Anonymous Italia: siamo ancora qui e colpiremo

Dopo ore di silenzio gli hacker di Anonymous Italia rispondono alle notizie sulle perquisizioni e la denuncia di alcuni membri, ribadendo che non esiste nessun capo e annunciando rappresaglie.

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a cura di Manolo De Agostini

Gli Anonymous rispondono alle perquisizioni e alle denunce di questa mattina, dopo un'operazione del Centro Nazionale Anticrimine Informatico della Polizia delle Comunicazioni, coordinato dalla Procura della Repubblica di Roma.

"All'attenzione dei cittadini del mondo. La polizia postale italiana, nelle ore precedenti, ha compiuto perquisizioni e denunce nei confronti di alcuni membri di Anonymous. I media hanno diffuso la notizia che l'intera rete Anonymous italiana è stata smantellata e che il capo di Anonymous Italia è stato catturato. Anonymous nega quanto detto dai media e vorrebbe ricordare che non c'è nessun capo, non c'è nessuna struttura e che tutti operano allo stesso livello".

"Niente è stato smantellato e la protesta continuerà più rumorosa che mai. Le persone arrestate non erano pericolosi hacker come definiti dai media, ma erano persone come tutti e sono arrestate mentre protestavano pacificamente per i nostri diritti".

Il comunicato degli Anonymous - Clicca per ingrandire

"Gli Anonymous non sono caduti di fronte a questo vile tentativo di smantellare l'organizzazione e annunciano conseguenze per le azioni compiute dalle forze dell'ordine. Avranno obiettivi ancora da decidere per dimostrare che Anonymous è presente e combatte, come ha combattuto in passato e combatterà in futuro per la libertà della rete".

"Anonymous lancia un appello verso tutti i cittadini di Internet e agli Anonymous Internazionali, per farsi sentire più forti che mai".

Un comunicato in linea con quelli precedenti, diramati in occasione degli arresti avvenuti in altre nazioni. Insomma, il gruppo vive e pianifica nuovi attacchi, e questa volta sembra voglia puntare in alto, sfidando direttamente le forze dell'ordine.

Secondo Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale e delle telecomunicazioni, "al di là dell'aspetto penale della vicenda va sottolineato il danno patrimoniale arrecato da queste azioni, i cui costi graveranno sui ragazzi e sulle loro famiglie. Ci sono molti modi per esprimere un dissenso ma qui si producono reati e si producono anche seri danni economici".

E per concludere anche Alexander Moiseev di Kasperksy Lab Italia è intervenuto sulla vicenda, tirando le orecchie alla stampa e sottolineando come sia data poca importanza agli attacchi tradizionali, ben più gravi, e molta agli hacktivisti.

"Questo tipo di azioni sono illegali in molti paesi e che si può incorrere in azioni giudiziarie. Tuttavia mentre l'opinione pubblica fa convergere tutta la sua attenzione sugli attivisti, la rete è colpita da numerosi e pericolosissimi attacchi che restano sconosciuti al grande pubblico e che rappresentano la vera minaccia causando i danni maggiori".

"Gli attacchi avvenuti nelle ultime settimane", ha continuato Moiseev "dimostrano come ci siano siti importanti poco protetti e dunque vulnerabili e come ci sia poca attenzione verso le aziende che custodiscono dati sensibili. C'è sempre una lezione da imparare da tutti gli attacchi che vengono subiti ma è importante capire in questo momento che ci sono minacce ben più gravi degli attivisti, le quali hanno un preciso scopo di lucro per ogni loro azione".