Buon viaggio Luigi Dadda, pioniere dell'informatica italiana

All'età di 89 anni è morto Luigi Dadda. È stato tra i primi a riconoscere il valore dell'informatica e a portare un calcolatore elettronico digitale nel nostro paese. È stato professore e rettore del Politecnico di Milano.

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a cura di Manolo De Agostini

Luigi Dadda, accademico, ingegnere e uno dei padri dell'informatica in Italia, dove è stato tra i primi a occuparsi di calcolatori, è spirato all'età di 89 anni in quel di Milano. Nato a Lodi nel 1923, Dadda è stato dapprima un esempio per tutti coloro che si avvicinavano all'informatica nel nostro paese e poi una saggia guida del Politecnico di Milano, dove prima è diventato professore ordinario, poi rettore per 12 anni dal 1972 al 1984.

La sua vita è stata legata a doppio filo all'istituto, dove nel 1954 ha installato e messo in funzione il primo calcolatore elettronico digitale italiano (e in Europa), un CRC 102A realizzato con un budget di 120.000 dollari. Da segnalare che il Moltiplicatore di Dadda (Dadda multiplier) è, come fa ben intuire il nome, opera sua e si tratta di un moltiplicatore parallelo efficiente e a basso costo.

Luigi Dadda - foto: Alberto Ferrante

Nel 1961 Dadda fu tra i soci fondatori dell'Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo Automatico, che ha presieduto dal 1967 al 1970 e ha presieduto la Commissione per la Scienza e la Tecnologia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dal 1980 al 1982. È stato anche presidente dell'Advanced Learning and Research Institute (Lugano).

Tra le onorificenze Luigi Dadda può vantare i titoli di Cavaliere di Gran Croce, e poi l'Ordine al merito della Repubblica, Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana e Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte. Inoltre è stato fondatore e direttore della "Rivista di Informatica".

Insomma, uno dei pionieri dell'informatica in Italia, una figura a cui tutti devono prestare rispetto e ammirazione, dall'intero corpo scolastico fino all'ultimo appassionato di computer. In rete si trova già il saluto di persone che hanno avuto modo di conoscerlo e lavorarci insieme (qui e qui). Lo spiacevole evento ci dà il mondo di ricordare che il mondo è pieno di esempi di persone che con la loro dedizione e visione sono riuscite a fare qualcosa di importante e influenzare la vita di tutti noi.

Pensiamo a Dennis Ritchie (Addio Dennis Ritchie, padre di Unix e del linguaggio C), ma anche a Jack Tramiel, padre del Commodore 64, fino ad arrivare a chi è più mediaticamente conosciuto, come Steve Jobs, un personaggio dibattuto, ma che certamente ha lasciato il segno. A tutti questi, e a coloro che con il loro impegno ci hanno permesso di lavorare e vivere meglio o semplicemente fantasticare sul futuro, non possiamo che dire grazie. Buon viaggio professor Dadda.