Videogiochi e prime volte, le esperienze formative di un videogiocatore

I nostri amati videogiochi ci portano in mondi fantastici, ma quali sono stati i nostri primi "amori"?E come ci hanno cambiato?

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a cura di Giuseppe Licciardi

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Passano gli anni, si cambia, le abitudini sono diverse e anche i videogiochi che scegliamo di giocare sono ormai totalmente diversi da quelli che sceglievamo un tempo. C'è chi affronta il tutto con fare un po' nostalgico, c'è chi esplora nuovi mondi e nuovi universi e c'è chi invece abbandona completamente il mondo dei videogiochi. Essere giocatori non è mai semplice, c'è chi lo fa per passione, c'è chi lo fa per lavoro e c'è chi invece si affaccia al videogioco in modo critico. Il boom che ha avuto il media nel corso degli anni diventando di fatto quello con più incassi al di sopra anche del cinema fa davvero capire quanto ormai sia capillare l'espansione del media all'interno di diverse fasce di pubblico.

Ed è proprio durante una sera, che mi è venuto in mente, come forse sono cambiato. Ebbene si, la nostalgia ha preso il sopravvento, e per un attimo ho pensato che non provavo più le stesse sensazioni di scoprire qualcosa di nuovo, di provare un nuovo videogioco o scegliere magari un titolo che andasse fuori dalla mia comfort zone. Poi però un pensiero ha attraversato la mia testa e ho ripensato a tutti i titoli che ho giocato nel corso degli ultimi anni, e forse in realtà non sono io che ho "perso" la via, ma sono i nostri cambiamenti che incidono anche su ciò che giochiamo. I videogiochi in realtà cambiano con noi, si evolvono e mutano con la stessa velocità di sempre, siamo solo noi che non ce ne rendiamo conto senza soffermarci sul nostro passato.

E se ci fosse una domanda giusta quella sarebbe sicuramente "Cosa ci hanno lasciato i videogiochi che abbiamo giocato da bambini?" e soprattutto cosa abbiamo imparato da essi. Sembrano due domande banali eppure almeno una volta nella vita ognuno di voi se lo è chiesto. A cosa sono servite quelle avventure vissute davanti al primo computer, o davanti alla prima console. Come si trasformava un mondo fatto a 8/16 bit davanti ai nostri occhi increduli. C'è chi lo ha vissuto in maniera diversa, chi con gli occhi di un bambino e chi con gli occhi di un ragazzetto un po' cresciuto, ma se c'è una cosa che accomuna tutti è che "La prima volta è difficile da dimenticare".

Ognuno di noi ha una storia da raccontare, il pedigree videoludico di ogni videogiocatore che si rispetti è diverso, quasi andando a creare una singolarità. Tutto questo porta poi ognuno di noi a formarsi e ad interrogarsi, arrivati ad un certo punto dell'esperienza, su cosa i videogiochi ci abbiano lasciato. Amicizie, conoscenti, emozioni, nuove esperienze e ovviamente anche un po' di rabbia (soprattutto se siete giocatori dei souls). Ma da dove è partito tutto? Come ho detto prima ognuno di noi ha la propria prima volta, che sia diversa, che sia arrivata prima o dopo, c'è stato sicuramente una prima volta, e se possiamo chiamarlo in questo modo un "battesimo di fuoco", che vi ha fatto dire "SI! Questa è proprio la mia strada". Quella scintilla che vi ha fatto innescare la voglia di conoscere sempre più di questo media, nelle sue mille sfaccettature e nei suoi mille modi di essere.

Quando si è "piccoli" inoltre si da spazio molto di più alle fantasie ed è sempre bello tornare con la mente a quei tempi. Le memorie di te, attaccato ad uno schermo e scappando in un mondo completamente diverso dal tuo, colorato e ricco di elementi da scoprire. Ed è questo il senso di tutto, ricordare quale sia stata la nostra prima volta, sia essa lontanissima nel tempo o forse accaduta solo qualche mese fa. D'altronde il boom del mercato ha fatto avvicinare tantissime persone, che fino a pochi anni fa non avevano mai preso un pad nelle proprie mani. L'offerta è diventata cosi tanto ampia che ormai quasi ogni tipo di "palato" può essere soddisfatto, da chi cerca una sfida a chi invece cerca un'esperienza visiva. Le storie dietro ogni esperienza si sono fatte sempre più mature, abbracciando concetti sempre più complessi e in molti casi sposando anche delle cause importanti.

Sensibilizzare e non solo, per rendere l'esperienza formativa verso un tema delicato, fa parte ormai del DNA di alcune software house che hanno deciso di veicolare messaggi attraverso i propri prodotti. E tutto questo come videogiocatori dovrebbe unirci, per capire che il nostro "hobby" non è più da considerare solo un passatempo da giorno libero, ma può essere anche qualcosa di più.

Ma come detto prima, voglio fare un passo indietro nel tempo e cercare nella scatola dei ricordi, la mia prima esperienza vera. Se solo non fosse per quel Game Boy Color che mi fece innamorare letteralmente del videgioco, forse citerei il Super Nintendo, che per quanto in realtà lontano dal mio anno di nascita è comunque stato parte per un breve periodo della mia vita, avvicinandomi anche a titoli come Contra e Mario. Per non parlare poi di alcuni amichetti che avevano ancora un vecchio Master System sul quale giocai per la prima volta al grandioso Alex Kidd (quella musichetta la ho ancora in testa). Ma tutto questo in realtà, come ho detto lascia spazio al vero primo amore, sempre di Nintendiana memoria, accompagnato però da un'ottima Playstation 1.

Eh si, ero un po' vizziatello da piccoletto per quanto riguarda i videogiochi, forse anche un po' fortunato considerato che si trattava della fine dei 90 e l'inizio dei 2000. Ma nulla toglie che il primo vero amore è stato Pokémon, quella piccola cartuccia di Versione Gialla, credo che sia stata l'iniziazzione per molti e non solo per me. Un brand che ancora tutt'oggi porto con me e che mi ha saputo far apprezzare all'epoca, l'amore per la scoperta e per l'avventura. Anche se in uno schermo di piccole dimensioni, ma che era sempre con in ogni occasione. Ogni scusa era buona per cambiare le pile, dato che effettivamente evaporavo la carica almeno ogni giorno, e forse per questo, il pianeta Terra di certo non ci ringrazia.

Ma in qualche modo devo essere grato alle mie prime esperienze da videogiocatore, forse da un certo punto di vista è anche grazie alla fortuna di esser stato in contatto con tante di queste esperienze fin da subito che oggi riesco ad apprezzarne tante altre. Forse in realtà mi piace pensare che io stia scrivendo queste righe proprio per il mio pedigree da videogiocatore, ma nel profondo in realtà so che la motivazione è un po' diversa, ma questa è un'altra storia...

Condividendo tutto questo, ho pensato che in molti potessero rivedersi in me, oppure anche chi è più "livellato" di me, possa ricordare i bei tempi, ancor prima dei 90. Il sunto è quello di rendere coesa tutta quella community di videogiocatori che non si sentono "rappresentati" dalla guerra tra console e all'ultima esclusiva. D'altronde ogni tanto ci vuole un po' di coesione no?

La nostalgia è bella riviverla con attenzione,a volte infatti ci può portare a non apprezzare il nuovo, o a ricordare con troppa enfasi ciò che è stato. Nel mio caso mi sento di dire che sono soddisfatto del mio percorso, ricordo con affetto quello che ho giocato quando ero un "nanerottolo alle prime armi", mi ha formato e forse mi ha reso il videogiocatore che sono oggi. E credo che chiunque legga queste righe si rispecchi. Il senso di tutto questo è sicuramente la condivisione, il raccontare la "prima volta" e lasciare un piccolo diario di quello che è stato e soprattutto quello che sarà. Il media si evolve e mai come negli ultimi anni, la sua evoluzione è sempre più veloce.

La tecnologia, il virtuale e i nuovi media sono un mezzo che ci hanno permesso di affacciarci ad un nuovo modo di vedere le cose. Ci hanno permesso di avere nuovi strumenti per scoprire il mondo che ci circonda, ed in questo l'approccio con il videogioco può essere un nuovo modo per scoprire nuove realtà, e in tanti casi innamorarsi di esse. Aspetto con ansia il vostro racconto, quali sono i vostri primi videogiochi?