Il mondo dei videogiochi automobilistici potrebbe essere sul punto di perdere uno dei suoi franchise più iconici, mentre Electronic Arts ridisegna completamente la mappa dei suoi studi di sviluppo interni. La storica software house Criterion Games, creatori di capolavori come Burnout Paradise e custodi negli ultimi anni del marchio Need for Speed, ha subito una trasformazione che molti interpretano come il segnale di una svolta epocale. Il team britannico, fondato nel 1996 e diventato sinonimo di adrenalina su quattro ruote, ora porta ufficialmente il nome di "Criterion Games – A Battlefield Studio", segnando l'ingresso definitivo nell'universo degli sparatutto militari.
Il nuovo assetto strategico di Electronic Arts
La riorganizzazione interna del gigante americano ha portato alla creazione di una vera e propria task force dedicata al futuro di Battlefield. Quattro studi lavorano ora in sinergia per garantire il successo del prossimo capitolo della saga: DICE mantiene il ruolo di studio principale, affiancato da Motive, Ripple Effect e ora ufficialmente anche Criterion. La conferma è arrivata attraverso il sito web ufficiale dello studio, dove la nuova identità aziendale viene presentata senza mezzi termini come supporto alla serie sparatutto.
Questa mossa rappresenta un investimento massiccio da parte di EA sul brand Battlefield, che negli ultimi anni ha attraversato momenti di difficoltà, specialmente dopo l'accoglienza tiepida riservata a Battlefield 2042. La casa di Redwood City sembra determinata a non ripetere gli errori del passato, mobilitando tutte le risorse disponibili per il rilancio della franchise.
Need for Speed: la fine di un'epoca dorata?
Il prezzo di questa strategia potrebbe però essere salato per gli amanti delle corse virtuali. Need for Speed, serie che ha accompagnato generazioni di giocatori dal 1994, si trova ora in una posizione di incertezza senza precedenti. L'ultimo capitolo, Need for Speed Unbound, non è riuscito a riaccendere l'entusiasmo dei fan, confermando un trend negativo che si protrae ormai da diversi anni.
La reazione della community non si è fatta attendere: sui social media e nei forum specializzati, i fan esprimono preoccupazione e delusione per quello che molti interpretano come un abbandono definitivo della serie. Le voci di corridoio che circolavano da mesi hanno trovato conferma nella peggiore delle modalità possibili, alimentando timori che sembravano eccessivi fino a poco tempo fa.
Le opzioni sul tavolo per il futuro
Electronic Arts si trova ora di fronte a una scelta cruciale per il destino di Need for Speed. Tre scenari appaiono plausibili: l'affidamento dello sviluppo a un nuovo team interno, la ricerca di partnership esterne, oppure la sospensione indefinita della serie. Nessuna di queste opzioni offre garanzie di continuità per i fan storici del franchise.
L'ipotesi di un trasferimento a Codemasters, studio britannico specializzato in simulazioni di guida e già parte della famiglia EA, appare al momento poco realistica. Il team di Southam è completamente assorbito dallo sviluppo della serie Formula 1, lasciando pochi margini per assumere la responsabilità di un franchise così impegnativo come Need for Speed.
La situazione ricorda da vicino il destino toccato ad altre serie iconiche del passato, vittime dei cambiamenti nelle strategie aziendali e nelle dinamiche di mercato. Per una generazione di giocatori cresciuta inseguendo la polizia nelle strade di Heat City o sfrecciando nelle ambientazioni di Underground, assistere al possibile tramonto di Need for Speed rappresenta la fine di un'era che sembrava destinata a durare per sempre.