Anonymous colpisce gli jihadisti dell'ISIS: siete un virus e noi la cura

Anonymous da un mese sta attaccando sistematicamente account social, siti web, forum e VPN di jihadisti e simpatizzanti ISIS. Ieri l'ultimo attacco.

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a cura di Dario D'Elia

"Sono rimasta più stupita dai media che dall'Operazione Isis di Anonymous", ha dichiarato stamani a RaiRadio 2 Carola Frediani, una delle massime esperte di Deep Web e cyber-attivismo.

Tutti i quotidiani italiani oggi spiegano nei dettagli l'offensiva online attuata da Anonymous per bloccare, sospendere e violare account Twitter, profili Facebook, siti Web e reti private (VPN) appartenenti al circuito jihadista. Sono state pubblicate anche le presunte mail personali di integralisti: su Pastebin sotto la voce "#OpISIS- Exposed & Destroyed By Anonymous RedCult" c'è veramente di tutto.

Op ISIS

Op ISIS

"L'operazione di Anonymous stava andando avanti da un mese, non si è trattato di un exploit", ha aggiunto Frediani nell'intervista trasmessa su Caterpillar.

È risaputo infatti che la reazione di Anonymous è partita dopo i fatti di Parigi, ovvero l'attentato contro il settimanale satirico Charlie Hebdo. Da allora l'OP Charlie Hebdo ha portato alla chiusura di centinaia di account Twitter jihadisti e violazioni di forum nonché siti.

You will be treated like a virus, And we are the cure...

"You will be treated like a virus, And we are the cure..."

Insomma, una vera e propria operazione dietro le linee nemiche per sabotare le campagne di reclutamento e indottrinamento. Senza contare il tentativo di raccogliere materiale scottante da diffondere online per smascherare la reale identità degli integralisti.

La novità è semplicemente che ieri uno dei manipoli di Anonymous ha pubblicato un video e diffuso un elenco di obiettivi raggiunti. "L'ennesimo tassello di un processo che comunque era già in corso", come ha sottolineato Frediani.

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Si ripropone così ancora una volta il dilemma etico su Anonymous: buoni o cattivi? Forse è la domanda a essere sbagliata. Sono hacktivisti che si affidano a strumenti informatici per denunciare o combattere ciò che reputano ingiusto. A volte agiscono illegalmente, altre sul confine della legalità. "Non è un fronte compatto e unitario, ma condividono un valore fondante della difesa della libertà di espressione e la difesa di Internet", ha ricordato la giornalista.