tecniche che, per quanto glissabili, sono comunque evidenti almeno dal punto di vista della mera conta poligonale.

Al tempo, su Switch ci aveva comunque sorpresi l'ottimo colpo d'occhio generale che, complice dei livelli certamente più limitati di quelli di World, aveva comunque dalla sua un level design e, soprattutto, una caratura artistica, la cui bontà riusciva abilmente a mascherare i limiti imposti dalla console Nintendo, risultando comunque in titolo grandioso e riccamente immersivo.

In questo senso, pur chiaro che questo porting ha alle spalle il lavoro che Capcom aveva già fatto per l'uscita PC, che ha preceduto di circa un mese quella console current gen, Monster Hunter Rise eredita comunque alcuni limiti del gioco originale, con ambienti che, seppur ricchi e variegati, non offrono certo l'esperienza visiva di un Horizon Forbidden West, ma neanche quella di un moderno titolo multipiattaforma sviluppato tenendo come riferimento PS5 o Xbox Series X. Chiarito questo, e preso il porting con le dovute precauzioni, va detto che Monster Hunter Rise è la comprova dell'abilità maturata da Capcom nello sviluppare le proprie conversioni, complice anche un motore, il RE Engine, che in questo senso si sta dimostrando particolarmente versatile e funzionale.

In questo senso, Rise si comporta davvero molto bene, presentandoci un titolo che su PS5 gode di una fluidità eccezionale, oltre che di una pulizia davvero encomiabile, che per un titolo come Monster Hunter non è affatto poco, ed anzi, al pari di un FPS o di un fighting game, proprio Monster Hunter è una serie che subisce molto il calo prestazionale, il clipping, o anche solo l'occasionale perdita di qualche frame, visto che tutto lo scontro con i mostri, specie i più grossi, è tanto basato sulla mobilità quanto sulla perizia del giocatore e, in tal senso, il motore di gioco deve sempre garantire performance dignitose anche nelle situazioni più concitate.

L'eredità della versione PC

Ecco, se Monster Hunter Rise riusciva nel miracolo (perché tale era) di fare bene su Switch, su PS5 l'esperienza è a dir poco impeccabile, ed anzi ereditando il lavoro svolto da Capcom per l'edizione PC, questa edizione per le moderne console ha anche il vanto di proporsi come uno dei pochissimi porting (e di titoli console in generale) a permettere al giocatore di smanettare con diverse impostazioni di ottimizzazione, per quanto le opzioni non siano – ovviamente – al pari della versione PC.

A voler essere proprio cinici, il gioco comunque eredita da Switch dei “difetti tecnici”, che poi tali non sono, ma sono stati più che altro escamotage evidentemente nati dall'esigenza di tenere il gioco sotto il controllo della console originale e delle sue limitate caratteristiche tecniche. Trucchi come un certo effetto pop up, che non lesina nel far apparire e apparire elementi circostanziali alla bisogna e che, purtroppo, è stato ereditato anche dalla versione PS5. In ogni caso, affrontare un titolo che si offre, anche su console, con un serie di settaggi quali, la risoluzione di rendering, l'occlusione ambientale o la qualità delle ombre, fa mettere da parte qualsiasi incertezza rinvenuta dalle spoglie dell'edizione Switch, e rende questo Rise certamente interessante, specie considerando che parliamo, per l'appunto, di un un porting che deriva da un titolo per una console su cui tutto questo ben di Dio grafico era pura fantascienza.

Certo, ai più è comunque lasciata la possibilità di scegliere tra impostazioni semplificate e “accessibili”, con le due classiche opzioni che prevedono una preferenza verso il framerate, a patto di una risoluzione più bassa (1080p a 120 fps) o la risoluzione, in questo caso 4K, con un framerate stabilmente inchiodato a 60 fps, che comunque non sono male per un titolo come Monster Hunter; tuttavia nel mezzo, ci sono diverse opzioni che faranno la gioia dei giocatori più esigenti, meticolosi e attenti che, volendo, possono rifinire ulteriormente l'esperienza visiva del gioco, in modo simile a quanto succede per l'edizione PC. Un aspetto che, francamente, considerando quello che sono le caratteristiche tecniche delle attuali console, uno si auspicherebbe sempre, a prescindere che si parli di porting o meno, ed a prescindere se il titolo in questione abbia, o meno, all'orizzonte un'uscita PC ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.

In ogni caso, nel corso del mio testo ho avuto modo di smanettare un bel po' con le impostazioni di gioco, effettuando delle prove con varie risoluzioni e, soprattutto, mettendo alla prova il framerate, anche in situazioni di gioco online, in presenza di altri due giocatori. Ebbene, al di la di quello che è il mero gusto personale, o la propria sensibilità oculare, anche favorendo la risoluzione più che gli fps, Monster Hunter Rise è risultato a dir poco incedibile, con un gameplay sempre frenetico e privo di rallentamenti o sbavature.

Mazzate online a più non posso!

Le incertezze sono rarissime, e per lo più inerenti al gioco online dove il codice di connessione soffre di qualche leggero rallentamento ma, per lo più (o almeno nei nostri test) stranamente più inerente la presenza nell'HUB di Kamura che nel corso dell'esplorazione o dei combattimenti. A dirla tutta, l'unica vera stranezza la si percepisce nel momento in cui occorre entrare nelle missioni pubblicate dai nostri compagni o, in generale, bisogna aderire a missioni disponibili in modalità multigiocatore. Stranamente qui, a differenza di quanto capitava su Nintendo Switch, il titolo tentenna per qualche istante prima di confermare l'adesione alla quest, mentre su Switch questo passaggio era più reattivo.

Attenzione: perché non parliamo di un problema di comunicazione causato dalla velocità della connessione internet, ma proprio della rapidità del gioco e dei suoi menù. Un problema che non lede in alcun modo l'esperienza di gioco (specie considerando che, per il resto, la velocità dell'SSD di PS5 si fa notare non poco rispetto all'esperienza su Nintendo Switch), ma che richiederà sicuramente una patch.

L'esperienza di gioco, in sostanza, è fulminea, appagante ed il porting nel suo complesso non mostra il fianco neanche al momento della prova multigiocatore, tant'è che a prescindere che il vostro party sia pieno o vuoto, il gioco filerà sempre e comunque liscissimo, con un matchmaking fulmineo nel caso di partite in giro per il mondo, e con una gestione del framerate granitica quando poi, party assemblato, ci si trova a malmenare i malcapitati mostri di turno. Va comunque detto che, salvo occasionali problemi di NAT, tipici della console Nintendo, anche su Switch Rise si comportava come una delle migliori esperienze online per la console della grande N, ed era quanto meno lecito aspettarsi un'esperienza all'altezza anche per i vari porting che, nel caso qui analizzato di PlayStation 5, non lascia spazio ad alcun dubbio: online si gioca bene, velocemente, senza rallentamenti evidenti, e con una buona frequenza, visto il gran numero di giocatori globali che ha evidentemente già acquistato il gioco.

Unico neo? Magari avremmo gradito un'opzione cross-platoform, che avesse messo in comunicazione tutte le consoel attualmente disponibili, visto soprattutto l'ampio numero di giocatori ancora alle prese con il gioco su Switch, anche a distanza di 1 anno dall'uscita di Sunbreak.

Ma Sunbreak c'è?

Ed a proposito di questo: seppur venduta ad un prezzo budget (il che è gradevole per chi, come il sottoscritto, possiede già il gioco nella sua versione originale), Monster Hunter Rise ritorna sul mercato ancora privo della sua magnifica espansione, Sunbreak per l'appunto, che arriverà sul mercato per PC e per le nuove console solo a metà del 2023. La scelta, per quanto plausibile dal punto di vista commerciale e di sviluppo, è comunque un po' ingiustificata agli occhi della community, ben chiaro che chi gioca Monster Hunter (e conosce le politiche di Capcom), sa che la serie si è sempre comportata in questo modo.

Al di la della questione relativa Sunbreak, un appunto positivo va comunque evidenziato: uscendo a 2 anni di distanza dal Switch, MH Rise arriva su console con un compendio impressionante di contenuti extra e gratuiti, già disponibili nel gioco. Basterà semplicemente riscattarli tramite l'apposito sistema in game (c'è un apposito Felyne postino nella piazza di Kamura, demandato a questo compito), per sbloccare davvero un mucchio di missioni extra, che si renderanno disponbili nel gioco col progredire dell'avventura. Molte di esse, per altro, potrebbero essere sfuggite a chi, ad esempio, mancava da Kamura da diverso tempo, rendendo il ritorno nel mondo di gioco decisamente più gradevole di quanto un lancio “pulito” e privo di extra avrebbe potuto fare.

L'esperienza su PlayStation 5

In chiusura, qualche appunto su quelle che sono le peculiarità di PlayStation 5 che, come sarebbe lecito aspettarsi, dovrebbe offrire qualche extra rispetto alle restanti console, almeno per ciò che concerne il suo Dualsense. Ebbene, ci duole constatare che, come spesso capita per titoli non sviluppati squisitamente per PS5, il supporto al pad DualSense e, in particolare, ai suoi grilletti adattivi, è molto sommario, ed il gioco si limita ad offrire un feedback variabile a seconda delle armi, con risultati interessanti solo per pochissime armi (come le balestre e l'arco), e poco più.

Il DualSense, insomma, non gode di un'implementazione dignitosa, e forse la trovata più utile è quella relativa all'audio del party che, qualora non si disponesse di cuffie, viene reindirizzato direttamente al piccolo speaker integrato del pad, attraverso cui si può anche comunicare, vista la presenza di un microfono interno. Ben chiaro che il risultato non è il massimo.

Storia diversa per l'audio che, godendo del sistema tridimensionale Tempest, comporta una bella differenza qualora si disponga di un impianto dedicato o, meglio ancora, si voglia godere dell'esperienza di gioco in cuffia, magari proprio attraverso le Sony Puls 3D, che supportano in pieno la tecnologia audio della console offrendo un'esperienza acustica ricca, e davvero molto immersiva.

Voto Recensione di Monster Hunter: Rise - PS5


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Tecnicamente pulito e rifinito

  • Possibilità di selezionare l'impostazione grafica

  • Buon numero di impostazioni extra oltre le basi grafica VS framerate

  • Contiene tutti i contenuti bonus rilasciati per il gioco originale (tranne Sunbreak)

  • Venduto a prezzo budget

  • Gioco online veloce e senza particolari problemi

  • Il supporto all'audio 3D di PS5 è ottimo

Contro

  • La mancanza di Sunbreak si fa sentire

  • Eredita qualche sbavatura da Switch

  • Implementazione farlocca delle funzioni del DualSense

  • Non lo regalano

Commento

Monster Hunter Rise era e resta un titolo meraviglioso, probabilmente uno dei migliori capitoli mai realizzati per la storica saga Capcom, forte di una splendida identità artistica, ma anche di una forte eredità ludica che, occasionalmente ammodernata, ha reso questo titolo un gioco ideale tanto per gli aficionados della serie quanto per i newcomer, o quanto meno per gli eredi del successo di Monster Hunter World e diciamocelo: non era cosa semplice. Il piacere qui, sta nel constatare non solo che Capcom si confermi come un'azienda i grado di sviluppare porting degni di questo nome, ma che lo stesso Rise sia una riedizione del gioco degna della nostra attenzione, riuscendo nel compito di dare lustro ad un titolo che, per limiti della sua console d'origine, partiva comunque con un certo svantaggio, quanto meno poligonale. Per quanto non possa fare molto più di quanto non facesse il codice originale, Rise è dunque un ottimo porting. Pulito, scattante, ricco di impostazioni grafiche, che eredita da Switch pochi limiti, nessuno dei quali lede l'esperienza su console ben più potenti com'è PS5... e scusate se è poco.

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Monster Hunter: Rise - PS5