Braccio robotico comandato con la mente: ora si può

I ricercatori dell'università di Pittsburgh sono riusciti a far muovere un braccio robotico a una donna paralizzata, con la sola forza del pensiero. Tutto grazie all'impianti di sensori nella corteccia cerebrale tramite un intervento chirurgico.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Un esperimento condotto dai ricercatori della facoltà di medicina dell'università di Pittsburgh ha consentito a una donna paralizzata dal collo in giù di muovere un braccio robotico con il pensiero. Lo studio, pubblicato dalla rivista scientifica The Lancet, è partito dall'impianto di alcuni sensori nella corteccia cerebrale di una paziente 53enne affetta da degenerazione spinocerebellare da 13 anni. Jan Scheuermann, questo il suo nome, è riuscita ad afferrare, muovere e spostare oggetti proprio come con un braccio normale.

Il braccio meccanico è comandato dal pensiero

A guidare l'esperimento è stata la dottoressa Elizabeth Tyler-Kabara, assistente presso il Dipartimento di Neurochirurgia, che ha inserito due sensori di quattro millimetri quadrati ciascuno nelle regioni del cervello che normalmente controllano il braccio destro e il movimento delle mani.

"Prima dell' intervento chirurgico abbiamo condotto test di imaging funzionale del cervello per determinare esattamente dove mettere le due griglie, quindi abbiamo usato la tecnologia di imaging in sala operatoria per guidare il posizionamento delle griglie, che hanno 96 punti di contatto ciascuna che penetrano nella superficie del cervello di circa 1,6 millimetri".

Gli impulsi elettrici inviati direttamente nel cervello vengono trasformati in comandi per muovere il braccio, piegare il gomito, il polso e quindi afferrare un oggetto. Jan Scheuermann è riuscita a controllare il braccio al secondo giorno di training e dopo 14 settimane è diventata talmente abile da acquisire coordinazione e velocità paragonabili a quelli di una persona sana.

Si può anche mangiare autonomamente

L'università di Pittsburgh sta lavorando da tempo a questo tipo di sperimentazione. Per chi non lo ricordasse a inizio 2011 fu annunciato un esperimento analogo di cui fu protagonista una scimmietta. Il successo che fu registrato in quell'occasione spinse i ricercatori ad annunciare di essere pronti alla sperimentazione sugli esseri umani.

Andrew B. Schwartz, professore al Dipartimento di Neurobiologia della Pitt School of Medicine, ha spiegato che "questa tecnologia, che interpreta i segnali del cervello per guidare un robot, ha un potenziale enorme" e potrebbe diventare terapeutica per le persone con lesioni spinali che potranno così svolgere compiti e attività utili nella routine quotidiana.