Bernabè vuole tassare i content provider

Il presidente della GSMA e AD di Telecom Franco Bernabè è deciso a fare la pelle ai content provider: basta con l'utilizzo scroccone che fanno dei network. A marzo durante il summit TLC della Commissione Europea sarà scontro all'arma bianca.

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a cura di Dario D'Elia

Franco Bernabè, in qualità di presidente della GSMA (GSM Association), ha confermato al Financial Times che i content provider prima o poi saranno costretti a ricompensare gli operatori mobili. Il tempo dello scrocco garantito è finito: durante il summit di marzo sulle TLC della Commissione Europea i colossi come Apple, Facebook e Google saranno messi con le spalle al muro.

Franco Bernabè, presidente della GSMA e AD di Telecom Italia

I servizi che richiedono ingenti quantità di banda passante dovranno essere in qualche modo tassati, in modo che gli operatori mobili possano rientrare dei costi per l'ampliamento dei network. Come giustamente ha fatto notare il quotidiano anglosassone questa mossa si scontra con i dettami della net neutrality – per altro tanto sostenuta dagli stessi operatori. In verità anche negli Stati Uniti il dibattito sulla questione sta prendendo la stessa piega: i paladini della neutralità rischiano di essere sconfitti.

Ovviamente la nota di colore è data dal fatto che Bernabè, in veste di AD di Telecom Italia, sottolinea di sapere nei dettagli cosa voglia dire investire nello sviluppo dei network. "Possiamo fornire nuovi servizi – servizi ad alta qualità – ai content provider per consentirgli di servire meglio i loro clienti", ha dichiarato Bernabè. "E certamente questi servizi saranno remunerati". 

L'allarme per congestione della rete mobile lanciato dall'ITU, l'Unione internazionale delle telecomunicazioni, è certamente preoccupante ma forse per risolvere il problema bisognerebbe mettere sul piatto più strategie organiche.

(Fonte: Financial Times)