Azionisti contro Bill Gates: lasci la presidenza di Microsoft

Tre grandi azionisti di Microsoft ritengono che Bill Gates dovrebbe abbandonare la carica di presidente della casa di Redmond. La sua influenza potrebbe impattare sulle scelte del nuovo amministratore delegato.

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a cura di Manolo De Agostini

C'è chi vuole chiudere le porte di Microsoft in faccia a Bill Gates. E per chi, italianizzato, si chiama Guglielmo Cancelli, sarebbe quantomeno paradossale. Secondo quanto riportato da Reuters, tre dei primi 20 investitori di Microsoft stanno cercando di influenzare il consiglio di amministrazione per spingere Gates alle dimissioni dalla carica di presidente dell'azienda che ha cofondato 38 anni fa.

I tre investitori ritengono che la presenza di Gates nel consiglio blocchi l'adozione di nuove strategie e limiti il potere del nuovo amministratore delegato - non ancora nominato - nel prendere decisioni importanti, anche di rottura con il passato. In particolare, i tre "dissidenti" non vedono di buon occhio la presenza di Gates nel comitato che sta cercando il successore di Steve Ballmer. Insomma, sono preoccupati che Gates eserciti un potere sproporzionato rispetto alla sua partecipazione azionaria.

Microsoft non ha ovviamente confermato le voci di corridoio, che comunque hanno del clamoroso. Dopo anni in cui il nemico numero uno di tanti azionisti è stato Ballmer, ora nel mirino finisce anche Gates, che rimane non solo lo statunitense più ricco del pianeta, ma anche una figura rispettata e influente a ogni livello della società.

Non vi è alcuna indicazione che il consiglio di amministrazione di Microsoft sia pronto a tramutare in realtà i desideri dei tre investitori (di cui non si conosce l'identità), che insieme detengono più del 5% delle azioni dell'azienda, quando Gates ha il 4,5% - è il singolo azionista più importante. Il "vecchio" Bill deteneva il 49 percento di Microsoft prima che l'azienda entrasse in Borsa nel 1986 e ora sta vendendo circa 80 milioni di azioni all'anno, cosa che se si dovesse protrarre nel tempo lo lascerebbe senza quote entro il 2018.

Per ora tutto è comunque avvolto dalla classica cortina di fumo che solitamente circonda le indiscrezioni del mondo finanziario. Piccole fughe di notizie che potrebbero non portare a sviluppi evidenti, ma che invece potrebbero servire a quei tre azionisti ad avere determinate garanzie sul loro investimento. D'altronde il business, spesso e volentieri, è una partita a scacchi.