Recensione Mirror's Edge Catalyst

Recensione di Mirror's Edge Catalyst, il gioco d'azione in prima persona che vi mette nei panni di un'eroina esperta di parkour, alle prese con una società opprimente.

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a cura di Roberto Caccia

Mirror's Edge Catalyst

 

Mirror's Edge Catalyst è l'atteso reboot di Mirror's Edge ed è un gioco d'azione in prima persona che vi mette nei panni di Faith Connors, un'abile runner esperta di parkour alle prese con una città controllata costantemente dall'occhio vigile di un regime totalitario.

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CONTRO: Combattimenti legnosi e frustranti, qualche calo del framerate e alcuni elementi poligonali poco dettagliati, storia appena sufficiente, raccontata in modo poco efficace.

VERDETTO: Se il primo Mirror's Edge vi ha incantato allora apprezzerete anche Catalyst. Questo reboot abbandona la struttura lineare del titolo precedente per far posto a una città da esplorare liberamente. La formula funziona e il gameplay riesce a essere frenetico e divertente, finché non bisogna fare i conti con i combattimenti, il vero tallone d'Achille della produzione di DICE. Se riuscirete a chiudere un occhio su questo aspetto vi ritroverete tra le mani un gioco unico nel suo genere, che prova a portare un po' d'innovazione in un mare di titoli open world in prima persona che si somigliano tutti, senza tuttavia abbandonare gli elementi che contraddistinguono questo genere di avventure, come le missioni secondarie e i consueti oggetti da raccogliere sparsi in giro per la magnifica (dall'esterno) città di Glass.

Mirror's Edge Catalyst (3)

L'abbuffata di notizie, annunci, trailer e novità dell'E3 2016 non ci ha fatto dimenticare uno dei giochi più importanti usciti a giugno. Stiamo parlando di Mirror's Edge Catalyst, il reboot del gioco d'azione in prima persona uscito a cavallo fra il 2008 e il 2009 su PC e console.

L'ingrediente principale del gioco è rimasto lo stesso: il parkour frenetico fra i tetti di una città controllata costantemente dall'occhio vigile del Grande Fratello. Tuttavia la formula si rinnova abbandonando la struttura lineare del titolo precedente e abbracciando un mondo di gioco open world, tutto da esplorare.

L'idea funziona, grazie a un level design convincente e a una città futuristica creata con una direzione artistica ispirata. Purtroppo non sono tutte rose e fiori, come vi accorgerete nel resto di questa recensione.

Una storia godibile, raccontata in modo sconnesso

Partiamo subito da uno degli elementi più controversi del gioco: la storia. Il primo Mirror's Edge è ricordato come un titolo sbucato fuori dal nulla e apprezzato per il suo gameplay atipico e innovativo, ma con evidenti difetti riconosciuti persino dai fan più sfegatati.

Uno di questi era una storia sconnessa, raccontata facendo uso di sequenze in stile "cartone animato", brevi dialoghi fra i personaggi e qualche riga di testo. Anche provando ad appassionarsi alla storia di Faith e degli altri personaggi si avvertiva la sensazione che le vicende erano solo un riempitivo fra un livello e l'altro, nonostante la firma di Rhianna Pratchett, scrittrice affermata in ambito videoludico.

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Per Mirror's Edge Catalyst DICE ha deciso di dire addio alla scrittrice del precedente capitolo e di raccontare la storia in altri modi, vale a dire sequenze in computer grafica, flashback, registrazioni sparse in giro per la mappa e, soprattutto, un costante chiacchiericcio tramite l'avanzato sistema di comunicazione usato nel gioco. Il risultato finale finisce per ripetere gli stessi errori commessi in passato.

I dialoghi via radio tendono a passare in secondo piano durante le frenetiche corse sui tetti di Glass e spesso per non perdere il filo dei discorsi mi sono dovuto fermare per ascoltare ciò che dovevano dire i protagonisti.

Inoltre le schermate di caricamento non esitano a ricordare l'esistenza di Mirror's Edge: Exordium, un fumetto di Dark Horse Comics che racconta gli eventi precedenti all'inizio del gioco, prima che la bella Faith finisse in prigione.

Non sono un grande fan delle opere suddivise in più format multimediali e penso che questa decisione finisca per penalizzare gli appassionati del gioco che vogliono saperne di più sulle vicende e sui personaggi di Mirror's Edge Catalyst. Sarebbe stato bello riuscire a scoprire i dettagli raccontati in Exordium anche in altri modi, direttamente all'interno del gioco.

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La storia in sé è godibile, anche se non ci troviamo di fronte a qualcosa di rivoluzionario. Faith, la protagonista di questo reboot, è una runner che ha deciso di non piegarsi al regime totalitario della Kruger Holding, azienda che controlla capillarmente ogni aspetto della città di Glass.

I runner vivono al di sopra della legge, svolgendo incarichi come consegne di messaggi e di oggetti reperiti al mercato nero, correndo sui tetti e sfuggendo al controllo della Kruger Security, o Kruger-Sec, la divisione di controllo del crimine di Kruger Holding.

Nelle battute iniziali del gioco si vede la bella Faith uscire di prigione, ma il motivo per cui la giovane runner è finita "dietro le sbarre" restano ignoti per gran parte del gioco. Senza svelarvi troppo vi diciamo che troverete i classici cliché di una storia ambientata in un futuro distopico e iper-controllato.

Abbiamo l'azienda di cattivoni che spadroneggia sulla città, l'occhio vigile del Grande Fratello che controlla 24 ore su 24 le vite dei cittadini, il gruppo di buoni guidati da un leader convinto che si possa trovare una soluzione pacifica, il gruppo di buoni "cattivi" che hanno fiducia esclusivamente nella violenza, il vecchio saggio che ne ha viste di cotte e di crude e l'hacker un po' squinternata abilissima coi computer. Non manca nemmeno il compagno d'avventura / rivale che ci fa dubitare della sua lealtà e fiducia. Toccherà a voi cercare di sovvertire le regole di questa città, provando a mettere fine al regime imposto dai leader della Kruger.

Mirror's Edge Catalyst (21)

Come potete immaginare non c'è nulla di cui meravigliarsi e difficilmente ricorderete Mirror's Edge Catalyst per la sua storia, sia per la qualità altalenante della stessa, (comprensiva di colpi di scena telefonati e non) sia per il modo in cui DICE ha deciso di raccontarla.

Sotto questo punto di vista il destino di Faith è uno dei pochi elementi che vi spingerà ad andare avanti. Fortunatamente è un aspetto che da solo basta a darvi la motivazione necessaria per arrivare ai titoli di coda.