Fine dell'era Nest: Google abbandona il mercato europeo

La lenta scomparsa del termostato Google Nest sta creando onde di preoccupazione tra gli utenti dei dispositivi smart home in Europa e nel mondo.

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a cura di Giulia Serena

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La lenta scomparsa del termostato Google Nest sta creando onde di preoccupazione tra gli utenti dei dispositivi smart home in Europa e nel mondo. Mentre l'azienda di Mountain View ridisegna la propria strategia nel settore della domotica, i possessori di modelli più datati si trovano davanti a una doppia doccia fredda: il supporto per i dispositivi di prima generazione sta per terminare e, contemporaneamente, il colosso tecnologico ha deciso di interrompere completamente la vendita di nuovi termostati Nest nel mercato europeo. Questa mossa solleva interrogativi più ampi sulla sostenibilità a lungo termine degli investimenti in tecnologia per la casa intelligente, anche quando provenienti da aziende leader del settore.

I possessori dei termostati Nest di prima generazione (lanciati nel 2011) e seconda generazione (del 2012) dovranno affrontare una significativa riduzione delle funzionalità a partire dal 25 ottobre 2025. Da quella data, Google interromperà completamente gli aggiornamenti software e, aspetto ancor più rilevante, disabiliterà il controllo remoto tramite smartphone. Anche le modalità Home/Away, particolarmente apprezzate per la loro capacità di ottimizzare i consumi energetici, cesseranno di funzionare. L'unico controllo che rimarrà disponibile sarà quello diretto sul dispositivo fisico, permettendo agli utenti di regolare manualmente temperature, programmi e impostazioni.

Per addolcire questa transizione forzata, Google ha introdotto una politica di sconti significativi per incentivare l'aggiornamento ai modelli più recenti. Gli utenti americani possono beneficiare di una riduzione di 130 dollari sull'acquisto del termostato Nest di quarta generazione, uno sconto che corrisponde a circa la metà del prezzo di listino. Questa strategia di migrazione forzata verso nuovi dispositivi è ormai una costante nel mondo della tecnologia consumer, dove l'obsolescenza programmata – sia hardware che software – spinge regolarmente i consumatori verso nuovi acquisti.

Un addio all'Europa che solleva interrogativi

Ancora più sorprendente è la decisione di Google di interrompere completamente la vendita di nuovi termostati Nest in Europa. Gli unici modelli che rimarranno disponibili nel vecchio continente saranno il Nest di terza generazione (lanciato nel 2015) e il Nest Thermostat E (del 2017). L'azienda giustifica questa decisione con la complessità e diversità dei sistemi di riscaldamento europei: "I sistemi di riscaldamento in Europa sono unici e presentano una varietà di requisiti hardware e software che rendono difficile la progettazione per la diversificata tipologia di abitazioni", si legge nella dichiarazione ufficiale di Google.

Questa motivazione, tuttavia, appare poco convincente agli occhi di molti analisti, considerando che Google ha avuto oltre un decennio per comprendere e adattarsi alle specificità del mercato europeo. I consumatori europei, di conseguenza, non potranno accedere al modello di quarta generazione lanciato lo scorso anno, descritto nelle recensioni come dotato di "un design straordinario arricchito dall'intelligenza artificiale". Questa esclusione solleva dubbi sulla strategia globale dell'azienda e sulla sua volontà di continuare a investire nel mercato europeo dei dispositivi smart home.

Il panorama attuale della domotica è caratterizzato da una frammentazione che genera frustrazione tra i consumatori. Standard incompatibili, ecosistemi chiusi e supporto limitato nel tempo stanno erodendo la fiducia degli utenti verso questo settore. Non sorprende che molti potenziali acquirenti esitino a investire in tecnologie per la casa intelligente, preoccupati che i loro dispositivi possano trasformarsi in costosi fermacarte dopo pochi anni dall'acquisto. Anche quando provengono da giganti tecnologici come Google, le garanzie di supporto a lungo termine sembrano sempre più fragili.

Questa tendenza all'abbandono di prodotti ancora funzionanti solleva anche importanti questioni ambientali. La sostituzione forzata di dispositivi perfettamente operativi contribuisce all'aumento dei rifiuti elettronici, una delle categorie di rifiuti in più rapida crescita a livello globale. L'ironia è che molti di questi dispositivi, come i termostati intelligenti, sono stati originariamente commercializzati proprio per il loro impatto positivo sull'ambiente attraverso una maggiore efficienza energetica. La sostenibilità effettiva di questi prodotti viene però compromessa quando il loro ciclo di vita viene artificialmente abbreviato da decisioni commerciali.

In questo scenario, i consumatori si trovano in una posizione sempre più complessa. Da un lato, la tecnologia smart home offre innegabili vantaggi in termini di comfort, efficienza e risparmio energetico. Dall'altro, l'investimento in questi dispositivi comporta rischi significativi di obsolescenza prematura e incompatibilità future. Google, come molti altri attori nel settore, avrebbe l'opportunità di distinguersi garantendo supporto a lungo termine e compatibilità tra generazioni diverse di prodotti, ma sembra preferire una strategia di rinnovamento costante che richiede la sostituzione periodica dei dispositivi.

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8 Commenti

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Ancora una volta si dimostra che investire in un ecosistema hardware di Google è sempre una pessima scelta...
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Ancora una volta si dimostra che investire in un ecosistema hardware di Google diventa una scelta rischiosa, se non vana...
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In realtà non è sempre vero, guarda i Google Pixel: sono stati i primi (e hanno ancora) supporto software decente per qualche anno!
Quello che Google dice sulle caldaie europee è vero, come funzionano in America? Pensavo che OpenTherm + pwm + 0-10V + contratto pulito fai funzionare tutte le caldaie nel mondo...a parte Vaillant e Bosch...che puoi decidere di non supportare.
Con un microcontroller da 5 euro puoi programmare un termostato che comunica con il 70% delle caldaie in 1 giornata... E se ormai fino ad ottobre le supporti il codice lo hai già scritto... Secondo me in Europa non hanno venduto o hanno problemi burocratici... Tecnicamente la comunicazione è piuttosto semplice
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KNX è l’unica scelta per la Smart Home. Tutte le altre soluzioni poco professionali che si basano sul Wi-Fi domestico, sono solo dei giocattoli che servono da apripista per passare ai sistemi professionali. La scelta di Google ne è la prova.
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e meno male che quando ho scelto una domotica di un'azienda _di domotica_ e non una delle varie google, amazon e via cantando, mi dicevano "costa troppo!".
ora io vado da dio con sistemi aggiornabili e supportati, mentre la grande google comincia a tirarsi indietro, e chissà cosa succederà a chi ha investito una bella somma per la domotica.
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KNX è l’unica scelta per la Smart Home. Tutte le altre soluzioni poco professionali che si basano sul Wi-Fi domestico, sono solo dei giocattoli che servono da apripista per passare ai sistemi professionali. La scelta di Google ne è la prova.
Concordo. Unico sistema ad oggi scalabile ed aggiornabile senza rifare tutte le volte l'impianto
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KNX è l’unica scelta per la Smart Home. Tutte le altre soluzioni poco professionali che si basano sul Wi-Fi domestico, sono solo dei giocattoli che servono da apripista per passare ai sistemi professionali. La scelta di Google ne è la prova.
Concordo al 100%. Per me una infrastruttura domotica deve avere 4 livelli di funzionamento ciascuno dei quali perfettamente funzionante anche senza quelli successivi 1) manuale 2) infrastruttura knx 3) supervisione ed integrazione flessibile tipo home assistant 4) assistenti vocali (google home e/o alexa)
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Concordo al 100%. Per me una infrastruttura domotica deve avere 4 livelli di funzionamento ciascuno dei quali perfettamente funzionante anche senza quelli successivi 1) manuale 2) infrastruttura knx 3) supervisione ed integrazione flessibile tipo home assistant 4) assistenti vocali (google home e/o alexa)
Personalmente sostituisco KNX con Shelly/Somfy/etc come layer Wi-Fi/Matter. Al mio router sono collegati 80 dispositivi (inclusi tapparelle, tende da sole, luci, iRobot, telecamere, sensori e device vari) che governo tramite HA e comando con Alexa.
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Affidarsi alle multinazionali non è mai segno di saggezza, la disparità di potere con i singoli utenti è enorme, e le associazioni dei consumatori, che potrebbero bilanciare i poteri, sono solo dei grandi succhiasoldi, un po' come gli odierni sindacati da burletta.
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