Allarme email, inquinano come le automobili

Uno studio dell'Agenzia francese per l'ambiente e il controllo energetico lancia l'allarme sull'inquinamento prodotto dalle email. Secondo i calcoli dei ricercatori otto email da un megabyte emettono la stessa quantità di anidride carbonica di un'automobile che percorre un chilometro.

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a cura di Roberto Caccia

La posta elettronica è un mezzo di comunicazione altamente inquinante. A lanciare l'allarme è uno studio condotto dall'Agenzia francese per l'ambiente e il controllo energetico. Secondo le stime dei ricercatori basta una mail da un megabyte per produrre 19 grammi di anidride carbonica.

8 email da un megabyte inquinano come un auto che percorre un chilometro

In confronto, un'automobile moderna emette 140 grammi di CO2 ogni chilometro percorso. L'equivalente di 8 email da un megabyte. Moltiplicando il dato per i 250 miliardi di mail inviate ogni giorno si capisce quanto sia allarmante la situazione.

Il problema è che ogni messaggio di posta elettronica deve passare da diversi server prima di giungere a destinazione, in media dieci, e ad ogni passaggio si consuma la stessa quantità di energia elettrica. Inoltre, più una mail è pesante, a causa degli allegati, e più inquina.

Per attirare l'attenzione sul caso, i ricercatori hanno stabilito i consumi di un'azienda di oltre 100 impiegati, con una media di 58 email ricevute e 33 inviate per ogni persona. Ipotizzando che  ogni messaggio pesi un megabyte, l'azienda produrrebbe circa 13,6 tonnellate di anidride carbonica all'anno. L'equivalente di 13 viaggi andata e ritorno tra Parigi e New York.

La soluzione? Usare fonti d'energia rinnovabile, ma il problema vero è lo spam

Per limitare il consumo energetico bisognerebbe ridurre il numero di email inviate, evitare gli allegati troppo pesanti e cercare di comprimerli sempre. Ma la speranza di contenere le emissioni si infrange sul muro dello spam, che costituisce l'ottanta percento delle mail inviate quotidianamente. Quindi l'unica possibilità è quella di alimentare i server e i data center con fonti energetiche rinnovabili, sperando che il passaggio sia rapido e indolore.