Assoprovider ha un paletto di frassino per Google

Assoprovider se la prende con Google e il suo servizio La Mia Impresa Online, che a quanto pare sottrarrebbe lavoro agli sviluppatori italiani. Il colosso statunitense è considerato un vampiro che non paga le tasse.

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a cura di Dario D'Elia

Assoprovider, l'Associazione provider indipendenti, sostiene che le aziende italiane non abbiano bisogno dell'aiuto di Google e di progetti di sviluppo come ad esempio La Mia Impresa Online (Google: siti gratis per tutti, AssoProvider s'infuria). Insomma non sono piaciute le ultime dichiarazioni di Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, recentemente in visita istituzionale nel nostro paese. Ma forse ancor di più l'iniziativa che permette alle imprese di realizzare i propri siti gratuitamente.

Google Vampires

"Stiamo lavorando a un progetto per l'Italia. Vogliamo aiutare direttamente le piccole imprese a crescere e a internazionalizzarsi, addestrandole a farlo. Google può essere molto d'aiuto in questo senso. Noi possiamo mettere le piccole imprese in condizione di affacciarsi sul mercato globale, possiamo materialmente cambiare il loro modo di lavorare. Basta un sito, un motore commerciale, un modo insomma di avvicinare i loro prodotti ai clienti", ha dichiarato Schmidt all'Espresso.

"In Italia manca la gente idonea a fare quello che ho appena descritto. Occorre avere l'ambiente adatto per muoversi in questa direzione. E allora le università devono formare ragazzi che a 22-24 anni credono nel potenziale della Rete e hanno voglia di fare quattrini. E spargerli per l'economia. È importante perché in Italia l'uso della Rete è molto diffuso. Ma non per il business. Io sono convinto che la crescita economica in Italia deriverà dalle Pmi che vanno online e che ampliano così il loro mercato. È nel loro interesse, nell'interesse di Google, nell'interesse del governo, nell'interesse dei cittadini". 

"In risposta alle recenti dichiarazioni rilasciate all'Espresso da Schmidt, presidente di Google,  Assoprovider fa notare che gli italiani e le Pmi italiane non hanno certo bisogno dell'intervento provvidenziale di Google con La Mia Impresa Online per vedere realizzato il proprio sito web. Tali dichiarazioni risultano arroganti e irrispettose di una intera categoria di web designer italiani, di cui il sig. Schmidt sembra denigrare le competenze e le professionalità", si legge nel comunicato ufficiale Assoprovider.

"Inoltre, vista anche la difficile situazione finanziaria nazionale, ci risulta difficile comprendere come ci starebbe aiutando una società che porterebbe fuori dall'Italia 2 miliardi di Euro senza pagare un Euro di tasse in questo paese".

Google

La posizione di Assoprovider è comprensibile, ma è anche vero che il settore dello sviluppo siti Web è diventato un Far West. I preventivi spesso sono creativi e non giustificati dalle soluzioni tecnologiche adottate. Poi con l'avvento di WordPress la situazione è ulteriormente peggiorata.

"Ai ministri Romani e Tremonti, anche al leader dell'opposizione e ai rappresentanti dei governatori e dei sindaci. Segnalo anche uno studio realizzato da The Boston consulting group: nel 2010, Internet ha contribuito al Pil italiano con 31,5 miliardi di euro, pari al 2 per cento. Questo dato sarà più che raddoppiato entro il 2015. In uno scenario conservativo l'Internet economy rappresenterà 59 miliardi di euro, pari al 4,4 per cento del Pil italiano, con un tasso di crescita annuo del 18 per cento", ha concluso Schmidt.

"Siamo certi che i politici italiani risponderanno a Google come i colleghi francesi su questi temi", ha aggiunto Assoprovider.

"Google è divenuto un mostro commerciale ed è ora di tenerne conto: vista la pervasività dei motori di ricerca nella vita privata dei cittadini di un paese straniero come l'Italia e considerato che già oggi l'industria dei Search Engine è di interesse strategico almeno quanto lo è la tradizionale industria della Difesa, pensiamo sia arrivato il momento per il Governo di avviare una riflessione attenta su questi temi".

Assoprovider sei sicura di volere che la politica si metta a riflettere su questi temi?