Censura online per uno scandalo bancario italiano

Il GIP di Spoleto ha fatto oscurare tre articoli online di TuttOggi.info. Si parla di "pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale", ma secondo l'Ordine e i giornalisti coinvolti tutte le norme sono state rispettate.

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a cura di Dario D'Elia

Perché il GIP di Spoleto ha ordinato di oscurare tre articoli, riguardanti l'indagine sulla Banca Popolare di Spoleto, pubblicati dalla testata online TuttOggi.info? La risposta ufficiale è che si sarebbe trattata di una "pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale". Nello specifico si parla delle intercettazioni relative all’inchiesta che ha coinvolto il management e l'ex board della Banca – per altro messa in sicurezza lo scorso febbraio da Bankitalia.

Il problema è che secondo lo stesso Ordine dei Giornalisti è la prima volta che avviene qualcosa di simile. Il codice di procedura penale pone il divieto di pubblicazione solo per gli atti coperti da segreto istruttorio, ovvero quelli che si devono al lavoro del pubblico ministero e della polizia giudiziaria in fase di indagine preliminare. Ma il "segreto" cessa nel momento in cui l'indagato riceve comunicazione ufficiale dell'indagine che lo vede coinvolto: in pratica quando si chiude l'indagine preliminare. Qui si parla di un avviso di conclusione indagini notificato a maggio 2013 e successiva pubblicazione degli articoli nel periodo estivo. Tre mesi di distanza nello specifico. 

"C'è la notizia e il dovere di renderla pubblica, di informare i cittadini della realtà dei fatti", si legge nel comunicato dell'Ordine dei Giornalisti". "Ma pur riconoscendo che non c'erano più le condizioni per il secretamento degli atti, nel provvedimento di sequestro si afferma in pratica una singolare preoccupazione: quella che il giudice potrebbe essere influenzato dalla conoscenza delle carte al di fuori del processo".

Il tema è caldissimo anche perché un'interpretazione di questo tipo metterebbe di fatto a rischio tutta la cronaca giudiziaria. Secondo l'Ordine non si tratta infatti di violazione della riservatezza delle indagini "o preservare la privacy di qualcuno" bensì negare il diritto all'informazione.

In questo caso "informazione" vitale per il territorio, considerato che lo scandalo che ha coinvolto negli ultimi tre anni Banca Popolare di Spoleto-Spoleto Credito e Servizi interessa a non meno di 18mila soci e indirettamente qualche milione fra azionisti MPS e soci Coop Centro Italia – che partecipano al capitale della banca.