Assoprovider denuncia Google perché regala siti

Assoprovider denuncia il servizio LaMiaImpresaOnLine di Google all'Antitrust per abuso di posizione dominante e pratiche commerciali scorrette. Regalando un sito web per un anno e servizi di Register.it e Seat Paginegialle si mette a repentaglio la sopravvivenza delle agenzie Web e degli sviluppatori indipendenti.

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a cura di Dario D'Elia

Assoprovider ha denunciato Google all'Antitrust per il servizio LaMiaImpresaOnLine, che com'è risaputo fornisce alle aziende un sito Internet gratuito per 1 anno. L'accusa è di abuso di posizione dominante, in chiara violazione degli articoli 2 e 3 della legge n° 287/1990 a tutela della concorrenza. La questione non è nuova, e già a maggio avevamo rilevato le contrarietà dell'Associazione dei Provider Indipendenti. 

"Viene impedita infatti l'entrata di potenziali concorrenti, e provocata l'uscita di quelli attuali mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa di un'intera categoria professionale (web agencies - web designer), oltre a quella di altre categorie connesse", sostiene l'avvocato Michela Terribile che segue la vertenza per Assoprovider.

LaMiaImpresaOnline

Il problema non si deve solo alla posizione di potere di Google ma anche al peso dei servizi aggiuntivi (praticamente gratuiti) offerti dai suoi partner PosteItaliane, Register.it e Seat Paginegialle – che nello specifico si occupa di elenchi abbonati e raccolta pubblicitaria. Insomma si parla di presunta anticoncorrenzialità "gravemente lesiva della libera concorrenza all'interno del mercato di riferimento di cui fanno parte numerosi players, quali web agencies, web designer, registrar ed anche internet service provider", stando a quanto si legge nel comunicato Assoprovider

La valutazione del caso non è certamente semplice sia perché le società coinvolte vantano una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti, sia perché il mercato dello sviluppo siti Web è poco regolamentato. Se domani si deciderà di condannare LaMiaImpresaOnLine perché regala un sito per un anno, cosa fare a quei briganti che fanno strapagare progetti realizzati con WordPress?