Rivoluzione

SSX Blur si rivela, a conti fatti, un acquisto obbligatorio per tutti gli amanti della neve e delle forti emozioni. Il suo gameplay innovativo ed il suo stile unico sono i due cardini dell’intera produzione, una produzione che avrebbe potuto raggiungere una valutazione ben più alta se solo i programmatori avessero prestato una maggiore attenzione al gameplay e alla modalità multiplayer.

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a cura di Tom's Hardware

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Finora SSX Blur si è rivelato ben poco originale rispetto ai suoi predecessori, ma con una macchina come Wii, era logico attendersi delle sostanziali novità nel gameplay (e nel design, come rivelato in seguito). E così è stato. Principale differenza rispetto a Downhill Jam, il titolo di EA Big prevede l’utilizzo di entrambi i pad della console, quindi è indispensabile l’accoppiata Nunchuk + Wiimote. Detto questo, è importante distinguere l’utilizzo di entrambi i dispositivi: il primo serve principalmente per muoversi grazie alla sua leva analogica. Il movimento della leva permette così di accelerare, frenare e girare lentamente, mentre roteando del tutto il pad, si possono effettuare delle virate più nette.

Ma il Nunchuk non si limita soltanto a questo; un colpetto verso l’alto, infatti, permette di effettuare un salto, mentre l’equilibrio nel corso di un grind può essere facilmente gestito spostandolo a destra e a sinistra. Da notare, infine, che per i grab è necessario premere semplicemente il tasto Z, da correlare ad una direzione. Nel complesso questa varietà d’azioni sono piuttosto semplici da apprendere, basta soltanto un briciolo di pazienza. Per quanto riguarda il Wiimote, invece, il suo utilizzo è fondamentale per la riuscita delle figure acrobatiche. Anche in questo caso, basta indirizzare il pad verso una delle direzioni ed il gioco è fatto. Tuttavia, a “complicare” la vita ci pensano gli inediti ubertrick, evoluzioni complesse attuabili unicamente con la barra Groove Meter colma fino ad un determinato punto. Raggiunto questo status, è sufficiente premere il tasto A e ripetere il movimento raffigurato a schermo.

Ammetto che la prima volta che ho tentato di effettuarne un paio ho miseramente toppato, ma con il passare dei minuti ho intuito che si trattava solamente di una questione di timing, che volendo ben vedere non è poi così severo, e di altezza (un salto eccessivamente basso equivale a sfracellarsi al suolo prima di terminare l’ ubertrick). Ben più ostici, invece, gli ubertrick finali, i quali richiedono una precisione chirurgica difficilmente raggiungibile con il puntamento del Wiimote. E’ chiaro che per la fase di beta test di SS Blur, EA Big si sia rivolta a degli automi, perché non è un caso che su dieci tentativi si riesca a malapena a portarne a termine un paio. Qualche preoccupazione è inoltre riscontrabile nelle prove a slalom, frustanti e talvolta quasi impossibili. Peccato.

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