Boom dei reclami per i coupon online: colpa dei negozianti?

Adiconsum ha svelato che il 76% dei reclami degli ultimi 12 mesi ha riguardato i servizi di coupon online. In verità com'è risaputo il problema riguarda i negozianti partner dei servizi. È evidente l'esigenza di un maggior controllo.

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a cura di Dario D'Elia

Adiconsum punta il dito sul fenomeno dei coupon online. Il suo Osservatorio ha rilevato, negli ultimi 12 mesi, su 2.197 reclami un 76% di problemi legati al couponing e il restante 24% riguardante il commercio elettronico in genere. "Vero è che il ricorso al social shopping ha avuto un grosso incremento a causa della crisi che ha ridotto pesantemente il potere d’acquisto delle famiglie italiane, che hanno trovato nel social shopping un modo per risparmiare non solo su beni e servizi essenziali, ma anche voluttuari", sostiene Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum. "Tuttavia, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Adiconsum, si sono trovate anche ad affrontare una serie di disservizi".

Coupon

Gli sconti online segnalati da piattaforme come Groupon richiedono in verità un tessuto commerciale all'altezza. Le campagne a mezzo stampa e televisive sono servite a migliorare l'auto-regolamentazione di questi servizi, ma nei confronti dei negozianti partner si può fare ben poco. Se non aspettare che sgarrino per poi sbatterli fuori dai network di couponing. Abbiamo avuto più volte conferma del fatto che sono i partner che pubblicizzano le offerte a dover emettere scontrini, preoccuparsi del post-vendita, avere la responsabilità delle spedizioni, etc.

"I dati del nostro Osservatorio dimostrano che il mondo dell’e-commerce deve regolamentare il settore del social shopping, poiché questo incrementa la sfiducia del consumatore verso tutto il comparto", aggiunge Giordano. "Occorre poi perseguire ed impedire l’attività di quei siti che nascono allo scopo di ingannare i consumatori".

Si rinnova quindi l'esigenza di avviare al più presto quanto previsto nel protocollo siglato con Netcomm (il Consorzio che raggruppa la maggior parte dei siti di e-commerce e social shopping) e "di individuare best practice delle imprese per una maggiore tutela dei consumatori".

Quindi ricapitolando sarebbe bene chiedere alle piattaforme di sconti di vigilare di più, ai negozianti che si affacciano alla Rete di non abusare del mezzo e alle autorità di aggiornare il quadro normativo per la protezione dei diritti dei consumatori.