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Pikmin 1+2 HD | Recensione

Pikmin 1+2 HD è una buona raccolta antologica che, però, avrebbe potuto diventare un must have con qualche piccola accortezza in più.

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a cura di Andrea Maiellano

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Il GameCube fu una console avveniristica, uno di quei prodotti che, specialmente quando si è adolescenti, è capace di ammaliare grazie alla sua capacità di esprimere “futuro” da ogni poro delle sue scocche plasticose.

Vuoi per le dimensioni davvero ridotte, vuoi per un controller dalle forme tanto peculiari quanto comode, vuoi perché i giochi erano distribuiti su mini dvd o vuoi perché le esclusive first party di Nintendo di quegli anni risultavano tutte votate alla sperimentazione, chiunque abbia dato fiducia alla console di Nintendo di inizio anni 2000, si ritrovò in casa una console davvero avanti rispetto alla concorrenza e che fu vittima di un mercato che oramai non guardava più solamente alla forza bruta ma puntava forte sia sui trend, che sulle mode. 

Senza dilungarsi troppo in merito alla storia del GameCube (magari un giorno gli dedicherò un C’era una volta), quello che è importante sapere è che in quegli anni Nintendo cominciò a compiere un lavoro di rinnovamento dei suoi brand più forti, cominciando a sciorinare nuove IP che garantissero al Colosso di Kyoto un plateau di nuove esperienze con cui diversificare l’esperienza di gioco proposta all’utente finale. 

Non stupisce, quindi, che il GameCube venne lanciato sul mercato assieme a Luigi Mansion e non con un gioco dedicato a Mario (un vera e propria “prima volta” per l’azienda), che Super Mario Sunshine, e Wind Waker, mostravano un gameplay atipico per le rispettive serie e che, nel 2001, Nintendo presentò una nuova proprietà intellettuale, Pikmin, la quale mostrò chiaramente ai giocatori di tutto il mondo che il Colosso di Kyoto aveva ancora molte cose da dire ai videogicoatori.

Pikmin nasce dalla volontà di Shigeru Miyamoto di dare vita alle fantasie che popolavano la sua mente quando osservava il suo giardino. Il papà di Super Mario, difatti, si perdeva a fantasticare talmente tanto sul come scorresse il tempo in quell’universo così piccolo, eppur così pregno di vita, che alla fine decise di realizzare uno strategico in tempo reale dedicato proprio a quelle fantasie. 

Pikmin, fin dalla sua prima apparizione, sembrò uno strategico tanto atipico nelle sue meccaniche, quanto edulcorato nei suoi contenuti, ma bastò il classico “passaparola” fra addetti ai lavori e primi acquirenti per far capire a tutti quanto profonda fosse la nuova creatura di Miyamoto. 

Per chi fosse totalmente digiuno della serie, Pikmin è uno strategico in tempo reale dove, a differenza di altri esponenti del genere, si è chiamati a controllare in prima persona il protagonista (il capitano Olimar), spostandosi nei vari di ambienti di gioco e impartendo ordini ai Pikmin, delle piccole creature capaci di recuperare oggetti, attaccare forme di vita aggressive e sfruttare le loro abilità intrinseche per permettere al protagonista di superare gli ostacoli posti nell’ambiente circostante. 

Il tutto, come vi accennavo poc’anzi, verrà svolto in prima persona da Olimar, mentre sarà impegnato a spostarsi nei vari ambienti di gioco, cercando di non far morire brutalmente i vari Pikmin inviati qua e là a compiere i vari incarichi. 

Questa digressione sul genere, tanto semplice quanto brillante, si mescola a un level design a cui si può appuntare davvero pochi difetti e a una serie di meccaniche di gioco che, fin dal primo capitolo, riescono perfettamente a incarnare quella Nintendo Difference di cui tanto si è parlato negli ultimi vent’anni.

Pikmin 1

Il primo capitolo di Pikmin, per quanto riesca a superare la prova del tempo in termini di gameplay e level design, è, fra i due titoli presenti in questa raccolta, quello invecchiato peggio. Non fraintendetemi, il gameplay risulta ancora oggi incredibilmente ispirato e anche se, rispetto ai capitoli seguenti, vi sono a disposizione solo tre tipologie di Pikmin, l'ottimo level design e le situazioni offerte dal primo capitolo della serie, rimangono tutt'ora efficaci in termini di divertimento e sfida offerta.

Quello che dispiace è che Nintendo non abbia speso un minimo di impegno nel sistemare i comandi (troppo macchinosi in alcune situazioni se paragonate a quelle dei capitoli più recenti), né abbia offerto una modalità di gioco aggiuntiva pensata a eliminare il "timer dei trenta giorni". Per chi di voi non ne fosse a conoscenza, nel primo Pikmin è richiesto al giocatore di portare a ermine la missione entro trenta giorni virtuali, una tempistica che, già nel 2001, garantiva un tasso di sfida davvero alto per i completisti che puntavano a ottenere il 100% in una singola run, richiedendo una perfezione certosina nelle reazioni.

Niente di trascendentale ma considerando che questa raccolta si pone anche verso quei giocatori che hanno scoperto la serie con l'edizione deluxe del terzo capitolo, queste sbavature, decisamente evitabili, avrebbero reso più attraente questa operazione nostalgia.

Per il resto c'è ben poco da dire, graficamente il titolo si difende ancora bene in modalità portatile, mentre mostra il fianco delle texture oramai stagionate quando lo si fruisce su di uno schermo di ampie dimensioni. Lo stretch in 16:9 si limita a essere un compitino e nulla più, mostrando alcuni evidenti artifici nell'interfaccia di gioco. Insomma, siamo di fronte a una versione HD realizzata in maniera analoga a quelle che andavano di moda nella generazione precedente di console e nulla di più. Dispiace? Si, indubbiamente. Danneggia l'esperienza finale? No, a patto di contestualizzare correttamente che cosa si sta giocando.

Pikmin 2

Discorso diverso per Pikmin 2 che, oggi come allora, riesce a risultare una produzione fuori dal tempo, capace di offrire ancora oggi tantissimo in termini di divertimento. Il gameplay, come da tradizione per Nintendo, rimane ancorato ai canoni del precedente capitolo, "limitandosi" a introdurre una manciata di novità che, però, riescono a stravoglere completamente l'esperienza finale, dandogli un gusto tutto nuovo.

In primis, Olimar non è più da solo e in questo secondo capitolo viene accompagnato da Loulie, permettendo al giocatore di cambiare personaggio, e quindi scenario di gioco, in qualsiasi momento. Un elemento di gameplay che, a oggi, abbiamo visto in numerose produzioni ma che riesce a trasformare enormemente il gameplay, grazie a tutta una serie di ragionamenti strategici che il giocatore può attuare, proprio grazie alla capacità di scambiare personaggio in tempo reale, in ogni momento dell'avventura.

Le altre due importanti implementazioni, invece, risiedono nell'introduzione di due nuove razze di Pikmin, con le loro rispettive abilità, e nell'aggiunta di aree molto simili a dei dungeon, capaci di tirare fuori il meglio dal gameplay strategico di Pikmin. L'assenza di ogni limite temporale, infine, riesce a garantire il giusto respiro all'esplorazione, permettendo agli sviluppatori di realizzare dei livelli ricolmi di enigmi ambientali e situazioni molto più cervellotiche e capaci di restituire al giocatore il giusto senso di soddisfazione quando, finalmente, ne verrà a capo.

Per quanto riguarda il comparto tecnico di Pikmin 2, infine, non ci si discosta da quanto detto per il primo capitolo. Il framerate rimane solido, il sistema di controllo, per quanto immutato rispetto alla versione originale, venne di per sé già ammorbidito rispetto al predecessore ma permangono delle texture decisamente anzianotte e uno stretch in 16:9 che risulta incapace di camuffare la sua artificiosità proprio in virtù degli artifici presenti nell'interfaccia di gioco.

in conclusione Pikmin 1+2 HD, risulta una buona raccolta e nulla più. Un titolo antologico capace di garantire una continuità ai nuovi giocatori e permettere ai fan di vecchia data di avere tutti i titoli su di un'unica piattaforma. Dispiace che Nintendo non abbia voluto mettere mano ai due titoli compiendo un'operazione analoga a quella fatta con Metroid Prime, così come avrei apprezzato, perlomeno, alcuni contenuti aggiuntivi analoghi a quelli offerti dalla Super Mario 3D All-Stars. resta comunque una raccolta che difficlmente si può non consigliare a chi ama la Nintendo Difference.

Voto Recensione di Pikmin 1+2 HD - Nintendo Switch


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Due degli esponenti più importanti della "Nintendo Difference".

  • - Gameplay e level design di altissimo livello.

  • - Pur con le evidenti anzianità che si portano dietro, risultano ancora godibilissimi e divertenti.

Contro

  • - Una minima revisione alla grafica, e ai comandi, avrebbe reso questa collection un must have.

  • - Lo stretch a 16:9 ratio non è riuscito benissimo.

  • - Nessun contenuto inedito e

Commento

Pikmin 1+2 HD si pone come un'ottima raccolta per due tipologie di utenti ben distinte: quelli che hanno amato il terzo capitolo, stanno aspettando il quarto, e non hanno mai avuto modo di recuperare i primi due giochi, e quelle persone che desiderano completare la raccolta dei capitoli della serie ,potendoli giocare tutti sulla stessa console. I due titoli rimangono godibilissimi, bellissimi e, ancora oggi, difficili da non consigliare a tutti ma, risptto a vent'anni fa, bisogna tenere a mente che, non essendo di fronte a un'operazione di restauro, tutte le farraginosità tipiche delle produzioni dei primi anni 2000, permangono in questa raccolta ad alta definizione.

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Pikmin 1+2 HD - Nintendo Switch