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a cura di Andrea Balena

Ci sono personaggi della serialità che col proseguire delle stagioni maturano, si evolvono oppure al contrario discendono in un vortice di vizio e criminalità. Ci può essere un Walter White che da amorevole padre di famiglia diventa un sanguinario signore della droga, oppure un Dexter Morgan che da serial killer privo di emozioni si incammina su un percorso di umanizzazione attraverso la propria famiglia. Questa tipologia di personaggi è fra le più apprezzate dal pubblico, perché il lavoro congiunto di sceneggiatura e regia permettono anche alla più piccola delle loro azioni di essere viste dallo spettatore, a costruirne così un complesso e completo ritratto. E poi c'è Bojack Horseman, un cavallo che non cambia mai.

I cavalli sono brutte persone

Passano gli anni, ma il nostro cavallo cinquantenne depresso e tossicodipendente preferito non è cambiato di una virgola, mentre il mondo intorno a lui continua a mutare. Ci eravamo lasciati l'anno scorso con un finale più positivo del solito, segnato sia da una scoperta importante per il nostro protagonista sia per un possibile riscatto per la sua carriera: il ruolo principale per Philbert, una serie televisiva crime che parodia in modo diretto prodotti come True Detective e Luther. Per una volta vediamo il nostro cavallo animato preferito darsi un contegno con i propri vizi e paranoie - addirittura razionandosi le quantità di alcolici per giornata - per la buona riuscita del progetto, ma un evento personale lo porterà nuovamente sulla via dell'autodistruzione.

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Anche i compari del nostro debosciato protagonista affrontano un periodo di crisi: Diane e il labrador Mr. Peanutbutter ufficializzano il loro divorzio e la manager felina Princess Carolyn si scontra con la sua incapacità di conciliare la carriera con il suo desiderio di diventare una madre single. I veri personaggi tridimensionali sono paradossalmente loro, che nel corso delle stagioni sono maturati e vogliono realizzarsi, sia trovando una propria indipendenza che (ri)scoprendo le proprie origini. Persino il sempre gioviale e ingenuo Peanutbutter al tramontare del suo terzo matrimonio inizia a porsi dei quesiti, uno sviluppo inedito per un personaggio quasi esclusivamente comico.

Churro Gratis

Nonostante la sua immobilità come caratterizzazione, Bojack rimane un personaggio incredibilmente complesso e interessante per lo spettatore, e il reparto sceneggiatura ogni anno è sempre più arguto nel mostrare nuovi interessanti lati del suo carattere, spesso tramite metodi non convenzionali. Il sesto episodio Churro Gratis rappresenta in tal senso la punta di diamante della stagione e anche una delle puntate più ardite dello show: l'intera puntata è un unico soliloquio di 25 minuti del personaggio senza soste o stacchi che rimane impresso per potenza e sincerità con cui il personaggio si mette per la prima volta a nudo davanti ai nostri occhi.

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Anche la classica penultima puntata, da sempre il climax emotivo di una stagione, non delude le aspettative e propone a questo giro una mega riflessione sulla metanarrativa dello show, dove il protagonista non distingue più realtà e finzione fra le vicende di Bojack Horseman e Philbert, fino a farle collidere in una scena d'impatto anche per gli standard della serie.

La satira in agguato

Sembra incredibile che la qualità della storia, dialoghi e battute riesca a mantenersi su livelli altissimi nonostante la serializzazione serrata di Netflix, specialmente nell'arguzia degli autori nel fare ironia sul mondo di Hollywoo(d). Prevedibilmente l'argomento più toccato è stata l'ondata femminista del movimento #MeToo che ha investito l'industria dell'intrattenimento e Bojack non poteva tirarsi indietro sul dissacrarne le fondamenta con una storia talmente folle da risultare paradossalmente coerente. Quando vedrete Bojack, il cavallo più sessista in circolazione, prendere posizioni da social justice warrior solo per il proprio tornaconto, un sorriso ebete solcherà le vostre facce.

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Dopo una terza e quarta stagione che hanno rappresentato l'analisi più profonda della psiche del protagonista, la quinta stagione pone il suo accento sulle sue relazioni con gli altri personaggi, in particolare la sua migliore amica Diane. Dopo anni passati a rovinare amici e parenti, Bojack per la prima volta vuole salvaguardarli da sé stesso, o perlomeno da quegli impulsi sfrenati che ben conosciamo.

Bojack Horseman continua a rimanere un must watch per tutti gli abbonati del servizio Netflix, la cui stella continua a brillare intensamente. Nonostante i tentativi di redenzione il personaggio rimane lo stesso cavallo disfunzionale di sempre, ma è proprio per questo che continuiamo a seguirne le vicende nonostante sappiamo già l'esito.


Tom's Consiglia

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