Videogiochi bocciati dalla critica e poi amati dal pubblico

Nella storia dei videogiochi ci sono stati casi clamorosi di titoli bocciati in sede d'esame e poi amati ed idolatrati dal pubblico.

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a cura di Ecleto Mucciacciuoli

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Nella storia è capitato a più riprese che uno o più videogiochi fossero rivalutati nel tempo. Il lavoro della critica è doverosamente meticoloso, ma capita che qualche opera possa essere largamente apprezzata dal grande pubblico con il tempo, a prescindere dalla sua valutazione. Voti e aggregatori ci hanno erroneamente fatto intendere che esistono fasce di qualità rigide e talvolta invalicabili, così come forbici di valutazione che hanno creato una percezione non sempre veritiera. Punteggi pienamente positivi ormai sembrano essere obsoleti o addirittura negativi se non raggiungono un determinato numero e, così facendo, alcuni gioco rimangono nell’ombra per un giudizio del pubblico - o talvolta della critica - distorto. La paradossale realtà in cui ci troviamo è una grossa bilancia manomessa da chi dovrebbe usarla.

Si osserva il voto, ma non i vari punti dell’analisi. Così buoni giochi vengono scartati perché non più in linea con i sempre più esigenti standard del settore. Ormai trovarsi sotto all’8 in sede di recensione può essere addirittura compromettente per le vendite. In questo delirante regno del controsenso potremmo spaziare tra tante cause ed effetti collaterali, ma mi è sembrato più interessante discutere di quei casi apparentemente “bocciati” dalla stampa, che poi sono stati amore a prima vista per il pubblico. Una doverosa premessa: quando intendo il termine “bocciatura” non sempre significa insufficienza ma, come ho accennato nell’incipit, un prodotto che è diventato iconico, anche se al momento del lancio non ha goduto di consensi stellari.

Amore e rivalutazione incondizionata dal pubblico che, come sempre, preferisce scegliere con il cuore, a dispetto di qualche limite tecnico. Se conoscete altri casi così eclatanti, scriveteli nei commenti!

Monster Hunter

Già, avete letto bene, anzi, vi rinvito a leggerlo a voce alta perché neanche io ci ho creduto. Il primo storico titolo dell’ormai amatissima e immortale saga di Monster Hunter fu accolto con tiepida gioia da parte della critica. I voti furono perlopiù appena sopra la sufficienza e lo etichettarono come un’opera minore e dimenticabile. L’avventura di Capcom iniziò su PlayStation 2 in cime a un dirupo e ormai sembrava che la serie si sarebbe dovuta schiantare in quel lontano 2004. Fortunatamente il pubblico abbraccio con amore fin da subito il lavoro del team e lo accolse con emozione sin dai primi giorni.

Le critiche mosse erano, per la maggior parte, dirette alla scarna e antiquata interfaccia, oltre che alla grafica non al passo con i tempi. In secondo luogo venne anche messo alla gogna perché offriva un’esperienza atipica per essere godibile in giocatore singolo. La storia, però, ha poi promosso le ambizioni e la qualità esibita da Capcom, tanti che ancora aggi parliamo di uno dei giochi più apprezzati di sempre.

Pokémon Mystery Dungeon: Esploratori del cielo

Da buon sognatore e fortunato abitante di questa Terra nato alla fine degli anni ‘90, anche io ho spolpato qualunque cosa avesse Pokémon nel nome. Tuttavia, non era un bimbo con molti soldi e raramente avevo la possibilità di godermi qualsivoglia videogioco più di 1-2 volte l’anno. Questo mi ha inevitabilmente spinto ad abbandonare alcuni capitoli non principali delle saghe che apprezzavo da piccino. Nel 2009, senza troppo clamore (almeno non più del dovuto), uscì in punta di piedi Pokémon Mystery Dungeon: Esploratori del cielo. Fu uno degli ultimi capitoli dello spin-off usciti, ma ebbe un impatto speciale. Inizialmente fu demolito completamente dalla critica, infatti i vati viaggiarono ben al di sotto della sufficienza.

Messo all’angolo perché ritenuto “inutile” sia per storia raccontata, che per costruzione del mondo di gioco, ad oggi è ricordato come il capitolo più amato e completo della saga. Limiti tecnici, avventura non galvanizzante e poca inventiva rispetto al passato lo etichettarono come un prodotto ridondante dalla natura superflua. Il pubblico, inutile dirlo, lo rivalutò, invece, come una delle opere Pokémon più importanti della storia, oltre che come miglior spin-off mai uscito. Ad oggi è un must per tutti i collezionisti o per chi ricerca un titolo DS che potesse godere di un’avventura longeva e matura.

Nier

Ogni nome che vi sto citando è letteralmente una case history dell’industria del videogioco, e questo caso non è da meno. Nier, l’immortale action adventure di casa Square Enix è un’opera d’arte a tutto tondo. Osannato da critica e pubblico è, ad oggi, in quella lista placcata d’oro di giochi da provare almeno una volta nella vita. Personaggi, ambientazione, poetica e gameplay furono e sono all’avanguardia, anche l’inizio fu tutt’altro che da fiaba. Accolto con una pioggia di voti mediocri e alcune insufficienze gravi, la saga non ebbe vita facile su PlayStation 3 ed Xbox 360.

Prima di far breccia nel cuore degli appassionati, il progetto Nier venne accusato di non essere all’altezza. Etichettato all’inizio come un prodotto incapace di eccellere in qualcosa e dall’esperienza appena passabile, bastò poco tempo per farsi coccolare dai player di tutto il mondo. Ad oggi, invece, Nier non è solo un’IP famosa per l’industria, ma sta addirittura per diventare una serie tv animata. Che dire, un universo narrativo affascinante da anni.

No Man’s Sky

Chiudiamo con un nome oltremodo prevedibile. No Man’s Sky è un videogioco che definire travagliato sarebbe riduttivo. L’action adventure di Hello Games ne ha viste di tutti i colori e, purtroppo, per molti anni è rimasto nella prigione del dimenticabile. Ad onor del vero, questo è forse l’unico caso in cui il gioco è stato giustamente colpito in sede di recensione. Anche dopo diversi anni, e l’uscita su molte piattaforme, bisogna riconoscere che l’opera ha mancato alcune importanti promesse al momento dell’uscita. I numerosi bug e la ripetitività avevano eclissato il lavoro grezzo e amorevole del team di sviluppo.

Solo dopo diverse patch la vera creazione che tutti aspettavano mise timidamente il musetto fuori dalla tana. Sebbene fosse stato denigrato per la sua natura procedurale, il titolo venne poi accolto con gioia da moltissimi appassionati, una volta che furono sistemati i problemi più evidenti. Dopo qualche anno lo ricordiamo come un lancio fallimentare, ma, ad oggi, ha una community forte ed affettuosa. No Man’s Sky è uno di quei rari casi in cui un videogioco risorge e si prende - meritatamente - gli applausi del pubblico.