Broadband: ecco la ricetta UE per salvare l'Italia

Il Commissario Ue per l'Agenda Digitale, Neelie Kroes, ha anticipato i 10 punti chiave della nuova legge quadro sullo sviluppo broadband. Si parla di tariffe eque per il rame e fibra, trasparenza, neutralità, etc.

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a cura di Dario D'Elia

Il Commissario UE per l'Agenda Digitale ha svelato la ricetta definitiva per favorire lo sviluppo della banda larga in Europa. Si tratta di 10 punti chiave che faranno da ossatura all'attesa legge quadro. "È piuttosto semplice: più sono solide le regole, meno saranno gli ostacoli. Più sarà strutturato l'ambiente, più le vostre ambizioni potranno essere ampie. Prova ne sia che un mercato unico TLC può darci una spinta di 110 miliardi di euro all'anno", sostiene il Commissario Neelie Kroes. "Attuare l'agenda potrebbe portare 4 milioni di posti di lavoro: non possiamo snobbare questo aspetto".

La base di partenza è che a fine 2011 le case raggiunte da un servizio broadband base erano il 95.7% mentre il 50% disponeva di connessioni da 30 Megabit o superiore. In Italia, secondo gli ultimi dati AKAMAI, abbiamo un 25% delle connessioni sopra i 4 Mega, un 2,67% sopra i 10 Mega e uno 0,50% sotto i 256 kbps.

I 10 comandamenti

"Nei prossimi mesi, e oltre, ho pianificato un pacchetto di 10 punti per rendere il mercato europeo TLC più integrato, coerente ed efficiente", aggiunge Kroes. "Questo darà all'Europa digitale una spinta broadband".

Primo, per il broadband residenziale, si arriverà a una norma che favorisca la competizione e gli investimenti. Da una parte tariffe all'ingrosso eque per il rame e la fibra, dall'altra regole stringenti contro la discriminazione degli accessi. A luglio dovrebbe essere tutto chiaro, anche grazie alla collaborazione del BEREC - l'associazione dei Regolatori TLC europei.

Dopodiché si interverrà in primavera anche sullo spettro radio per favorire il wireless broadband. Si parla della ricerca di maggiore efficienza e l'introduzione anche dei 1200 Megahertz: se gli Stati Membri non si daranno una mossa ci penserà la Commissione con tutti i poteri a disposizione. Si giocherà una partita sull'intero ecosistema.

Il quarto punto riguarda i finanziamenti: regole chiare per aiutare incumbent e privati a investire nel settore. Allo stesso tempo bisogna ridurre i costi di progettazione, quindi liberare il campo da tutti i nodi burocratici che rallentano scavi, mapping territoriale delle infrastrutture, etc. Oggi non sono vi sono norme diverse fra Stati ma anche fra Regioni.

Gli aiuti di Stato per il broadband saranno favoriti per cifre ancora più alte: l'anno scorso sono stati complessivamente di 5 miliardi di euro.

Neelie Kroes

Il settimo punto sembra essere stato pensato per l'Italia. I consumatori devono essere informati correttamente sui servizi broadband a disposizione. "Le velocità di download sono una questione chiave per gli abbonati Internet quando scelgono il loro contratto: ancora troppe persone non ottengono quanto promesso", si legge nella nota del Commissario UE. "Il nostro prossimo studio, forse il primo in Europa, svelerà le attuali velocità Internet, e aiuterà i cittadini e politici a scoprire il livello del problema".

Non meno importante la questione "neutralità delle Rete". Considerato il fatto che esistono "pratiche non trasparenti e restrizioni, come il blocco o le limitazioni del VoIP su smartphone" bisogna adottare nuovi strumenti per rendere Internet aperta, dinamica e innovativa.

L'Agenda Digitale vuole un singolo mercato; basta insomma con la frammentazione. I Regolatori nazionali hanno adeguato potere: con le giuste linee guida non dovrebbero esservi problemi per intervenire.

"Nono punto, nei prossimi sei mesi pubblicheremo una nuova Raccomandazione sul servizio universale in una società digitale", prosegue il documento."Riconoscendo che essa può svolgere un ruolo nel colmare il divario digitale, ma che non è una pallottola d'argento. Dovremmo evitare indebite distorsioni del mercato, o imporre agli operatori di offrire quello che potrebbe essere costoso".

Infine una parola per stimolare la domanda broadband. Ad esempio modernizzando il copyright nel rispetto dell'era digitale, sia per quanto riguarda la musica che i video.