Google ha rimosso dal Play Store l'app "Disconnect Mobile", il cui obiettivo è (era) aiutarci a proteggere meglio la nostra privacy. L'app infatti dà un maggiore controllo sugli altri software installati, impedendo soprattutto la raccolta di dati.
Secondo Google Disconnect Mobile violava le linee guida del Play Store e per questo l'ha rimossa. Lo sviluppatore afferma tuttavia di aver posto la massima attenzione a questo aspetto, e non credono che ci sia stata alcuna violazione. "È come un romanzo di Kafka - ti buttano fuori o ti arrestano per ragioni che nemmeno conosci", ha commentato il cofondatore di Disconnect, Casey Oppenheim.
Tra le righe si legge una velata accusa contro Google, che non approverebbe certi strumenti, e in generale non vedrebbe di buon occhio una privacy troppo ben protetta. A sostegno di tale tesi si cita un caso analogo, vale a dire la rimozione di AdBlock per Android, l'anno scorso.
Disconnect Mobile, infatti, aveva anche la capacità di bloccare gli annunci pubblicitari. In favore di Google va ricordato che molte app "pro privacy" si trovano sul Play Store, persino quelle che bloccano il tracking pubblicitario ma lasciano passare le pubblicità non mirate.
In linea di principio, tuttavia, permettere a un'app di modificare altre applicazioni potrebbe rappresentare un rischio, e da questo punto di vista Google forse fa bene a limitare queste funzioni. D'altra parte, comunque, è vero che l'azienda deve quasi tutta la propria ricchezza alla pubblicità.
Strumenti che limitano o eliminano la pubblicità, in altre parole, danneggiano Google. L'azienda è da sempre alla ricerca di un delicato equilibrio, perché da una parte deve difendere i propri interessi ma dall'altra fare contenti i propri utenti. E a volte queste due necessità non coincidono; avete dovuto affrontare dilemmi simili?
