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Vampire: The Masquerade – Swansong | Recensione

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Vampire: The Masquerade – Swansong | Recensione

di Andrea Baiano Svizzero lunedì 6 Giugno 2022 11:00
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La serie Vampire: The Masquerade ha già affondato i suoi denti nel mercato dei videogiochi, più volte per giunta. Un ricordo indelebile, di quel morso che, nel 2004, ci ha regalato una perla grezza come Bloodlines, ancora oggi considerato un vero e proprio cult. Ma l’universo del gioco di ruolo Mondo di tenebra è vasto, complesso e ricco di possibilità. C’è spazio per altro, nella sua rappresentazione horror e punk-gotica della realtà. Vampire: The Masquerade – Swansong si inserisce quindi perfettamente, nel solco lasciato dallo sfortunato Bloodlines 2. Il titolo, sviluppato da Big Bad Wolf in collaborazione con Nacon, si pone l’obbiettivo di raccontare una complessa storia ambientata in una Boston moderna.

Una Boston vissuta dal punto di vista di ben tre personaggi differenti: Emem, Leysha e Galeb, ognuno dei quali rappresenta un lato diverso della società vampira. Vampire: The Masquerade – Swansong inizia proprio così, mostrandoci le loro vite e la loro posizione all’interno della complessa gerarchia della Camarilla, una comunità vampira che ad un primo sguardo ha un sapore quasi “mafioso” nella sua messinscena.

Vampire: The Masquerade - Swansong

Le tre storie si intrecciano in modi piuttosto contorti, mostrandoci fin da subito una situazione di pericolo, con degli atti di violenza che hanno coinvolto la città di Boston, portando tutti i vampiri sotto un rigido codice rosso. Gli omicidi che si sono consumati svelano dei retroscena complottistici e di conflitto, che danno a Vampire: The Masquerade – Swansong un sapore estremamente politico, legato ad una narrazione piuttosto seriosa e fatta di continue rivelazioni ed epifanie da parte dei tre protagonisti.

La struttura mostra fin da subito le sue ispirazioni, presentandosi come un’avventura narrativa piuttosto tradizionale. Lo potremmo accostare a prodotti come Life is Strange, ma anche a quelli di Quantic Dream. Un focus piuttosto deciso e diretto sulla narrazione, che si sviluppa con tantissimi dialoghi ed un intreccio che pesca a piene mani in tutti gli elementi caratteristici del Mondo di tenebra. C’è anche spazio per l’interattività però, con la possibilità di esplorare liberamente le ambientazioni, che diventano dei grandi puzzle in cui perdersi.

Gli obbiettivi sono molteplici, così come le opzioni secondarie presenti. Ottenere informazioni, parlare con un personaggio piuttosto che un altro, o anche fallire o riuscire in un dialogo. Vampire: The Masquerade – Swansong è insospettabilmente complesso, ma tutti questi elementi non sempre combaciano alla perfezione. Mettiamo un attimo sullo sfondo i dialoghi, vero e proprio elemento cardine dell’esperienza, e focalizziamoci sul resto.

Vampire: The Masquerade - Swansong

L’esplorazione di Vampire: The Masquerade – Swansong è davvero strutturata, ma cede facilmente il fianco a delle critiche sul design e sulla struttura della sua progressione. La Boston di Big Bad Wolf è incomprensibilmente piena di grandi appartamenti, strane rovine e ambientazioni ricche di porte, codici e tessere d’accesso. L’esplorazione diventa quindi un susseguirsi di scale, corridoi e puzzle che risultano presto poco ispirati e tediosi. Anche quelli più originali e freschi sono a volte incomprensibili, rallentando l’esperienza narrativa, che già di suo è piuttosto lenta (parliamo di circa 15/20 ore di gioco). Nel suo riprendere il genere delle avventure narrative però, Vampire: The Masquerade – Swansong fa la coraggiosa scelta di ibridarsi con il gioco di ruolo.

Del resto, il Mondo di tenebra nasce come tale, ed è giusto che gli sviluppatori siano riusciti a trovare un compromesso tra i due elementi. Vampire: The Masquerade – Swansong è complesso, forse anche troppo per il suo bene. Ognuno dei tre protagonisti ha infatti una vera e propria scheda del personaggio, che potremo personalizzare come preferiamo. Ci sono ovviamente dei preset tra cui scegliere, ma in questo senso la libertà data al giocatore è notevole. Si investono punti negli attributi Fisico, Sociale e Mentale, che a loro volta contribuiscono alle nostre abilità e discipline. Proprio come un gioco di ruolo, queste saranno le nostre “armi” nei conflitti che ci vedranno protagonisti. Conflitti a base di parole, un po’ come l’antica arte della retorica.

Vampire: The Masquerade - Swansong

A seconda delle nostre abilità, saranno accessibili diverse opzioni nei dialoghi, utilizzabili consumando Volontà. Il nostro livello di abilità verrà confrontato con quello del nostro interlocutore, assegnando la vittoria a chi avrà il punteggio più alto. Le stesse discipline, delle abilità prettamente legate alla natura vampira dei nostri personaggi, risponderanno alle stesse regole. Un gioco di ruolo puro, che permette addirittura di potenziare le nostre abilità investendo più punti volontà. Un’opzione utile nel caso in cui la percentuale di successo sia minima, o quando il nostro avversario sarà piuttosto duro di comprendonio. Vampire: The Masquerade – Swansong riesce a creare un’impalcatura ruolistica piuttosto convincente e complessa, che impreziosisce non da poco un sistema altrimenti piuttosto banale e già visto.

Il problema però è che questi elementi non sono bilanciati correttamente. Capiterà spesso di fallire, anche in situazioni apparentemente vantaggiose. Trarre il meglio da tutti gli elementi di gioco sembra essere una missione impossibile. Fallire è quasi una costante, dando purtroppo il là ad una spirale negativa per le tre nostre narrazioni. Questo perché l’esperienza ottenuta è legata al nostro successo, limitando la possibilità di investire sulle statistiche del personaggio in caso di fallimenti continui.

Vampire: The Masquerade - Swansong

Vampire: The Masquerade – Swansong fra luci e ombre

Vampire: The Masquerade – Swansong è poco bilanciato, e questo lo si percepisce ancor di più durante i confronti, dialoghi speciali accostabili quasi a delle “boss fight”. Sono dei passaggi cruciali per la trama, in cui però il giocatore percepisce di non avere totale controllo. La gestione della volontà e delle abilità è cruciale, parte integrante dell’esperienza, ma un maggiore bilanciamento e dei sistemi di gioco più chiari avrebbero sicuramente giovato alla visione ruolistica di Big Bad Wolf.

Vampire: The Masquerade – Swansong è davvero una strana chimera, con delle belle idee ed una narrazione affascinante, ma soffocata da un cast tendenzialmente blando e da una scrittura piatta. Manca un po’ il guizzo, sia nella caratterizzazione di Emem, Leysha e Galeb, che nel level design. Quest’ultimo spesso tedioso nel suo sviluppo, e poco valorizzato dalla componente tecnica.

Vampire: The Masquerade – Swansong si fa guardare con piacere: le sue ambientazioni sono ricche di atmosfera, ma le animazioni dei personaggi e la mimica facciale durante i dialoghi sono piuttosto deludenti. Non manca qualche bug, o occasionali compenetrazioni con elementi dell’ambientazione. Ci è capitato di incastrarci in una trave per qualche minuto, generando non poca frustrazione durante l’esplorazione.

di Andrea Baiano Svizzero
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Vampire: The Masquerade – Swansong – PC

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Vampire: The Masquerade - Swansong è un'esperienza gdr complessa, ambientata in un universo altrettanto intricato. Big Bad Wolf riesce ad introdurre il giocatore agli elementi caratteristici del Mondo di tenebra, mettendo in scena un intreccio interessante e ricco di spunti. Nonostante una bella cornice però, la narrazione soffre una scrittura altalenante e priva di guizzi, supportata da un cast non proprio carismatico. Emem, Leysha e Galeb risultano un po' bidimensionali, nonostante il design dei dialoghi cerchi di rendere più dinamico il loro agire. Il modo in cui Vampire: The Masquerade - Swansong intreccia narrazione e gioco di ruolo è davvero interessante, e rende le parole degli bellissimi strumenti al nostro servizio. Dare forma al proprio personaggio riprende quel sapore da gioco cartaceo, ma tutti i sistemi di gioco soffrono di problemi di bilanciamento. Un gran peccato, perché le idee di Big Bad Wolf sono preziose, ma mal eseguite. Nonostante i suoi difetti, Vampire: The Masquerade - Swansong potrebbe essere un buon biglietto da visita per il Mondo di tenebra, in attesa di Bloodlines 2.

Pro

  • Gioco di ruolo e dialoghi si uniscono in un sistema profondo...
  • Ambientazione e conflitti interessanti
  • Ottima rigiocabilità

Contro

  • ... ma sbilanciato
  • Protagonisti poco carismatici
  • Progressione nelle ambientazioni poco ispirata
  • Impianto tecnico sottotono e con qualche bug
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