Anatomia di un mito
Ma come ha fatto OutRun a catalizzare su di sé una tale attenzione e venerazione? Merito solo delle scelte stilistiche? Invero non è così, perché tutto nel gioco funzionava a meraviglia, in una sinergia di fattori (quasi) ineguagliata nel tempo: grafica ottima (per il periodo), giocabilità straripante, difficoltà calibrata in modo eccellente, replay value notevole: il vero appassionato non si accontentava di finirlo, doveva vedere tutti gli scenari. E poi ci stava il sonoro: definirlo coinvolgente sarebbe poco.
Per diciotto lunghi anni (mi pare di essere il narratore de Il Signore degli Anelli?) SEGA ha tenuto tutti noi appassionati di velocità arcade a bocca asciutta, poi nel 2004 è arrivato su console OutRun2, e per fortuna, invece di dover attendere il 2020? dopo solo un paio d'anni un nuovo episodio è arrivato a farci perdere sonno e pomeriggi all'aperto, e questa volta oltre che su Xbox anche per PS2: lode alla casa del Porcospino!
No, ancora un attimo prima di fiondarci sul tasto Start: lasciamo correre per un momento la presentazione che, se pure piuttosto breve, esegue il suo compito ?gasante? in modo eccellente, con un taglio semi cinematografico che mostra dinamiche fasi di corsa fra derapate, scenari da favola, e velocità folli. Passata la intro, è davvero il momento di analizzare il gioco: let's go!
Outrun 2006 Coast to Coast è la versione casalinga di OutRun SP, arcade uscito successivamente a quell'OutRun 2 che ha fatto impazzire i possessori di Xbox. Le modalità di gioco sono sei, divise fra Single e Multiplayer, con in più l'opzione specifica OutRun SP, che mima in tutto e per tutto la controparte da sala del gioco.