Apple iWatch con un tocco fashion alla Yves St Laurent

Apple iWatch, un marchio registrato in Messico, Turchia, Russia, Taiwan e Giappone.

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a cura di Dario D'Elia

L'Apple iWatch ormai è un marchio registrato in mezzo mondo, e c'è da credere che uno degli attributi dell'atteso smartwatch sarà un design di impronta fashion. Nei giorni scorsi Apple è stata pizzicata in una serie di documenti per la registrazione del marchio "iWatch". Si parla degli uffici brevetti di Messico, Turchia, Russia, Taiwan e Giappone. Ma non si esclude che l'operazione abbia coinvolto altri paesi.

D'altronde è stato lo stesso AD di Apple Tim Cook a confermare durante gli ultimi incontri stampa che il wearable computing sarà uno dei prossimi settori di riferimento. Ad oggi l'iWatch è un oggetto ancora indefinito anche se tutti gli addetti ai lavori parlano di una piattaforma iOS alleggerita. Diciamo che potrebbe disporre delle stesse funzioni di uno smartphone, privo però della possibilità di fare telefonate. Quindi lettore MP3, A-GPS, accelerometro, etc. In ogni caso se ne parla per il 2014, difficile trovarlo sotto l'albero del prossimo Natale.

iWatch concept

Per quanto riguarda il design le aspettative sono alle stelle. Anche perché proprio ieri si è scoperto che Apple ha assunto Paul Deneve, l'amministratore delegato di Yves St Laurent Group. In pratica il top manager di uno dei marchi più importanti del mondo della moda andrà a lavorare sui "progetti speciali" di Cupertino. Da rilevare però che il suo è un ritorno perché tra il 1990 e il 1997 è stato responsabile di sales & marketing per Apple in Europa.

Ecco un altro cambio di paradigma tra Jobs e Cook: un tempo si faceva carriera all'interno dell'azienda per raggiungere i posti di responsabilità, adesso ci si affida sempre più spesso all'esterno. È il caso ad esempio di Pete Distad, che lavorava in Hulu e che oggi sta curando il progetto Apple TV, oppure Mickey Drexler, che dirige J Crew e siede nel consiglio di Apple.

Ricapitolando. iWatch. Yves St Laurent. Costerà un botto. Avrà successo. Perché in questa crisi economica delirante il lusso è uno dei pochi settori che continua a macinare denaro.