Brexit roaming, tariffe pazze per loro e per noi?

Il Regno Unito è escluso dall'operazione di azzeramento del roaming UE, quindi si profilano costi esorbitanti per tutti. Si spera in un accordo tra Londra e Bruxelles.

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a cura di Dario D'Elia

Il roaming europeo a costo zero non verrà applicato agli utenti mobili del Regno Unito, a causa del Brexit.Il quotidiano The Guardian oggi spiega che se il governo britannico non troverà un accordo con Bruxelles i cittadini rischieranno di pagare a caro prezzo telefonate, SMS e traffico dato effettuato oltre confine.

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Dopo l'approvazione delle tariffe all'ingrosso - in vista del "roaming like home che scatterà il 15 giungo - pare che il committee UE di industria, ricerca ed energia abbia redatto un documento che analizza proprio questi rischi. Come riporta The Guardian "la regolamentazione (EU) No 531/2012 sul roaming non sarà più applicata nei confronti del Regno Unito, con effetti sui viaggiatori business e di altro tipo per e dal Regno Unito". Insomma, è prioritaria l'esigenza di accordi transitori.

Da rilevare che nel 2014, prima che la Commissione UE approvasse la riduzione dei costi di roaming, il 20% degli utenti inglesi che viaggiavano in Europa pagavano un sovrapprezzo medio di circa 61 sterline (77 euro al cambio dell'epoca), secondo i dati analizzati da Uswitch. Con picchi, per il 17%, di oltre 100 sterline (127 euro).

A questo punto c'è da chiedersi quanto mai andranno a pagare i clienti inglesi ma anche quelli comunitari in viaggio nel Regno Unito. È possibile che alcuni operatori, come ad esempio Vodafone, decidano di venire in contro ai propri utenti sfruttando il fatto di essere presenti in più paesi comunitari. Un cliente Vodafone italiano di fatto potrebbe sfruttare la rete UK in roaming senza grandi aggravi per l'operatore.

Ad ogni modo un accordo tra Londra e Bruxelles sul tema sarebbe vantaggioso per tutti.