AGCOM e stampa: no alle concentrazioni nei media

Il Garante delle Comunicazioni e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana concordano con l'Antitrust sull'esigenza di mantenere le regole anti-concentrazione su stampa e TV. AGCOM concorda con AGCM sul fatto che Berlusconi non possa pronunciarsi al riguardo.

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a cura di Tom's Hardware

Anche il Garante delle Comunicazioni sostiene che la proroga del divieto di cumulo di stampa e TV non dovrebbe essere rimessa al potere discrezionale del Presidente del Consiglio. Dopo la presa di posizione dell'AGCM (Antitrust: incrocio stampa-TV, Berlusconi inadatto), è arrivato il parere dell'Authority presieduta da Corrado Calabrò.

Corrado Calabrò, Presidente AGCOM

"L'Autorità richiama l'attenzione sul vuoto normativo che si verrebbe a determinare ove entro il corrente mese di marzo - con una norma di legge o avente forza di legge - il divieto di incrocio tra stampa e TV non venisse congruamente prorogato (Concentrazione TV-stampa, decide Berlusconi), adeguando la formulazione attuale del divieto d'incrocio alla trasformazione del sistema radiotelevisivo intervenuta con l'evoluzione tecnologica digitale terrestre, satellitare e via cavo, nonché a quella di mercato del settore", si legge nel comunicato ufficiale AGCOM.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana sembra concordare con le due istituzioni di garanzia. "I due pronunciamenti delle Autorità Antitrust e Comunicazione  rafforzano le nostre posizioni più volte espresse sulla necessità di un rinvio delle norme sugli incroci tra tv e stampa", sottolinea il comunicato ufficiale FNSI. 

"Per contenere le concentrazioni, dominanti sia per disponibilità di mezzi di informazione sia per risorse, la proroga diventa di estrema urgenza come ha rilevato oggi l'AGCOM. Sicuramente c'è bisogno di un aggiornamento delle regole in relazione al potente sviluppo tecnologico, ma non si può assolutamente accettare un vuoto normativo o, peggio ancora, un indirizzo teso a rafforzare poli dominanti, estendendo ancor di più il conflitto di interesse".

"La doppia censura arrivata da Antitrust e da AGCOM riporta al centro l'esigenza di regole per liberare il mercato dell'informazione e del pluralismo".