Banda larga depredata: gli 800 milioni ai Ministeri

Il Consiglio dei Ministri ha stabilito con la legge di stabilità una nuova destinazione per i ricavi generati dall'asta LTE. 2,4 miliardi com'e previsto saranno destinati al Tesoro, 800 milioni al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato e 800 milioni a un fondo del Ministero dell'Economia per attenuare i tagli a Sicurezza, Difesa e Ambiente.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La legge di stabilità varata dal Consiglio dei Ministri ha tagliato le risorse per lo sviluppo della banda larga: gli 800 milioni di euro provenienti dall'asta LTE sono stati dirottati su altri comparti. Nello specifico l'intero bottino sarà così spartito: 2,4 miliardi com'e previsto saranno destinati al Tesoro, 800 milioni al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato e 800 milioni a un fondo del Ministero dell'Economia per attenuare i tagli agli altri ministeri (sopratutto Sicurezza, Difesa e Ambiente).

Paolo Romani

Come avevamo anticipato, è evidente che il progetto Romani di costituire una società mista pubblico-privato per la NGN non è più fattibile. La soluzione alternativa si chiama Metroweb-F2i-Cdp, che secondo il Sole 24 Ore punterebbe "al massimo a un'ipotesi di project financing". Il Ministro per lo Sviluppo Economico, buttato giù il rospo, avrebbe chiesto di poterlo almeno coordinare a livello politico. Tremonti, che ha un controllo diretto sulla Cassa Depositi e Prestiti, sembrerebbe aver accettato.

Il presidente di CdP, nonché della holding F2i di Metroweb, Franco Bassanini ha confermato che per cablare città e distretti industriali verranno utilizzati solo soldi privati. Insomma, si punterà solo su zone con ritorno di investimento. Quelle in digital divide invece prevedranno l'intervento pubblico.

Beccato! - clicca per ingrandire

La struttura del consorzio capitanato da Metroweb e Telecom Italia prenderà forma nelle prossime settimane; pare che Fastweb si sia già candidata a entrare nel capitarle con una quota tra il 13% e il 15%.

Da rilevare infine che l'associazione degli azionisti Telecom Italia, ASATI, si è già espressa negativamente sul nuovo corso. "Sembrerebbe che Telecom abbia demandato ad altri, ovvero al Fondo F2i che controlla Metroweb.