Adolescenti 2.0 sempre più connessi e sempre più a rischio

Telefono Azzurro e Doxa Kids scattano la fotografia dell'adolescente nativo digitale: circondato dalla tecnologia, sempre connesso, amante dei selfie.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Gli adolescenti sono sempre più connessi, e per questo sempre più esposti a rischi. L'informazione emerge dalla ricerca "Osservatorio Adolescenti: pensieri, emozioni e comportamenti dei ragazzi di oggi" pubblicata da Telefono Azzurro e Doxa Kids in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei bambini e delle bambine, che quest'anno cade in concomitanza con il 25° anniversario della Convenzione Internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

"Gli adolescenti sono abituati a utilizzare le nuove tecnologie fin da bambini per giocare, comunicare, tenersi aggiornati, imparare, fare acquisti. Se alcuni autori sono convinti che Internet influenzi negativamente apprendimento, memoria e attenzione modificando l'uso del linguaggio, altri sottolineano invece come l'interazione con i contenuti digitali migliori l'efficienza della memoria di lavoro, potenzi la capacità di gestire precisamente e velocemente una grande quantità di input e incrementi l'apprendimento". Un dibattito che è in corso da tempo e che tutti i genitori sono chiamati a gestire.

Adolescenti 2.0

La ricerca poggia sui dati emersi dall'analisi di 1500 questionari con 100 domande, a cui hanno risposto ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado (da 11 a 19 anni), selezionate su tutto il territorio nazionale per garantire la rappresentatività del campione. Il questionario aveva lo scopo di indagare sulle abitudini dei ragazzi nell'ambito personale, relazionale e sociale.

Il primo punto fermo è che i nativi digitali vivono circondati da strumenti tecnologici, che usano a per connettersi al web, e soprattutto per tenersi in contatto con gli amici. Se molti confermano di usare il web per fare i compiti (58,3%) e per navigare genericamente in Internet (57,3%), l'imperativo per tutti resta la necessità di restare in contatto con gli amici. Spopolano quindi i social network e le app di messaggistica istantanea: il più diffuso è Whatsapp (89,8% del campione), seguito da Facebook (82,3%), Skype, Instagram e Google+.

L'uso che se ne fa è a dir poco intenso, grazie al fatto che la componente social viene gestita tramite smartphone: basti pensare che più della metà del campione spedisce oltre 50 messaggi al giorno con WhatsApp.

Telefono Azzurro e Doxa Kids: selfie

Passione per i selfie

Tanti si dicono consapevoli dei pericoli della Rete e reputano di sapersi difendere adeguatamente, ma molti "non sono sempre attenti a come proteggersi online, incapaci di prevedere le conseguenze delle proprie azioni". Ecco quindi emergere il problema del cyberbullismo e dei rischi online: "quasi tutti (80,3%) ne hanno sentito parlare, 2 su 3 conoscono qualcuno che è stato vittima di cyberbulli, 1 su 10 ammette di esserne stato vittima; al 15% degli intervistati è stata rubata l'identità online".

La tutela dei propri dati infatti è un altro nodo cruciale, perché un intervistato su cinque ha un profilo del tutto pubblico sui social network. È chiara l'esigenza di "aiutare i ragazzi ad essere consapevoli dei propri gesti, in particolare online, e a sviluppare senso critico per prevenire comportamenti aggressivi e prevaricatori". Il problema è che i genitori non sono sempre preparati al meglio, e che l'esigenza di "esserci" spinge anche gli adolescenti che non hanno l'età minima per iscriversi a farlo ugualmente.

A questo si unisce la moda del "farsi vedere", che un tempo era un bisogno di autoaffermazione che si esprimeva con atteggiamenti e abbigliamento, adesso cavalca la moda dei selfie: il 42% degli adolescenti se ne scatta almeno un paio di volte a settimana, e la stragrande maggioranza (85%) ne condivide buona parte sui social. Non ultimo c'è il problema del sexting: secondo i dati il 35,9% degli intervistati ha confermato di conoscere qualcuno che l'ha praticato.

I rischi sono quelli ormai ben noti di cui abbiamo parlato più volte, a cui si sommano i problemi conseguenza dall'iperconnessione, in primis l'insonnia. Le iniziative per cercare di supportare i ragazzi e renderli più consapevoli dei rischi non mancano, come per esempio quelle del Safer Internet Center Italia, secondo voi cos'altro si può fare?