Bose contro Beats: la riduzione del rumore è brevettata

Il produttore di soluzioni audio Bose porta in tribunale Beats, azienda acquisita da Apple da pochi mesi. Al centro della diatriba la tecnologia di riduzione del rumore.

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a cura di Manolo De Agostini

Finire nelle mani di Apple per Beats Electronics (e i suoi fondatori) potrebbe essere stata una grande fortuna, ma per il momento è solo una seccatura. Già, perché con un tempismo che oseremmo definire "perfetto" il noto produttore di apparecchiature audio Bose ha deciso di portare Beats in tribunale.

Bose si è rivolta alla corte federale del Delaware e all'International Trade Commission (qui il testo), dove conta di far valere le proprie ragioni. L'azienda ritiene che le cuffie Beats, tra cui le Studio, le Studio Wireless e le Pro infrangano cinque brevetti relativi alla tecnologia di riduzione del rumore, e per questo chiede un risarcimento danni e un'ingiunzione che blocchi la vendita dei prodotti incriminati.

I brevetti in oggetto sono stati depositati tra il 2004 e il 2013, e includono il numero 6,717,537 (Method and Apparatus for Minimizing Latency in Digital Signal Processing Systems) e l'8,345,888 intitolato "Digital High Frequency Phase Compensation".

All'interno dei documenti legati alla denuncia Bose fa ampio riferimento al suo lavoro nello sviluppo della tecnologia "active noise reduction" (ANR, riduzione attiva del rumore), "Una tecnica per ridurre la rumorosità indesiderata introducendo una seconda sorgente sonora che interferisce in modo distruttivo con il rumore indesiderato. Le cuffie ANR usano in genere almeno un microfono per rilevare il rumore ambientale indesiderato".

Per Beats, a cui Apple non farà mancare certo il proprio sostegno legale, non resta che difendersi smontando le accuse di Bose (se è possibile) in almeno due modi: spiegando che le proprie cuffie fanno uso della tecnologia ma in modo differente rispetto al brevetto Bose, oppure puntando sul fatto che i brevetti sono troppo generici.