Per la corte di cassazione il sequestro di The Pirate Bay (TPB) è del tutto legittimo. Attivato nel 2008, e poi bloccato dal tribunale del riesame, oggi il blocco potrebbe essere riattivato, e quindi il sito resto nuovamente irraggiungibile dagli internauti italiani.
L'inconfondibile logo di The Pirate Bay.
Le motivazioni della sentenza sono piuttosto chiare: TPB, pur non ospitando direttamente i materiali, non si può considerare un intermediario "innocente". Le attività del sito sono una minaccia diretta alla tutela del diritto d'autore, ed è legittimo ostacolarne il funzionamento, anche tramite filtri attivati dagli ISP.
TPB favorisce gli illeciti, commessi dagli utenti che si scambiano materiali protetti, indicizzando tali materiali e fornendo agli utenti stessi una piattaforma di comunicazione efficace e famosa. Secondo la Cassazione, quindi, un sito straniero può essere oscurato anche se non rientra nelle categorie stabilite dal governo, cioè gioco d'azzardo non autorizzato e pedopornografia.
A questo punto, sentito il parere della Cassazione, sta al tribunale di Bergamo decidere come procedere. La Baia per ora resta accessibile, ma il pronunciamento della Cassazione è comunque un fatto storico rilevante, per il fatto che ammette la possibilità di bloccare siti BitTorrent e attività P2P in generale, basandosi sulla protezione del diritto d'autore.