Il settore dei videogiochi si trova ad affrontare una tempesta perfetta che potrebbe colpire duramente i consumatori interessati alle console Xbox. Secondo indiscrezioni raccolte da fonti dell'industria, Microsoft starebbe valutando un nuovo aumento dei prezzi per le sue console di attuale generazione, una mossa che arriva in un momento particolarmente delicato dopo già due rincari nel corso dell'anno. La causa principale sarebbe da ricercare nella carenza globale di memoria RAM, aggravata dalla vorace domanda proveniente dai data center dedicati all'intelligenza artificiale.
Le informazioni, diffuse da Moore's Law is Dead e riprese da diverse testate specializzate, dipingono un quadro preoccupante per chi aveva in programma di acquistare una Xbox Series X o Series S. Rappresentanti commerciali dell'azienda di Redmond avrebbero già allertato i partner distributivi sul fatto che la situazione potrebbe manifestarsi "molto presto, prima piuttosto che dopo", come riportato dalle fonti. Il problema deriverebbe dall'esplosione della richiesta di componenti RAM da parte delle strutture che alimentano i sistemi di intelligenza artificiale, lasciando briciole per il mercato dell'elettronica di consumo.
Quello che emerge con chiarezza è un apparente difetto di pianificazione strategica da parte di Microsoft. Secondo le indiscrezioni, l'azienda non avrebbe anticipato per tempo l'evoluzione del mercato delle memorie, trovandosi ora a dover fronteggiare costi in rapida ascesa. Questa situazione si tradurrebbe in due possibili scenari per i consumatori: un ulteriore incremento dei prezzi al dettaglio oppure una drastica riduzione della disponibilità di console nei negozi, con scaffali che potrebbero restare vuoti per periodi prolungati.
Il confronto con la concorrenza rende la situazione ancora più interessante dal punto di vista dell'analisi di mercato. Sony sembrerebbe aver giocato d'anticipo, assicurandosi scorte consistenti di memoria GDDR6 quando i prezzi erano ai minimi, garantendosi così una posizione di vantaggio per i mesi a venire. Questa mossa preventiva spiegherebbe anche perché il colosso giapponese possa permettersi di ridurre i prezzi della PlayStation 5 in occasione del Black Friday, mentre Microsoft si trova nella situazione opposta. La strategia di approvvigionamento di Sony dimostrerebbe una visione a lungo termine che ora sta dando i suoi frutti.
Le difficoltà sul fronte hardware si sommano poi alle recenti modifiche apportate all'ecosistema dei servizi Microsoft. L'aumento dei costi per gli abbonamenti a Xbox Game Pass ha già fatto discutere, con la formula Ultimate che ora richiede un esborso mensile di 27 euro in Europa e 22,99 sterline nel Regno Unito. Il pacchetto include l'accesso a oltre 75 titoli disponibili dal giorno di lancio ogni anno, insieme a Fortnite Crew e Ubisoft+ Classics, oltre a miglioramenti previsti per il cloud gaming e un programma Rewards rinnovato.
Va ricordato che Microsoft aveva già ritoccato al rialzo i prezzi delle proprie console in due occasioni durante l'anno corrente: una prima volta a maggio e successivamente a settembre per il mercato americano. Un terzo aumento nel giro di pochi mesi rappresenterebbe un colpo significativo per l'attrattività commerciale dell'ecosistema Xbox, già in difficoltà nel confronto diretto con la concorrenza di Sony in termini di vendite di hardware. La convergenza di aumenti sui servizi e sui dispositivi fisici potrebbe spingere molti potenziali acquirenti a riconsiderare le proprie scelte d'acquisto.
Secondo le previsioni degli esperti del settore, anche Sony potrebbe non essere immune da rincari nel lungo periodo, con possibili adeguamenti previsti per il prossimo anno. Tuttavia, nel breve e medio termine, l'azienda giapponese appare protetta dalle scorte accumulate in precedenza, una differenza sostanziale che potrebbe tradursi in un significativo vantaggio competitivo durante la cruciale stagione delle festività natalizie e nei mesi successivi.